“Le certezze sono ancora poche. Diciamo che probabilmente la signora è morta nel luogo del ritrovamento. Cioè, non è stata uccisa altrove. Per il resto bisognerà attendere i risultati delle analisi delle molte informazioni raccolte. C’è l’esame istologico per vedere le eventuali infiltrazioni, quello tossicologico per capire se aveva assunto qualcosa, quello entomologico che faccio io per stabilire i tempi del decesso. Poi bisognerà mettere tutto insieme e tirare le fila“: lo ha affermato, in un’intervista al Corriere della Sera, il professor Stefano Vanin, uno dei più qualificati entomologi forensi d’Europa, che ieri ha partecipato all’autopsia di Viviana Parisi, la dj 43enne trovata morta nel messinese lo scorso 8 agosto. Del figlio, il piccolo Gioele di 4 anni, ancora nessuna traccia.
Sulle ipotesi di morta violenta, quindi sulla possibilità che sia stata accoltellata o che qualcuno le abbia sparato, l’esperto non ha dubbi: “Non ho visto lesioni riconducibili a colpi d’arma da fuoco e d’arma bianca“.
Sullo strangolamento invece “non si potrà mai sapere perché il corpo era troppo decomposto“.
“Il corpo di Viviana Parisi non presenta nessuna ferita da arma da taglio o da arma da fuoco“, “solo ferite compatibili con una caduta. Sicuramente non è stata colpita con un’arma,” ha confermato all’ANSA il legale della famiglia Mondello, Pietro Venuti.