Chi c’era non potrà mai dimenticarlo. A chi non c’era non sarà mai permesso di dimenticare. E’ sufficiente dire 11 settembre 2001 e il pensiero di un incubo, di un dramma, di una delle più grandi tragedie dell’Occidente contemporaneo torna alla ribalta con tutta la sua inaudita violenza.
I fatti
Alle 08:46 ora locale di una ordinaria e caotica mattina newyorkese, un aereo di linea dell’American Airlines partito da Boston si schiantò contro le Torri Gemelle, le più alte del World Trade Center di Manhattan e in realtà di tutto il Nord America; il velivolo andò ad impattare contro la Torre Nord del WTC.
Pochi minuti dopo, in qualunque punto del mondo fossimo, tutti sapevamo e vedevamo scene che non riusciremo mai a rimuovere dalle nostre menti. Alle 09:03, in diretta su migliaia di tv, il mondo dovette assistere inerme ad un secondo, terribile, impatto: un altro aereo della United Airlines, partito sempre da Boston, colpì la Torre Sud. Manhattan venne isolata e le operazioni di Wall Street interrotte. Dopo altri quaranta minuti, ovvero alle 09:43, un volo dell’America Airlines decollato da Washington colpì il Pentagono. La Casa Bianca fu immediatamente evacuata: dopo gli attacchi al centro economico e a quello militare più importanti degli USA e dell’intero occidente, un attacco al centro del potere politico era quasi scontato.
Alle 09:59 crollò la Torre sud del World Trade Center. Alle 10:03, in un campo in Pennsylvania, un altro volo della United Airlines partito da Newark precipitò: molto probabilmente – si disse in seguito – era quello destinato alla Casa Bianca. Alle 10:28 l’ultimo, devastante, collasso, quello della Torre nord del WTC. Alla fine il bilancio degli attacchi fu peggio di un bollettino di guerra: 2.996 vittime, 24 dispersi e circa 6.400 feriti.
Le cause, i colpevoli e le teorie del complotto
Più volte, in questi 19 anni, ci si è chiesti il perché, il come, il chi. Sebbene le risposte a queste domande sembrino scontate, non è affatto così.
Chi? Ci sono più risposte a questa domanda, ma la prima è: 19 terroristi di Al Qaeda dirottarono 4 aerei usandoli come missili per attaccare il cuore degli Stati Uniti. È stato il peggior attacco contro l’America da Pearl Harbor nel 1941 e il più grave della storia contemporanea. Una data che ha anche cambiato l’Occidente e di cui sono rimaste soprattutto le immagini. E ancora, a distanza di 19 anni, proseguono le analisi per identificare centinaia di vittime, alle quali se ne aggiungono altre nuove tra vigili del fuoco e agenti di polizia: solo lo scorso anno altri 22 membri dei vigili del fuoco sono morti di malattie legate all’11 settembre e nella giornata di commemorazioni dello scorso anno i loro nomi sono stati aggiunti al Memorial Wall del World Trade Center.
Da allora, neanche a dirlo, le teorie del complotto si sono susseguite una dopo l’altra ad una velocità impressionante.
Ecco quelli principali.
Il complotto giudaico: sponsorizzata negli ambienti integralisti musulmani e nella destra estremista, è la teoria di chi vede la mano dei servizi segreti israeliani, o della lobby ebraica mondiale, dietro la tragedia dell’11 settembre. Ad alimentarla la falsa notizia, diffusa da una tv legata all’organizzazione libanese Hezbollah, che il giorno della strage 4mila israeliani non fossero andati al lavoro al World Trade Center.
Il complotto interno: l’11/9, secondo questa teoria, fu il colossale inganno architettato dalla Casa Bianca per indurre George W. Bush a dichiarare guerra al terrorismo islamico, o per permettergli di dare il via all’invasione dell’Iraq e all’intervento in Afghanistan.
Il complotto esterno: in base a questo filone, l’amministrazione americana si sarebbe limitata a lasciare agire indisturbati i terroristi, con il proposito di creare una situazione che avrebbe giustificato una successiva guerra in Medio Oriente.
Il rapido crollo delle torri: le Twin Tower sarebbero collassate troppo velocemente, a fronte di incendi di durata relativamente breve (56 minuti per la torre 2 e 102 minuti per la 1). Di qui la tesi di demolizioni controllate avvenute attraverso apposite cariche esplosive.
Complici ancora da smascherare e ‘soffiate’ inascoltate
Le famiglie delle vittime e gli americani sono in attesa che il procuratore generale William Barr riveli oppure mantenga il segreto sui nomi di cittadini dell’Arabia Saudita – tre, di cui un ufficiale – contenuti in documenti dell’Fbi resi disponibili ormai quattro anni fa, anch’essi potenziali complici dei piloti che si sono schiantati sulle Twin Towers.
Un’altra informazione ambigua è arrivata dall’ex analista della Cia George Bibi. Nel suo libro “Trappola russa: come la nostra guerra oscura con la Russia può trasformarsi in una catastrofe nucleare” Bibi sostiene che due giorni prima dell’11 settembre Putin avrebbe telefonato al presidente americano George W. Bush informandolo che l’intelligence russa aveva scoperto segnali di un’imminente campagna terroristica, “qualcosa che veniva preparato da molto tempo dall’Afghanistan”.
Nostradamus e l’11 settembre
Nel corso dei secoli, più volte, eventi importanti sono stati collegati, più o meno giustamente, alle profezie di Nostradamus. In epoca contemporanea una di quelle che hanno fatto maggiormente discutere è stata propria quella legata all’attentato alle Torri Gemelle di New York. Tra bufale, come quella dei due “uccelli di fuoco”, e interpretazioni forzate, sembra che l’unica quartina dell’astrologo a poter davvero (per chi ci crede, ovviamente) essere collegata a quell’evento sia la seguente:
“A 5 e 40 gradi il cielo brucerà
Fuoco si approssimerà alla grande Città Nuova
All’istante una grande fiammata si spargerà e farà sprofondare
Quando si vorrà dei Normanni fare sofferenza”.
Ovviamente, come sempre quando si tratta di argomenti così dubbi come le profezie, c’è chi pensa che non ci sia nessun collegamento con l’attentato a New York, ma la latitudine di 40°, la “Città Nuova” (New York, appunto), e la sofferenza dei “Normanni”, sono coincidenze che hanno dato margine di interpretazioni ai fatalisti di tutto il mondo.
Quella frase agghiacciante di Donald Trump
L’attuale presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in un’intervista rilasciata esattamente quel tragico giorno di 19 anni fa, aveva sottolineato che dopo il crollo delle Torri Gemelle, la sua Trump Tower di Wall Street era tornata ad essere il grattacielo più alto di Manhattan. “Ho una finestra che guarda direttamente al World Trade Center ed ho visto questa enorme esplosione, non potevo crederci”, aveva raccontato il tycoon al giornalista di una radio del New Jersey che lo aveva contattato per farsi descrivere quello che aveva visto. “Ora non vedo assolutamente nulla, è completamente scomparso è veramente una cosa difficile da credere”. Il giornalista chiede quindi a Trump se la Tower ha subito danni, ricevendo la seguente riposta: “40 Wall Street veramente era il più alto grattacielo di downtown Manhattan, poi hanno costruito il World Trade Center, ed è diventato il secondo più alto”, “ora è di nuovo il più alto”.