Che sia il mistero di una stanza vuota o la bellezza di un edificio sopraffatto dalla natura, c’è qualcosa di affascinante nel trovare un posto abbandonato. Aggiungere, poi, la storia che lo ha portato in quelle condizioni, rende il tutto ancora più interessante. Infatti, sebbene si presentino vuoti e tetri, questi posti sono pieni di ricordi reali, preservati in pareti decadenti, dipinti rovinati o stanze piene di polvere. Dagli aeroporti ai teatri, dagli ospedali agli hotel, sono tanti i posti del mondo che dallo splendore sono passati all’abbandono.
Uno di questi è l’Aeroporto Internazionale di Nicosia, a Cipro. Oltre 40 anni fa, ha visto l’ultimo volo di un aereo: da allora, il vivace e moderno aeroporto è rimasto congelato nel tempo come un doloroso dipinto della storia turbolenta di Cipro.
Dopo decenni in cui è stato utilizzato principalmente per scopi militari, l’Aeroporto Internazionale di Nicosia è stato inaugurato ufficialmente nel 1968, con l’aggiunta di un terminal moderno che vantava strutture high-tech e una moltitudine di ristoranti e negozi. Costruito per diventare un grande hub del trasporto e del turismo nel Mediterraneo orientale, l’aeroporto si sarebbe affermato negli anni a venire grazie alla sua posizione tra 3 continenti (Europa, Africa e Asia). Entro il 1973, registrava quasi 800.000 passeggeri. Le spiagge idilliache, le città medievali e un invidiabile clima rendevano l’isola una destinazione preferita tra i viaggiatori. Ma i tempi d’oro dello scalo sono durati poco.
Cipro, isola mediterranea ed ex colonia britannica, ha ottenuto l’indipendenza nel 1960. Nel corso degli anni, sono cresciute le tensioni tra la maggioranza cipriota greca e la minoranza cipriota turca. Nel 1974, il governo greco ha sostenuto un tentativo di rovesciare il presidente eletto di Cipro. La Turchia ha risposto con l’intervento militare e presto ha preso il controllo di oltre un terzo dell’isola. La divisione tra la parte turca a nord e quella greca a sud esiste ancora oggi. Durante la crisi del 1974, l’aeroporto è diventato uno dei principali obiettivi dell’esercito turco e così sono terminate le attività commerciali. Sono stati lanciati una serie di raid sul sito, seguiti da combattimenti mortali nelle sue vicinanze tra le forze turche e quelle greche.
Alla fine, sono intervenute le forze delle Nazioni Unite. Ormai desolato e vuoto, l’aeroporto si trova all’interno della zona neutra controllata dall’ONU, il che ha comportato la sua immediata chiusura e il suo improvviso abbandono. L’accesso al pubblico è severamente vietato poiché fa parte del complesso più ampio che ospita i quartieri generali della forza di pace dell’ONU sull’isola. Ora lo scalo è ben lontano dai tempi d’oro. Nel 1977, gli ultimissimi voli commerciali hanno lasciato l’aeroporto sotto una speciale autorizzazione dell’ONU: un trio di aerei, rimasti bloccati dall’invasione del 1974, è partito alla volta di Londra.
Ancora oggi, un aereo passeggeri abbattuto della Cyprus Airways si trova tra gli hangar e i terminal abbandonati. Secondo l’ONU, i suoi motori sono stati rimossi durante gli eventi del 1974 e utilizzati per riparare un altro jet. La luce solare filtra attraverso le finestre in frantumi degli hangar. Tutto è coperto di polvere, ruggine, escrementi di uccelli, frammenti di vetro ed erbacce (vedi foto della gallery scorrevole in alto). L’aeroporto ora è solo un edificio fantasma, con i banchi del check-in in rovina, file di posti a sedere abbandonati nelle aree di attesa e inquietanti aerei fatiscenti bloccati da decenni sul suo asfalto.
Il complesso è stato utilizzato come uno dei siti per il lancio di trattative intercomunali nel tentativo di trovare una soluzione per l’impasse dell’isola. Ma con la pace che rimane lontana, le pareti crollate dell’aeroporto e il suo paesaggio deserto fanno solo da emblema della lunga divisione di Cipro.