“La pandemia globale sembra aver iniziato il suo declino. Alcuni paesi vedono ancora una crescita ma, nel complesso, la tendenza è alla discesa, come ha notato anche recentemente l’OMS. Sono buone notizie, anche se ancora ci vorrà tempo perché questo ciclo epidemico si esaurisca“: un approfondimento sul tema è stato pubblicato sulla pagina Facebook “Pillole di Ottimismo“, nata dalla collaborazione di numerosi esperti e con la direzione scientifica del virologo Guido Silvestri, della Emory University di Atlanta.
E’ Ugo Bardi (Docente presso il dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze dove si occupa di modelli matematici applicati all’ecosistema e al cambiamento climatico) a firmare l’approfondimento relativo all’andamento della pandemia nel mondo.
Di seguito il post integrale:
“Con questo post, comincia la mia serie di contributi sulla situazione internazionale della pandemia da coronavirus. Vedremo che cosa i vari stati e regioni hanno fatto, con quali risultati e, comparando fra le differenti storie, cercheremo di dare un giudizio informato sulla validità delle varie scelte. Non parleremo direttamente dell’Italia (per questo c’è una eccellente “Pillola” tenuta da Paolo Spada), ma faremo spesso confronti con la situazione Italiana.
L’analisi che troverete in queste “pillole internazionali” sarà tutta basata sui dati disponibili, niente politica di parte, niente voli di fantasia, niente ipotesi complottiste, niente del genere.
Ovviamente, i dati da soli non bastano: vanno valutati e interpretati, e per questo occorrono modelli. Ma in ogni caso chiave del futuro sta nel passato, quindi è solo per mezzo di dati quantitativi che possiamo capire cosa è successo per poi valutare cosa succederà.
Cominciamo oggi con il caso più generale, quello del mondo intero. I dati li vedete nella figura (presa da “worldometer” (2)). Sono curve che rappresentano sia il numero di casi positivi giornalieri sia il numero dei decessi. Notate subito che la curva della mortalità mostra una chiara tendenza al declino mentre quella del numero dei casi non cresce da oltre un mese. Questo “stallo” dell’epidemia è stato notato recentemente anche all’organizzazione mondiale della sanità (OMS) (3).
Può darsi che troverete questo risultato sorprendente. In effetti, quasi tutti sono convinti che la pandemia stia ancora crescendo ovunque. Questa impressione viene probabilmente dal fatto che i media tendono a sparare il numero del giorno, senza preoccuparsi di valutarlo nel contesto della situazione generale. Un altro problema è che si sente dire spesso che l’epidemia tende a crescere “esponenzialmente” — ovvero sempre più rapidamente. Ma questo non è assolutamente vero. Nessuna epidemia (come del resto nessun fenomeno fisico o biologico) cresce esponenzialmente se non nei suoi stadi iniziali. Tutte le epidemie seguono un ciclo dove la velocità di crescita aumenta all’inizio, ma poi rallenta gradualmente e alla fine comincia a calare.
E’ quello che vediamo in tutti i casi storici e non è sorprendente che sia anche il caso della pandemia da covid-19. Nelle fasi iniziali, il virus trova molti facili bersagli negli esseri umani il cui sistema immunitario è impreparato a combatterlo. Così, si diffonde rapidamente. Col tempo, il numero di bersagli adatti diminuisce perché le persone già infettate sviluppano un certo grado di immunità. In certi casi, il virus stesso tende a mutare e a diventare meno letale. Il risultato è che il numero dei casi e dei decessi rallenta la sua crescita, raggiunge un massimo e comincia a calare. A lungo andare, sparisce: nessuna epidemia dura in eterno. A distanza di tempo, il ciclo può ricominciare con il virus che muta in nuove forme. Certe epidemie, come quelle dell’influenza, sono tipicamente stagionali. Si ripresentano tutti gli inverni (nell’emisfero Nord) per poi sparire in Estate (4).
In generale, i cicli epidemici tendono a seguire delle curve dette “a forma di campana”. Sono descritte anche con nomi come logistiche, Gompertz, Bass, e altri. Più in generale, la teoria più comune che genera queste curve si chiama “SIR” dalle iniziali di “Suscettibili, Infetti, Recuperati” (5). Queste curve non sono mai esattamente simmetriche e in molti casi si vede più di un ciclo per via di vari fattori, ma la tendenza è quella.
Per molti paesi europei, la curva del ciclo epidemico è stata molto netta, mostrando una forma a campana leggermente asimmetrica con un massimo in Aprile. Da allora, la pandemia è stata in discesa in Europa. Negli ultimi tempi, alcuni paesi (inclusa l’Italia) stanno vedendo una risalita nel numero dei casi, che però non genera un corrispondente aumento della mortalità (2). In buona parte, questo è dovuto all’aumento del numero dei test che si fanno.
Per il mondo intero, invece, la curva non ha mostrato una curva a campana ben definita. Questo è dovuto a varie ragioni. Per prima cosa, c’è un fattore geografico. Il virus deve muoversi su grandi distanze da una regione del mondo all’altra e per questo ci vuole tempo. Poi ci sono fattori climatici: si sa che la diffusione dei virus che colpiscono l’apparato respiratorio avviene più facilmente in inverno (3, 6). Ci sono anche fattori casuali: qualcuno che si muove in aereo può portare rapidamente l’infezione anche a grandi distanze. Infine, ci sono fattori legati alle misure prese per evitare la diffusione del virus, lockdown, distanziamento, eccetera. Queste misure sono state prese in modo diverso in differenti stati e regioni e il loro impatto è difficile da quantificare.
Questi fattori spiegano la forma della curva planetaria della pandemia. Il virus si è diffuso prima in Cina, poi è arrivato in Europa. Poi ha attraversato l’Oceano, diffondendosi nell’America del Nord. Ancora più tardi, ha attraversato l’equatore. Nell’emisfero Sud, il ciclo epidemico è risultato sfasato di circa sei mesi in avanti, perché laggiù adesso è ancora inverno in termini meteorologici. Tutti questi salti da regione a regione hanno “slargato” la curva come risultato della sovrapposizione dei cicli nelle varie regioni.
Oggi, il virus non ha più territori vergini dove diffondersi. Rimane in crescita solo in certe regioni del Sud del mondo e in India, ma anche in quelle regioni l’epidemia mostra segni di una tendenza al rallentamento. Così, sembra probabile che la discesa nel numero dei decessi che vediamo sia il risultato della saturazione della popolazione infettabile. Insomma, buone notizie, la pandemia non è ancora finita ma sembrerebbe che abbiamo “scavallato” la fase peggiore. Ma ora che succede?
C’è chi si è addentrato in ardite previsioni a lungo termine basate sui modelli matematici (7). Si parla di un ritorno in forze dell’epidemia, di una “seconda ondata,” degli effetti di vari tipi di vaccini, e tante altre cose. Ma ci sono troppe variabili e troppe cose che non sappiamo per poter dire qualcosa di sensato oggi su cosa succederà nel 2021. Come hanno detto Andrea Saltelli e i suoi collaboratori in un bell’articolo su “Nature” (8) “I modelli matematici sono ottimi per esplorare le domande, ma pericolosi per sostenere di avere delle risposte.” Bisogna stare molto attenti con i modelli, perché dopo un po’ che uno ci lavora sopra rischia di convincersi che i modelli sono la realtà e questo porta a ogni sorta di errori e disastri (9, 10).
Per il momento, accontentiamoci di sapere che l’epidemia non cresce più e che sembra stia cominciando a calare. Per il futuro, ricordiamoci che le cellule viventi, di cui anche noi siamo composti, hanno convissuto con i virus per miliardi di anni (letteralmente!) (11) e che i virus non sono necessariamente patogeni o dannosi (12). Non aspettiamoci miracoli: dovremo continuare a convivere con loro, come abbiamo sempre fatto.
L’autore ringrazia Sara Gandini e Maurizio Rainisio per i loro commenti e suggerimenti su questo articolo.”
Grafico da https://www.worldometers.info/coronavirus/ — dati globali dei casi positivi e dei decessi da Covid-19. Immagine aggiornata al 3 Settembre 2020
- http://ugobardihomepage.blogspot.com/2016/04/ugo-bardis-personal-home-page.html
- https://www.worldometers.info/coronavirus/
- https://medicalxpress.com/news/2020-08-coronavirus-cases-deaths-regions.html
- https://www.facebook.com/pillolediottimismo/photos/a.126946212379192/162707945469685/
- https://it.wikipedia.org/wiki/Modelli_matematici_in_epidemiologia
- https://journals.plos.org/plosbiology/article?id=10.1371/journal.pbio.1000316
- https://www.nature.com/articles/d41586-020-02278-5
- https://www.nature.com/articles/d41586-020-01812-9
- https://ugobardi.blogspot.com/2020/08/il-grande-disastro-dei-modelli.html
- https://ugobardi.blogspot.com/2020/07/a-cosa-servono-i-modelli-pillole-di.html
- https://www.spectator.co.uk/article/the-coronavirus-immunity-riddle
- https://www.facebook.com/groups/683506692431753/permalink/731029407679481/