Coronavirus, in Europa la seconda ondata è già iniziata: abbiamo gli stessi casi positivi di Aprile ma non muore più quasi nessuno [DATI]

Coronavirus, il punto della situazione in Europa con l'analisi dei dati dei principali Paesi: la seconda ondata è iniziata, ma ormai non muore più quasi nessuno
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La seconda ondata di Coronavirus in Europa è già iniziata: lo dicono inequivocabilmente i dati dei nuovi casi positivi che in tutti i Paesi europei sono in forte aumento ormai da circa un mese. La curva epidemiologica ha ricominciato la propria ascesa dalla prima decade di agosto, in perfetta concomitanza con la diminuzione delle ore di sole. A Madrid e a Roma, infatti, oggi ci sono 2 ore e 10 minuti di sole in meno rispetto a metà giugno; a Parigi addirittura tre ore di sole in meno, a Londra un’ora e mezza in meno. Oggi in Europa abbiamo le stesse identiche ore di sole che avevamo a metà Aprile, e non è un caso se il numero dei contagi è tornato ad aumentare riportandosi sui livelli della scorsa primavera.

spagnaIl caso più emblematico è quello della Spagna, dove negli ultimi giorni abbiamo superato addirittura gli 11.000 nuovi casi giornalieri di Coronavirus, cifre che non erano mai state raggiunte neanche durante la prima ondata di marzo e aprile. Il Paese iberico ha visto un aumento di casi che, come trend e tempistiche, è omogeneo in tutto il Paese ma come incidenza è molto diverso da Regione in Regione. Esattamente come la prima ondata, anche questa seconda è concentrata nella Città Metropolitana di Madrid dove abbiamo superato i 7.500 nuovi casi giornalieri su 6 milioni di residenti, mentre nelle più popolose Regioni dell’Andalusia (8 milioni di abitanti) e della Catalogna (7 milioni e mezzo di abitanti), entrambe affacciate sul mare e con un clima molto più mite, i nuovi casi giornalieri si attestano rispettivamente sui 900 e i 1.200.

Il grafico nazionale spagnolo con la curva epidemiologica dei nuovi casi positivi è emblematico: il contagio si è praticamente azzerato in concomitanza con la stagione estiva e in modo particolare con il picco del soleggiamento, cioè tra metà maggio e metà luglio. Poi, tra fine estate e inizio autunno è risalito al punto che oggi abbiamo ormai abbondantemente superato il picco di metà marzo scorso:

Eppure il dato dei morti giornalieri è altrettanto emblematico: oggi in Spagna abbiamo pochissimi morti giornalieri (una media di 30 al giorno nelle ultime due settimane) a fronte del picco di 900 morti giornalieri che avevamo avuto a fine marzo:

Questa situazione è riassunta egregiamente nel grafico relativo alla Città Metropolitana di Madrid che come nella scorsa primavera anche oggi è l’area della Spagna ampiamente più colpita dalla pandemia (con la stessa proporzione con cui la Lombardia lo è per l’Italia). Anche da questo grafico possiamo notare com’è aumentato il numero di casi, raggiungendo o addirittura superando il primo picco della scorsa primavera, ma il numero di morti rimane praticamente azzerato rispetto alla prima ondata:

Questa situazione è analoga alla Francia, all’Italia, alla Germania e al Regno Unito, cioè a tutti i principali Paesi del Vecchio Continente.

franciaIn modo particolare in Francia ieri abbiamo avuto oltre 9.000 nuovi casi giornalieri, record assoluto dall’inizio della pandemia. Durante la prima ondata, il giorno con più casi in Francia era stato il 31 marzo con 7.500 casi accertati. Anche in Francia, però, il numero dei morti rimane praticamente azzerato e non abbiamo alcuna pressione sugli ospedali, che sono praticamente vuoti. Infatti tra le 92.591 persone attualmente positive, il 94,4% pari a 87.447 soggetti si trova in isolamento domiciliare perchè non hanno sintomi o hanno sintomi talmente tanto lievi da non richiedere attenzioni ospedaliere. Il 5,1% dei positivi (4.671 persone) è ricoverato in reparto mentre soltanto il rimanente 0,5%, pari ad appena 473 persone, si trova in terapia intensiva.

Le percentuali sono le stesse identiche dell’Italia, dove su 30.099 persone attualmente positive abbiamo 28.371 soggetti (il 94,3%) in isolamento domiciliare perchè asintomatici, 1.607 pazienti (il 5,3%) ricoverati in reparto e appena 121 persone (lo 0,4% del totale) in terapia intensiva. Anche nel caso della Francia risultano emblematici i grafici a confronto. Il dati sul tasso di incidenza ci dicono che siamo nel pieno della seconda ondata e che anzi, abbiamo già superato il picco di aprile dopo la tregua estiva, anche qui fortemente legata al picco del soleggiamento tra metà maggio e metà luglio proprio come in Spagna:

Ma anche in Francia, come in Spagna, la malattia non è più mortale e infatti nonostante l’aumento di casi positivi che è ormai netto da oltre 40 giorni, siamo nel minimo delle occupazioni dei posti letto di terapia intensiva, che non erano così vuoti neanche in piena estate:

Anche nel Regno Unito, in Germania e in Italia la situazione è identica: stanno aumentando i nuovi casi, seppur ad un ritmo più contenuto rispetto a Spagna e Francia, ma i morti sono pochissime unità al giorno e i ricoveri soltanto una minuscola percentuale dei nuovi casi, a differenza della scorsa primavera.

Appare evidente che la seconda ondata è già iniziata, ma anche che la malattia oggi è diversa. Non sappiamo se il virus è cambiato diventando meno letale, ma certamente lo conosciamo meglio e abbiamo delle terapie che consentono di tenerlo a bada soprattutto se diagnosticato in modo precoce, evitando quindi non solo le complicazioni ma anche i ricoveri che avevano messo sotto stress i sistemi ospedalieri.

italiaInoltre, oggi processiamo un numero di tamponi elevatissimo: l’Italia ha superato i 110 mila al giorno, la Francia i 150 mila, la Spagna addirittura i 200 mila. Quindi è possibile che oggi abbiamo questi numeri soltanto perchè facciamo un elevato numero di test, e che i numeri reali della prima ondata (marzo-aprile) fossero dieci volte più grandi. Significa che non dobbiamo farci impressionare neanche se arriveremo a 20-30 mila nuovi casi giornalieri, perchè saranno comunque molti di meno di quelli che, fuori controllo, circolavano liberamente (e continuavano ad alimentare il contagio) la scorsa primavera. Bisogna guardare con più attenzione ai numeri dei ricoveri e dei decessi, per capire realmente come stanno andando le cose.

Non è un caso se nessun governo europeo pensa a un nuovo lockdown, anche perchè si è rivelato inefficace dopo che d’estate il contagio è rimasto azzerato per tre mesi nonostante non ci fosse alcuna limitazione a differenza di marzo e aprile quando nonostante il  confinamento totale, i casi aumentavano a dismisura.

Non è un caso se le scuole hanno riaperto regolarmente e in Francia soltanto 22 (ventidue!) su 60 mila (sessantamila!) hanno momentaneamente chiuso per qualche caso positivo riscontrato nella prima settimana, adottando la didattica a distanza per 14 giorni. “E’ la nuova normalità, era tutto ampiamente previsto. Classi e scuole chiuse varieranno di giorno in giorno, lo sappiamo. Non è un problema, sono piccoli numeri a fronte di milioni di persone in un grande Paese che non può rinunciare a vivere. Dobbiamo vivere con il virus, prendere le dovute precauzioni ma continuare ad andare a scuola e andare al lavoro. Il virus non deve vincere, siamo noi che dobbiamo vincere” ha spiegato ieri il ministro all’educazione francese Jean-Michel Blanquer.

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