Glicemia bassa? Attenzione ai sintomi e ai rischi per la salute: cos’è l’ipoglicemia e quali sono le cause, importante la “regola del 15”

L’ipoglicemia (glicemia bassa) può essere lieve, media, severa: ecco di cosa si tratta, cause e sinomi, come intervenire in caso di crisi ipoglicemiche
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La glicemia indica la concentrazione di zuccheri nel sangue: si tratta di un valore molto importante che determina il benessere dell’organismo. Quest’ultimo, per svolgere al meglio le proprie funzioni, necessita di un indice glicemico compreso tra i 60 e i 110 mg/dl a digiuno.
Problemi di salute possono derivare da valori glicemici troppo alti, ma anche troppo bassi.
La glicemia alta è causa di problemi cardiovascolari e circolatori, ma anche quella bassa può nascondere insidie e avere effetti nocivi sulla salute.
L’ipoglicemia può essere lieve, media, severa: la dott.ssa Ioana Savulescu, responsabile del Servizio di Diabetologia ed Endocrinologia dell’Istituto di Cura Città di Pavia, spiega di cosa si tratta, quali sono le cause e i trattamenti disponibili, come intervenire in caso di crisi ipoglicemiche.

In genere l’ipoglicemia è sostenuta da patologie come l’Insufficienza corticosurrenalica (M.Addison), sepsi, epatopatie, tumori pancreatici secernenti insulina (Insulinoma), neoplasie.
L’ipoglicemia può comparire anche nel caso di abuso di alcool, specie al mattino a stomaco vuoto, in seguito ad interventi chirurgici a livello gastro-intestinale con modifica dell’assorbimento del glucosio, in corso di malattie gravi debilitanti.
Si parla di ‘Ipoglicemia reattiva’ nel caso di disordini alimentari in soggetti predisposti (obesi, insulino-resistenti), quando l’ipoglicemia si rileva a 2-3 ore dal pasto, specie se ricco di carboidrati, oppure in seguito al digiuno prolungato a fini dimagranti,” ha spiegato l’esperta in un approfondimento sul sito del Gruppo San Donato.

Diabete e ipoglicemia

Nel diabetico trattato farmacologicamente, l’ipoglicemia rappresenta la principale complicanza acuta. E’ causa di malessere, spavento e ricovero ospedaliero; per questo motivo i diabetici vengono istruiti al suo riconoscimento e gestione durante le visite o grazie ai corsi educativi da noi organizzati.”

L’ipoglicemia è di frequente riscontro nei diabetici in trattamento insulinico (sia tipo 1, sia tipo 2), ma può verificarsi anche in corso di terapia con farmaci orali che stimolano la secrezione insulinica, in particolare sulfoniluree, specie quelle a lunga durata d’azione (glibenclamide).

Compare in particolare lontano dai pasti, nelle ore notturne o dopo attività fisica. Fattori favorenti sono:

  • l’inadeguata assunzione di cibo, specie di carboidrati (diete iperproteiche o pasti con totale eliminazione dei carboidrati);
  • la scorretta somministrazione dell’insulina;
  • l’intensa attività fisica senza appropriata introduzione di carboidrati prima/durante e/o dopo l’esercizio;
  • il consumo eccessivo di alcoolici.

Un’attenzione particolare va rivolta alle Ipoglicemie “non avvertite” correlate a lunga durata di malattia diabetica e alla comparsa di complicanze (neuropatia autonomica).

Come riconoscere l’ipoglicemia? Come trattarla?

Come si può riconoscere e distinguere l’ipoglicemia? Esistono tre gradi di Ipoglicemia, ognuna con sintomi propri:

  • ipoglicemia di grado lieve: è accompagnata da sintomi come sudorazionetremorepalpitazionifame intensa;
  • ipoglicemia di grado moderato: si manifesta con la comparsa di sintomi neuroglicopenici quali disturbi oculari/offuscamento della vistacefaleaformicoliidifficoltà di concentrazionesonnolenza, irritabilità.

In entrambi questi casi il paziente è ancora in grado di gestirsi autonomamente.

  • Ipoglicemia grave: si accompagna alla perdita di coscienza e la necessità di intervento dei terzi per la risoluzione del problema. Un’ipoglicemia severa nel paziente fragile con plurime comorbidità può risultare fatale. L’ipoglicemia stessa può favorire eventi cardiovascolari come infarto ed ictusSistema nervoso, cuorecellule nervose sono le principali ad andare incontro a sofferenza nel caso della mancata disponibilità di zuccheri in quanto tale alimento/principio è essenziale per il loro funzionamento. Non c’è da meravigliarsi del peggioramento dei sintomi neurologici con l’aggravarsi dell’ipoglicemia dal momento che il cervello è il principale utilizzatore di glucosio del nostro organismo.

La comparsa della sintomatologia è legata non solo al valore assoluto della glicemia e alla velocità dell’instaurarsi dell’ipoglicemia, ma alla tolleranza individuale e al grado di compenso glicemico del paziente”.

L’ipoglicemia è sempre gestibile, ma richiede un intervento tempestivo e strutturato”.

Ipoglicemia lieve-moderata: la ‘regola del 15’

Il trattamento dell’ipoglicemia lieve-moderata richiede introduzione di zuccheri semplici, facilmente e rapidamente assorbibili dall’organismo. Ma attenzione, no a dolci elaborati, torte, cioccolato, briosches!

La correzione si basa sulla ‘regola del 15’:

  • assunzione di 15 g di glucosio: 3 cucchiaini/3 bustine/1 cucchiaio grande da tavola di zucchero sciolti in acqua oppure 125 ml di bibita zuccherata, ottima la coca-cola, succo di frutta zuccherato oppure 1 cucchiaio di miele;
  • rivalutazione della glicemia dopo 15 minuti; ripetizione del trattamento fino al raggiungimento di due glicemie > 100 mg/dl a distanza di 15 minuti una dall’altra. Per il mantenimento del tasso glicemico si consiglia l’assunzione successiva di 50 g zuccheri complessi (50 g di pane, 1 pacchettino di crakers/biscotti, 1 frutto)”.

Ipoglicemia grave: soccorso con glucagone

Il trattamento dell’ipoglicemia grave, con il paziente in stato di incoscienza, richiede l’intervento di altre persone – prosegue l’esperta -. Le persone a stretto contatto con i diabetici (genitori, coniugi, amici) devono essere adeguatamente istruite sulla gestione di tale evenienza. In caso di alterato stato di coscienza, si deve ricorrere alla somministrazione di glucagone, ormone ad azione opposta all’insulina, capace di aumentare la glicemia. Se non si disponesse di tale soluzione occorre chiamare subito un’ambulanza, affinché il personale medico possa somministrare glucosio endovena”.

La novità farmacologica

Novità farmacologica di quest’anno, la disponibilità di glucagone a somministrazione nasale, che, spiega l’approfondimento del Gruppo San Donato, “garantisce una maggiore rapidità di intervento per semplificazione della modalità di somministrazione ed è di più facile conservazione.

Fino ad oggi era disponibile in farmacia il kit d’emergenza rappresentato dalla fiala di glucagone da somministrare intramuscolo o sottocute previa ricostituzione della soluzione e conservazione in frigorifero. L’attuale disponibilità di uno spray da somministrare con un unico puff intranasale, caratterizzato da assorbimento passivo, senza necessità di contemporanea inspirazione, conservabile a temperatura ambiente, ad unica posologia per adulti e bambini 3mg, rappresenta un valido aiuto nella gestione dell’ipoglicemia severa.

In supporto ai diabetici sono disponibili al momento anche i sistemi di monitoraggio in continuo della glicemia mediante sensori applicati sulla cute. Trattasi di piccoli dispositivi delle dimensioni di una moneta, applicabili sulla cute con un adesivo e che attraverso un piccolo filamento che oltrepassa la cute permette la rilevazione della glicemia nel liquido interstiziale sottocutaneo.

E’ possibile collegare il dispositivo al proprio cellulare permettendo di mostrare l’andamento glicemico. Sono inoltre dotati di avvisatori acustici per segnalare ipo- e iperglicemia.”

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