I capi di Stato e di governo di 64 Paesi dei cinque continenti, e il Presidente della Commissione Europea in rappresentanza dell’Unione Europea, oggi a New York si impegnano a invertire la perdita di natura entro la fine del decennio. I Paesi che hanno sottoscritto l’impegno rappresentano più di 1,3 miliardi di persone e oltre un quarto del PIL mondiale.
“L’impegno dei leader per la Natura: Uniti per invertire la perdita di biodiversità entro il 2030 per lo Sviluppo Sostenibile” (The Leaders’ Pledge for Nature: United to reverse biodiversity loss by 2030 for Sustainable Development), così si intitola l’incontro di oggi in cui i leader si impegnano a intraprendere azioni urgenti nei prossimi dieci anni nell’ambito del Decennio di azione delle Nazioni Unite per il raggiungimento degli obiettivi di Sviluppo Sostenibile. A pochi giorni dal Vertice delle Nazioni Unite sulla Biodiversità, l’ONU lancia un segnale forte e unitario: il mondo deve aumentare l’ambizione nel fermare e invertire la perdita di biodiversità a beneficio delle persone e della natura e deve contribuire concretamente alla lotta al cambiamento climatico.
L’iniziativa, lanciata ufficialmente in occasione del Leaders Event for Nature and People di oggi, parte del Nature For Life Hub, ed è una risposta diretta alla crescente emergenza planetaria e alla necessità di un’azione globale urgente e immediata che affronti le nostre crisi interdipendenti di biodiversità, clima e salute. A sostenere questa iniziativa ci sono anche molte realtà non governative.
Il WWF apprezza l’ambizione dell’Italia confermata dalla sottoscrizione dell’ “Impegno dei leader per la Natura” da parte del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
“È un’ottima notizia che, come annunciato dal ministro dell’Ambiente Costa oggi, l’Italia abbia aderito ufficialmente a ‘La Carta di Intenti per la Natura’ promossa da un forte nucleo di nazioni che vogliono agire subito per invertire la curva alla perdita di biodiversità globale. Come scritto nella Carta siamo in uno stato di emergenza planetaria in cui tutti i fenomeni sono interconnessi: la perdita di biodiversità, il cambiamento climatico, la pandemia da Covid-19, le scelte di produzione e consumo insostenibile. Il WWF chiede che siano date delle risposte “nature positive” su scala globale. Un posto che il nostro Paese deve rivendicare in tutte le sedi perché è custode di una delle più ricche biodiversità d’Europa e deve dimostrare nei fatti di essere capace di arrestare il declino di un capitale naturale che – al pari dei beni storici, culturali, archeologici ed artistici – fa parte, a pieno titolo, della ricchezza della nazione e del patrimonio comune di tutta l’umanità”, così la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi ha commentato la dichiarazione del ministro dell’Ambiente Sergio Costa al Leader’s Event di New York.
“La perdita di natura e biodiversità è gravissima e sottopone a pericolosi rischi la nostra salute, l’economia e i nostri mezzi di sussistenza. Le pandemie, gli incendi, il declino della fauna selvatica e il cambiamento climatico sono tutti sintomi del nostro rapporto pericolosamente squilibrato con il mondo naturale. Non possiamo più ignorarli e dobbiamo agire ora, con decisione – afferma Marco Lambertini, Direttore Generale di WWF International -. L’impegno dei leader per la natura segna un momento cruciale, con paesi che dimostrano, al più alto livello politico, una reale leadership impegnandosi a invertire la perdita di biodiversità entro il 2030. Il nostro invito è rivolto a tutti i leader, affinché costruiscano su questa ambizione il Summit ONU dei Capi di Stato e di Governo del prossimo 30 settembre. Insieme, devono sviluppare e concordare un piano condiviso per i negoziati sulla biodiversità e sul clima previsti per il prossimo anno, per assicurare un futuro a carbonio zero, positivo per la natura ed equo per tutti. Non c’è mai stato un momento più cruciale di adesso per agire”.
Nell’ultimo anno, una serie di importanti report hanno focalizzato l’attenzione mondiale sulla crisi della biodiversità, mostrando una natura in declino a livello globale con trend di scomparsa senza precedenti nella storia dell’uomo. Il Living Planet Report 2020 del WWF, pubblicato all’inizio di questo mese, ha rivelato un calo del 68% delle popolazioni di vertebrati a livello globale dal 1970, spinto dal modo in cui attualmente produciamo e consumiamo.
L’impegno di oggi sottolinea che questa crisi sta causando danni irreversibili ai nostri sistemi di supporto vitale, aggravando la povertà e le disuguaglianze, aumentando il rischio di future pandemie di origini zoonotiche e contribuendo in modo significativo al cambiamento climatico. I costi crescenti per le società e l’economia richiedono che la perdita di biodiversità venga arrestata e invertita con urgenza, se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi climatici e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Alcune delle azioni urgenti da intraprendere per invertire la perdita di biodiversità:
1. Lo sviluppo e la piena attuazione di un ambizioso quadro globale per la conservazione della biodiversità post 2020, che sarà adottato a Kunming, in Cina, l’anno prossimo;
2. Il passaggio a modelli di produzione e consumo sostenibili e a sistemi alimentari sostenibili che soddisfino i bisogni delle persone rimanendo entro i confini del pianeta. Incluso il passaggio a un’agricoltura rigenerativa senza deforestazione;
3. La riduzione dell’inquinamento sulla terra e nell’aria, compresa l’eliminazione dei rifiuti di plastica dagli oceani;
4. Gestire in modo sostenibile i nostri mari e concludere i negoziati nell’ambito della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare;
5. Dare una risposta verde e giusta all’attuale crisi sanitaria ed economica, integrando un approccio One Health e ponendo la biodiversità, il clima e l’ambiente nel suo complesso al centro delle strategie di recupero, degli investimenti, delle decisioni e delle azioni di tutto il governo;
6. Investire più denaro nella biodiversità e nelle soluzioni basate sulla natura e impegnarsi anche ad eliminare o a riorientare investimenti e sussidi dannosi e ad allineare i flussi finanziari agli impegni ambientali e agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, per garantire il benessere delle persone e la salvaguardare del pianeta.
I leader si sono anche impegnati ad agire in modo significativo e a considerarsi reciprocamente responsabili nell’affrontare l’emergenza planetaria, lavorando con tutte le componenti della società e incontrandosi all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite 2021 per esaminare i progressi compiuti e riaffermare gli impegni presi.
L’”Impegno dei Leader per la Natura” arriva a meno di due settimane dalla pubblicazione del Global Biodiversity Outlook 5 dell’ONU, che ha rivelato come il mondo non sia sulla buona strada per raggiungere pienamente nessuno dei suoi obiettivi decennali di Aichi in materia di biodiversità.
Il prossimo anno a Kunming, in Cina, nell’ambito della Convenzione delle Nazioni Unite sulla Biodiversità è prevista l’adozione di un piano sulla biodiversità post 2020, che preveda un goal globale per la natura e nuovi obiettivi per la biodiversità.
BIODIVERSITA’. COSTA: IMPEGNO ITALIANO PER SALVARLA ENTRO IL 2030 CONTE ADERISCE A ‘PROMESSA DEI LEADER PER LA NATURA’ VERSO PROSSIMO SUMMIT
“Annuncio con soddisfazione che il presidente Giuseppe Conte ha aderito, a nome dell’Italia, alla ‘Promessa dei Leader per la Natura’, con l’impegno ad azioni urgenti entro il 2030 per contrastare la perdita di biodiversita'”. Cosi’ il ministro dell’Ambiente Sergio Costa e’ intervenuto con un video messaggio al Leader Event for Nature and People (L’Evento dei Leader per la Natura e le Persone), organizzato dal WWF, in collaborazione con UNEP, UNDP e Segretariato della Convenzione ONU sulla Biodiversita’ (CBD), in corso oggi dalle 15 alle 16,30, in modalita’ virtuale. “Il mondo sta affrontando una crisi sanitaria senza precedenti- spiega Costa- ma rimangono centrali le emergenze ambientale e climatica. Nel ricostruire le nostre economie, abbiamo una imperdibile opportunità:cambiare il paradigma delle nostre societa’, investire sulla salute del nostro pianeta, mettere persone e ambiente al centro delle politiche“. Piu’ Natura entro il 2030, precisa il ministro, “è un obiettivo che l’Italia persegue in vista dei prossimi grandi appuntamenti, la COP15 sulla Biodiversita’ e la COP26 sul Clima, di cui saremo co-presidenti con il Regno Unito. Biodiversita’ e clima sono sfide interconnesse e richiedono soluzioni comuni e globali. Impegniamoci – ha concluso il ministro – affinche’ i nuovi, e necessariamente ambiziosi, obiettivi del quadro per la biodiversita’ post 2020 guidino le decisioni politiche, le scelte economiche per tutelare il patrimonio che la Terra ci offre e trasmetterlo alle generazioni future”.
Obiettivo principale dell’evento odierno e’ annunciare in anteprima la ‘Leaders Pledge for Nature’, un impegno globale per la protezione della natura, sottoscritto da leader politici e da stakeholders, che sara’ presentato anche al prossimo Summit sulla Biodiversita’ del 30 settembre e al quale parteciperanno i Capi di Stati e di Governo, per l’Italia, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Gli stati si impegnano a: – Fare in modo che la risposta all’attuale crisi sanitaria ed economica sia verde ed equa e contribuisca direttamente al migliore risanamento e alla realizzazione di societa’ sostenibili. – Mettere la biodiversita’, il clima e l’ambiente nel suo complesso al centro sia delle strategie e degli investimenti di risanamento per il COVID-19, sia nel percorso per conseguire su scala nazionale e internazionale lo sviluppo e la cooperazione. – Sviluppare e realizzare un piano globale, ambizioso, per la biodiversita’ post-2020, da adottare in occasione della XV Conferenza delle Parti della Convenzione ONU sulla Diversita’ Biologica (CBD CoP 15) che includa: obiettivi e traguardi chiari e solidi, arrestare l’estinzione delle specie indotta dall’uomo, garantire il recupero delle popolazioni di specie in declino, aumentare significativamente la tutela della terra e degli oceani del pianeta attraverso sistemi di Aree Protette e ripristinare una quota significativa di ecosistemi degradati. – Assicurare la piena ed effettiva partecipazione dei popoli indigeni e delle comunita’ locali nei processi decisionali e per il riconoscimento dei loro diritti, cosi’ come riconosciuto da pertinenti strumenti internazionali e nazionali; – Supportare gli impegni con un forte sistema di monitoraggio e revisione e con meccanismi di attuazione che siano adeguati alla sfida di fermare e invertire la perdita di biodiversita’. – Procedere nella transizione verso modelli di produzione, consumo e di sistemi alimentari sostenibili che soddisfino i bisogni delle persone ma che siano compatibili con i limiti del pianeta e che includano una transizione rapida verso una crescita sostenibile, disaccoppiata dall’utilizzo delle risorse, anche attraverso un’economia che usi efficacemente le risorse, che sia circolare e che promuova cambiamenti comportamentali e un significativo aumento delle nature based solutions e degli approcci ecosystem-based, a terra e a mare. – Intensificare in maniera significativa gli sforzi comuni per ridurre gli impatti delle specie aliene invasive. – Ridurre significativamente l’inquinamento dell’aria, dei campi, del suolo, delle acque dolci e di quelle marine, eliminando in particolare la dispersione della plastica nei nostri mari entro il 2050, come anche l’inquinamento dovuto alle sostanze chimiche, all’eccesso di nutrienti, ai rifiuti pericolosi, anche grazie al rafforzamento del coordinamento, della cooperazione e della governance su scala globale per contrastare le microplastiche e l’abbandono di rifiuti in mare e, dedicando attenzione a un approccio basato sull’intero ciclo di vita e sostenendo un risultato ambizioso per il processo avviato con lo Strategic approach and sound management of chemicals and waste beyond 2020.
Proseguono gli impegni nell’ambito della ‘Leaders Pledge for Nature’: – Accrescere l’ambizione e allineare le politiche nazionali con quanto stabilito dall’Accordo di Parigi, predisponendo Nationally Determined Contributions e strategie a lungo termine, coerenti con gli obiettivi per la riduzione della temperatura dell’Accordo di Parigi e con l’obiettivo di Zero Emissioni Nette di gas serra entro la meta’ del secolo, rafforzando la resilienza climatica delle nostre economie e dei nostri ecosistemi e promuovendo la convergenza tra gli strumenti finanziari dedicati al clima e alla biodiversita’. – Porre fine ai crimini ambientali che possono influire seriamente sugli sforzi destinati ad affrontare il degrado ambientale, la perdita di biodiversita’ e il cambiamento climatico e possono indebolire la sicurezza, lo stato di diritto, i diritti umani, la salute pubblica e lo sviluppo sociale ed economico. – Garantire un quadro giuridico efficace, proporzionato e dissuasivo, rafforzando le forze dell’ordine che operano su scala nazionale e internazionale, offrendo un’effettiva cooperazione. Cio’ ricomprende anche considerare i crimini ambientali che coinvolgono gruppi criminali organizzati, come quelli che gestiscono il traffico illegale di animali selvatici e di legname. – Integrare la biodiversita’ nelle politiche rilevanti di settore e intersettoriali a tutti i livelli, incluse quelle riguardanti settori chiave come quello alimentare, agricolo, della pesca e della forestazione, dell’energia, del turismo, delle infrastrutture e dell’industria estrattiva, del commercio, delle catene di approvvigionamento e in quegli accordi e processi internazionali nodali che contemplano strumenti per indurre un cambiamento, compresi quelli promossi in ambito G7, G20, WTO, WHO, FAO, UNFCC, UNCD. – Integrare l’approccio “One-Health”, ad ogni livello, in tutte le politiche in tutti i processi che orientano la sostenibilita’ sanitaria e ambientale in maniera organica. – Rafforzare tutti gli strumenti di attuazione finanziari e non finanziari, per trasformare e riformare i settori economici e finanziari e per garantire il benessere delle persone e la salvaguardia del pianeta. – Migliorare la mobilitazione di risorse da tutte le fonti, pubbliche e private, massimizzando l’efficacia e l’efficienza nell’uso delle risorse esistenti e facilitando l’accesso a strumenti di sostegno laddove possa essere necessario, in modo da aumentare significativamente il supporto destinato alla biodiversita’, comprese le nature-based solutions. – Eliminare o ridefinire i sussidi e gli altri incentivi che sono dannosi per la natura, la biodiversita’ e il clima e aumentare, nel contempo, significativamente gli incentivi che hanno un impatto positivo o neutro sulla biodiversita’ attraverso tutti i settori produttivi. – Ottimizzare l’efficienza, la trasparenza e l’accountability nell’uso delle risorse esistenti, anche attraverso i co-benefici, il monitoraggio finanziario e gli schemi di rendicontazione. – Utilizzare un approccio nel delineare e nell’attuare le politiche basato sulle conoscenze scientifiche, che riconosca il contributo cruciale delle conoscenze tradizionali e dei popoli indigeni, cosi’ come della scienza e della ricerca impegnate nella lotta al degrado e alla perdita della biodiversita’ e al cambiamento climatico; e che coinvolga l’intera societa’, compresi i settori economici e finanziari, i popoli indigeni e le comunita’ locali, coloro che difendono i diritti umani ambientali, i governi e le autorita’ locali, i gruppi religiosi, le donne, i giovani, i gruppi della societa’ civile, l’accademia e gli altri stakeholde
Nell’approvare questa Carta di Impegni per la Natura, ‘gli aderenti si impegnano a realizzare azioni significative con una responsabilita’ condivisa nell’affrontare l’emergenza planetaria, segnando una svolta significativa nell’assunzione di responsabilita’ verso questa e le future generazioni sulla base della buona volonta’ e dalla capacita’ di raggiungere gli obiettivi in essa dichiarati’. Questa Carta di impegni, ha anche lo scopo di ‘sostenere il sistema delle Nazioni Unite e il suo ruolo fondamentale nel catalizzare la risposta globale alla crisi nei prossimi, decisivi, mesi e anni e segna il percorso che servira’ agli eventi e ai processi internazionali chiave che si susseguiranno nel 2021 nell’ambito del G7, del G20, del Congresso Mondiale dello IUCN, della Quinta Assemblea sull’Ambiente dell’ONU, della CoP 26 della Convenzione sui Cambiamenti Climatici (UNFCC) e della Conferenza ONU sugli Oceani, aprendo la strada ad un Piano Globale per la Biodiversita’ post-2020′.