Dopo aver raccontato nei dettagli la vicenda dell’interrogazione parlamentare presentata al Ministro dell’Università e Ricerca, Prof. Gaetano Manfredi, in merito alle trivellazioni delle scorse settimane ad Agnano, il Prof. Benedetto De Vivo esprime il suo punto di vista sulla tematica “Università e Concorsi”.
“Faccio da uomo libero, delle considerazioni sulle Università e sul ruolo svolto da ex Rettore di Università di Napoli Federico II e ex Presidente della CRUI, ora Ministro dell’Università e della Ricerca. A scanso di equivoci, il mio pensiero è ampiamente esplicitato nel libro “De Vivo B., 2019. Università, Territorio, Ambiente, Aracne Editrice, Roma”. Nel libro parlo in modo esplicito, senza riguardi per nessuno, dei mali che affliggono il sistema universitario Italiano, nella consapevolezza che nelle nostre Università, per una prassi consolidata, non si può mettere in discussione un sistema consolidato di privilegi che non fa che favorire le carriere degli amici degli amici, “appartenenti”, secondo logiche delle guerre per bande. Logiche che già i grandi intellettuali, Gaetano Salvemini, nel 1908 (Cocò all’Università di Napoli, o la scuola della malavita, La Voce), e Benedetto Croce, nel 1909 (Il Caso Gentile, e la disonestà nella vita universitaria italiana, La Terza e Figli, Bari) definivano, “sistemiche” come espressione malavitosa della “teppa universitaria”. Ho cercato di combattere queste logiche nella struttura della Università Federico II, dal 1987 al 2017 (con Rettore lo pseudo-progressista Manfredi negli ultimi 7 anni), nella quale mi trovavo ad operare, nell’ottica del think global, act local. Ma la “mia logica” da corpo estraneo non poteva che essere impopolare. In particolare, nel 2017, poco prima del mio pensionamento da Università, non ho esitato a denunciare il Rettore Manfredi per abuso di potere e per omissione di Atti pubblici, in relazione alle vicende di uno dei tanti Concorsi farsa, che si fanno all’Università. Nella sostanza moltissimi di questi pseudo Concorsi, sono stati e sono delle Ope Legis mascherate. Tutte le vicende del finto Concorso (sulla carta aperto a tutti i candidati valutati come Idonei a livello nazionale, ma nella realtà con un vincitore già-predesignato) sono state da me rese pubbliche con interventi su Stampa (La Repubblica-Napoli), su sito di ateneo.docenti.unina, e segnalate all’ANAC. Con le denunce alla Magistratura, avevo sperato che potesse esistere il famoso “Giudice a Berlino” invocato dal contadino che si permetteva di denunciare le prepotenze private che subiva da parte del Kaiser. Ma ahimè, detto Giudice, pare proprio che non esista. Il GIP ha archiviato la vicenda da me denunciata, scrivendo che “l’escussione a sommaria informazione dei Professori, sarebbe stata inammissibile perché non pertinente con la notizia di reato”. Forse, l’escussione, visto che citavo diversi Professori a testimonianza di fatti e dichiarazioni rese in Consigli di Dipartimento, da me denunciati, avrebbe dovuto coinvolgere gli uscieri dell’Università (uscieri che però non partecipano ai Consigli di Dipartimento!).
Nelle primarie Università anglo-sassoni (Harvard, Stanford, Cambridge, MIT…) non c’è alcuna legge scritta che vieti, per esempio, comportamenti e pratiche secondo quello che viene definito sinteticamente come l’in-breeding system (sistema incestuoso). C’è però una prassi consolidata che lo evita (salvo rare eccezioni). Questa prassi è regolata da un valore che in assoluto non esiste in Italia: etica personale e pubblica, da tutti condivisa e praticata. I Rettori di quelle Università di questi valori non codificati ne sono i custodi e li fanno rispettare. Non bisogna rivolgersi alla Magistratura per sperare che vengano rispettati. Nelle nostre Università questi valori, salvo le poche eccezioni in positivo che pur ci sono in alcune Università, per lo più del Nord, sono semplicemente ignoti, e conseguentemente la legalità viene interpretata con somma superficialità, avente come trave portante del tutto proprio l’in-breeding system, evitato come la peste nelle primarie Università straniere.
Ma i Concorsi-farsa all’Università continuano, nonostante le buone intenzioni del Legislatore, che ha prodotto una ennesima Legge, per indurre gli Operatori (i Professori Universitari) ad operare in modo virtuoso. Cito qui, in anticipo, il caso di un posto di Ricercatore di Tipo RTDb, messo a concorso presso il Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse (DiSTAR) di Università Federico II, di cui con largo anticipo si conosce già il nome della vincitrice. Questo perché, nell’arroganza dei privilegi, è stato già dichiarato in riunioni ristrette all’interno del Dipartimento che bandisce il Concorso a chi è destinata la posizione, per la quale il Consiglio di Dipartimento, ha approvato uno stellone con la specificazione delle competenze di cui devono essere in possesso i candidati. Competenze che è molto dubbio siano in possesso della candidata già “dichiarata” destinataria del Concorso. Ma indipendentemente dalla “competenza” o meno della dichiarata vincitrice, è pensabile che si possa bandire un Concorso pubblico, con dichiarazioni ufficiali di chi sarà la vincitrice?
Avendo operato per trentun’anni nell’Università, che rappresenta la punta di diamante della cultura di un popolo, in quanto luogo di formazione dei giovani e quindi delle classi dirigenti, non posso non rimarcare che se in detta Istituzione non si opera attraverso il rispetto della legalità, come poi si può pretendere che i giovani che essa forma possano essere portatori di cultura e legalità nel Paese? Il Ministro Manfredi, che, da Rettore della Federico II, non ha ritenuto di sanare esemplarmente una palese illegalità procedurale da me denunciata sia a lui nella sua veste di Rettore che all’ANAC, dovrebbe spiegare quali siano i valori, in mancanza di quelli etici, che per magia dovrebbero presiedere al funzionamento dell’Università Italiana. Insomma può il Prof. Manfredi, ora chiedere da Ministro, ai vari Rettori che facciano rispettare quella legalità, che lui stesso da Rettore ha volutamente, mancato di fare rispettare a Professori di un Dipartimento della sua Università?”.
A cura di Benedetto De Vivo, Professore Straordinario presso l’Università Telematica Pegaso, Napoli; Adjunct Professor: presso Virginia Tech, Department of Geosciences, Blacksburg 24061, VA, USA; Nanjing University, Nanjing, China; Hubei Polytechnic University, Huangshi, China. Già Prof. Ordinario di Geochimica Ambientale presso l’Università di Napoli Federico II.
2019 Gold Medal Award dell’Association of Applied Geochemistry; 2020 International Research Award as Innovative Researcher in Applied Geochemistry (by RULA AWARDS & IJRULA); In Lista di University Manchester, UK, tra i Top Italian Scientists (http://www.topitalianscientists.org/top_italian_scientists.aspx) nella Disciplina Natural & Environmental Sciences, 2019.