“Mentre tutti i tg mandano immagini della riapertura delle Scuole, ce n’è una che è malinconicamente Chiusa. Si tratta della scuola di Amatrice. Mancano spazi? NO. Mancano banchi? NO Manca il personale!!!!!! Sarebbe stato bello se un telegiornale si fosse recato in questa terra per parlare di questa situazione incredibile. Ma in fondo non conviene a nessuno.
#bambinidimenticati #tristezzainfinita“. E’ questo il post pubblicato questa mattina su Facebook da Sergio Pirozzi, ex sindaco di Amatrice, comune tra i più colpiti dal terremoto del Centro Italia del 24 agosto 2016.
L’Istituto Comprensivo ‘Sergio Marchionne’, l’unica scuola di Amatrice, è dunque chiusa. Bambini a casa, contrariamente ai coetanei del resto d’Italia perché ancano gli insegnanti. “E’ verissimo – conferma all’Adnkronos Antonio Fontanella, attuale sindaco del comune al centro del cratere sismico -. Non hanno provveduto alla nomina dei docenti e non c’erano le condizioni per poter avviare l’attività didattica. Ogni anno purtroppo queste nomine le fanno troppo tardi, mancava anche il dirigente scolastico e chi era stato nominato ha rinunciato. Ne hanno nominato un altro, venerdì scorso, ma non sarà qui prima di venerdì”.
“Mai nella storia di Amatrice si è verificata una vergogna simile. Perfino nel momento di maggiore difficoltà, a pochi giorni del terremoto, riuscimmo a garantire l’inizio per tempo dell’anno scolastico grazie ai moduli inviati dal Trentino Alto Adige”, dichiara invece Pirozzi commentando la chiusura. “Al di là del fatto che abbiamo sempre chiesto l’autonomia scolastica, perché il dirigente era in tre scuole diverse – prosegue l’ex primo cittadino – al di là delle passerelle politiche, eccoli i veri problemi delle aree terremotate. Quanto accaduto testimonia il progressivo disinteresse verso tutte le aree colpite dal terremoto – conclude Pirozzi – i nostri figli di serie B, nonostante la scuola sia stata donata. Chi ha le redini, tra Governo, Ministro e Regione Lazio, dia attenzione alla gente del cratere sempre, non solo quando ci sono le ricorrenze”.