La riapertura della scuole al tempo del post lockdown da Covid-19, che qualche bocciatura ha evidenziato nel Paese, vede, invece, promossi a pieni voti gli istituti realizzati grazie agli 8,2 milioni di euro erogati, come compensazione ai Comuni lambiti da A58-TEEM, dalla Concessionaria nell’ottica di contribuire all’ammodernamento del sistema educativo lombardo.
«Tuttoscuola» e altri portali specializzati assegnano, infatti, dieci e lode alla prima settimana di ripresa dell’attività in presenza dell’IC «Ungaretti» e della Materna «Umberto I» di Melzo. Giudizio analitico: al rientro nelle aule, gli 800 allievi non hanno trovato solo distanziamento, mascherine e banchi monoposto ma anche lezioni nella Natura, responsabilizzazione e simulazioni di robotica.
«Viviamo i giorni iniziali di una stagione che, probabilmente, si rivelerà non facile – ha dichiarato, stamattina, la preside Stefania Strignano, protagonista, assieme a professori, maestri e studenti, di un video pubblicato su diversi siti del settore e scaricato da moltissimi genitori e addetti ai lavori -. Nulla è andato perduto. Ricominciamo dalla ricchezza di vedute racchiusa nel nostro bagaglio».
Di potenzialmente virale nella Secondaria, nella Primaria e nell’Asilo, limitrofi ad A58-TEEM (33 chilometri da Agrate a Melegnano raccordati con A4 Torino-Trieste, A35 BreBeMi e A1 Milano-Napoli) e messi a terra in virtù dei fondi stanziati da Tangenziale Esterna SpA, rimane, insomma, soltanto la clip che la dirigente ha messo in Rete con l’obiettivo di documentare tale ripresa da manuale.
L’eccellenza infrastrutturale, formativa e informatica ha scandito, d’altra parte, sin dall’inaugurazione il funzionamento del Comprensivo «Ungaretti», che finì sotto i riflettori dei media il 2 marzo scorso quando la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina si collegò, via Skype, proprio con quest’istituto per confermare il blocco delle lezioni in presenza e annunciare l’avvento della didattica on-line.
Quell’intervento, effettuato allorché lo stop imposto dall’allerta Coronavirus era ancora fresco, trasmesso in diretta dalle emittenti televisive nazionali e richiamato dalla titolare del Dicastero in un’intervista rilasciata a «Porta a Porta», venne interpretato, come alcuni sanno, alla stregua di un sorta di manifesto della fruibilità, teoricamente universale, delle lezioni impartite da remoto.
L’«Ungaretti», battezzato l’8 settembre 2018 dall’allora ministro dell’Istruzione Franco Bussetti e considerato dall’allora presidente dell’ANAC Raffaele Cantone un riferimento per la trasparenza degli appalti, era ritenuto, comunque, una scuola-pilota dai Provveditorati già prima che lo scenario da fanta-horror, profilatosi in Cina dal dicembre 2019 in avanti, si tramutasse in realtà pure in Italia.
Il Comprensivo, progettato dal Politecnico di Milano a forma di astronave, edificato ex novo nell’area dell’ex Stadio Vistarini, risultava caratterizzato, difatti, sin da subito dall’introduzione di moduli delineati da Apple, dall’arredo ergonomico mirato a rompere lo schema dei corsi frontali, dalle lavagne interattive e dai sensori per la rilevazione di temperatura, umidità e anidride carbonica.
All’avanguardia nell’uso dei tablet viene reputata, inoltre, anche l’«Umberto I», ubicata nel palazzo dell’800 in cui si formarono generazioni di melzesi e rinata nel 2018 al termine della trasformazione. Vasta eco suscitò, nell’ottobre 2019, la notizia che il Gestore Servizi Energetici avesse assegnato 500.000 euro al Comune «per aver inventato un Asilo a consumo zero recuperando uno stabile».