Simona Russo, 41enne romana, abita a Cinquina, periferia del III Municipio, sopra al quartiere di Montesacro a Roma. A Cinquina, così come nei quartieri vicini, c’è un enorme problema che i residenti si trascinano dietro da mesi: la raccolta dei rifiuti, eseguita tramite il porta a porta, è bloccata da fine aprile, quando l’Ama ha rescisso il contratto con l’azienda che portava via i rifiuti dei commercianti. Il risultato sono i secchi stracolmi del porta a porta nei condomini, che attirano insetti, blatte, topi, volpi ma soprattutto cinghiali. Proprio questi ultimi sono stati i protagonisti della brutta disavventura vissuta da Simona, di ritorno da una cena da amici.
“Ho difeso mia figlia in ogni modo, pensavo che quei rumori fossero provocati dal rovistare di un gatto e invece ho visto venire contro di noi un branco di cinghiali. Sono rimasta di ghiaccio, immobile, ma l’amore per mia figlia mi ha fatto reagire: fortunatamente ho avuto la prontezza di aprire l’auto con il telecomando, si sono accese le luci ed è stata la salvezza”, racconta Simona. “Non più solo di notte, ormai i cinghiali entrano nei giardini dei condomini anche di giorno e banchettano sui rifiuti. Mia figlia ed io abbiamo rischiato la vita, non abbiamo nulla contro gli animali, anzi, ma ormai la situazione è arrivata al limite – dice Simona, impiegata – uno dei cinghiali è entrato nel giardino condominiale di una mia amica, ma lo sa cosa significa convivere con la paura che un animale del genere ti entri dentro casa? Non viviamo più”.
Simona ha deciso di lanciare insieme ad altri residenti una class action contro Ama per chiedere il rimborso della tassa sui rifiuti pagata nell’ultimo anno. “La situazione è insostenibile – spiega – i turni di raccolta saltano e se proviamo a fermare gli operatori dell’Ama per protestare contro il mancato servizio ti rispondono: “Il camion sul quale sversiamo i rifiuti ormai è pieno, non possiamo prendere i vostri sacchetti dell’immondizia”. A causa dei cumuli dei rifiuti, nei condomini arrivano gli insetti e i residenti sono costretti a pagare la disinfestazione contro blatte e topi. “Almeno 200 euro a palazzina”, sottolinea Simona.
“Per i miasmi che provengono dai secchi dell’immondizia sono costretta a dormire con la mascherina, ma mai mi sarei aspettata di rischiare così tanto per un incontro ravvicinato con i cinghiali: ormai la situazione è fuori controllo”. I residenti e il III Municipio chiedono di abbandonare il porta a porta e di tornare ai cassonetti. Ama ha ammesso le difficoltà e sta valutando il ritorno alla raccolta meccanizzata.