Gli incubi, molto spesso, sembrano dei set televisivi: tra rapimenti alieni, apparizioni, fantasmi, demoni e ombre, gli ingredienti per un film horror ci sono tutti. L’ansia dovuta ad un incubo si amplifica perché non di rado, durante il sonno agitato, ci si sente ‘paralizzati’, bloccati al letto e quasi prigionieri del proprio corpo. Ora, un team di ricercatori britannici e italiani ha messo a punto un nuovo approccio per trattare la paralisi del sonno, ovvero una condizione che spiegherebbe molti di questi fenomeni notturni misteriosi. Si tratta di “una speciale tecnica di meditazione e rilassamento”, spiegano gli autori di uno studio pilota, pubblicato su ‘Frontiers in Neurology’ e condotto in Italia su 10 pazienti con narcolessia, afflitti da paralisi notturna.
“Sappiamo che il 20% della popolazione sperimenta episodi di paralisi del sonno. E in queste occasioni a volte si vedono esseri misteriosi“, spiega all’AdnKronos Salute Baland Jalal, ricercatore del Department of Psychiatry della Cambridge University, autore dello studio in collaborazione con il team di Giuseppe Piazzi del Dipartimento di Scienze biomediche e neuromotorie dell’Università di Bologna/Irccs Istituto delle Scienze neurologiche di Bologna. “So in prima persona quanto possa essere terrificante la paralisi del sonno, avendola sperimentata molte volte io stesso – confessa Jalal – Ma per alcune persone, la paura può far sì che andare a letto, che dovrebbe essere un’esperienza rilassante, diventi un momento di terrore”.
La paralisi del sonno causa un ‘congelamento‘ dei muscoli scheletrici e si verifica all’inizio del sonno o appena prima del risveglio. Mentre si trova in condizione di immobilizzazione, l’individuo è consapevole di ciò che la circonda. Le persone che sperimentano questo fenomeno spesso riferiscono di essere terrorizzate da presunti intrusi in camera da letto, spesso descritti come fantasmi, demoni e persino rapimenti alieni. Fino a una persona su cinque sperimenta la paralisi del sonno, che può essere innescata dalla privazione del riposo ed è più frequente in condizioni psichiatriche come il disturbo da stress post-traumatico.
Altra condizione molto comune è la narcolessia, ovvero un disturbo del sonno che comporta un’eccessiva sonnolenza diurna e un’improvvisa perdita del controllo muscolare. Nonostante la condizione sia nota da tempo, non esistono trattamenti specifici o studi clinici pubblicati che consentono di intervenire con metodiche mirate. Il team ha testato una terapia originariamente sviluppata da Jalal, che insegna ai pazienti a seguire quattro passaggi ‘chiave’ durante un episodio di paralisi notturna: rivalutazione del significato dell’attacco (occorre ricordare a se stessi che l’esperienza è comune, benigna e temporanea e che le allucinazioni sono un tipico sottoprodotto del sogno); distanziamento psicologico ed emotivo (ricordando a se stessi che non c’è motivo di avere paura o preoccuparsi e che la paura e la preoccupazione non faranno che peggiorare l’episodio); meditazione focalizzata verso l’interno (come il ricordo di una persona cara o di un evento, un inno, una preghiera); rilassamento muscolare (evitando di controllare la respirazione e in nessun caso tentare di muoversi). I partecipanti hanno dovuto tenere un diario giornaliero per 4 settimane per valutare la comparsa, la durata e le emozioni suscitate della paralisi del sonno. Complessivamente, tra i 10 pazienti, due terzi (66%) hanno riportato allucinazioni, spesso al risveglio dal sonno (51%) e meno frequentemente dopo essersi addormentati (14%), come valutato durante le prime 4 settimane.
Tra i partecipanti, sei hanno completato questionari su umore/ansia e sono state insegnate loro le tecniche di terapia, testate 2 volte a settimana per 15 minuti. Il trattamento è durato 8 settimane. Nelle prime 4 settimane dello studio, i partecipanti al gruppo meditazione-rilassamento hanno sperimentato la paralisi del sonno in media 14 volte in 11 giorni. Il disturbo causato dalle loro allucinazioni è stato valutato 7,3 su una scala di 10 punti. Nell’ultimo mese di terapia, il numero di giorni con paralisi del sonno è sceso a 5,5 (-50%) e il numero totale di episodi è sceso a 6,5??(-54%). Si segnala anche una notevole tendenza alla riduzione del disturbo causato da allucinazioni, con le valutazioni di gravità scese da 7,3 a 4,8. Un gruppo di controllo di 4 partecipanti ha seguito la stessa procedura, praticando però la respirazione profonda invece della terapia.
Nel gruppo di controllo, il numero di giorni con paralisi del sonno (4,3 al mese all’inizio) è rimasto invariato, così come il numero totale di episodi (4,5 al mese inizialmente). Il disturbo causato dalle allucinazioni è rimasto invariato (valutato 4 durante le prime 4 settimane). “Sebbene il nostro studio abbia coinvolto solo un piccolo numero di pazienti, possiamo essere cautamente ottimisti sul suo successo”, ha precisato Jalal. “La terapia di meditazione-rilassamento ha portato a un drastico calo delle volte in cui i pazienti hanno sperimentato la paralisi del sonno, inoltre tendevano a trovare le allucinazioni meno inquietanti. E’ un passo nella giusta direzione“, dice l’esperto.