Stephen Hawking ci ha lasciati nel 2018, in un giorno molto particolare: all’età di 76 anni si è spento l’astrofisico noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri.
La sclerosi laterale amiotrofica, con la quale ha convissuto per gran parte della sua esistenza, non gli ha impedito di lavorare come docente e di svolgere i suoi studi su relatività, quantistica e cosmologia.
Il suo quoziente d’intelligenza era 160 o 165, lo stesso di Albert Einstein e Isaac Newton: era i più autorevoli e conosciuti fisici teorici al mondo, noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri, sulla cosmologica quantistica e sull’origine dell’universo. Vincolato all’immobilità dagli anni ottanta a causa di una malattia del motoneurone, diagnosticatagli già nel 1963 (una forma a lenta progressione di sclerosi laterale amiotrofica) Hawking era limitato a comunicare con un sintetizzatore vocale: in un corpo distorto dalla malattia risiedeva una mente estremamente brillante, affascinata dall’essenza dell’Universo, dal suo processo di formazione e dal modo in cui poteva finire.
Per due volte ha rischiato di morire: nel 1985 e nel 2009, per due gravi forme di polmonite.
“Il mio obiettivo è semplice“, ha detto un giorno. “È la comprensione totale dell’Universo“, “capire perché è così com’è e perché esiste“. Il suo lavoro sulla cosmologia quantistica e sulla funzione d’onda dell’universo, secondo alcuni, è la ragione del ritrovato interesse per questa teoria. Ha fornito la prova matematica del teorema dell’essenzialità (No-Hair Theorem) di John Archibald Wheeler, cioè che i buchi neri sono caratterizzati solamente da tre proprietà: la massa, il momento angolare e la carica elettrica. Ha inoltre proposto le quattro leggi della termodinamica dei buchi neri, in analogia con la termodinamica classica, in modo da non violare specialmente il secondo principio della termodinamica. Nel 1974 ha dimostrato che, dal punto di vista termodinamico, i buchi neri sono corpi neri e sono descritti dalle leggi della termodinamica: posseggono cioè una temperatura e un’entropia definite dal loro campo gravitazionale e dalla loro superficie.
La vita di Stephen Hawking in dieci date
- 8 gennaio 1942: nasce a Oxford;
- 1962: a soli venti anni si laurea in Fisica all’Università di Oxford e inizia a studiare astronomia a Cambridge, dove nel 1966 pubblicherà la sua tesi sulle “proprietà dell’universo in espansione“;
- 1964: scopre di essere affetto da una malattia degenerativa invalidante, la sclerosi laterale amiotrofica, detta anche malattia di Lou Gehrig o di Charcot;
- 1965: sposa Jane Wilde, da cui divorzierà nel 1995 per sposare poi Elaine Mason;
- 1974: diventa il membro più giovane della storia della Royal Society, la prestigiosa accademia delle scienze britannica;
- 1979: diventa professore di Matematica all’Università di Cambridge, una cattedrà che terrà per 30 anni;
- 1985: perde definitivamente l’uso del linguaggio dopo essere stato sottoposto ad una tracheotomia in seguito ad una polmonite. Da quel momento, comunicherà tramite un computer con sintetizzatore vocale;
- 1988: pubblica ‘Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo’, un libro di divulgazione scientifica in cui spiega i più grandi principi della cosmologia;
- 2007: per alcuni secondi sperimenta l’assenza di peso in volo, a bordo di un aereo appositamente allestito;
- 2014: esce il film biografico, che racconta la sua vita, ‘La teoria del tutto’, con la regia di James Marsh.
Stephen Hawking, il libro di Leonard Mlodinow
La malattia che ha imprigionato Hawking sulla sedia a rotelle non gli ha impedito di vivere una vita amorosa tumultuosa e di tessere complicate relazioni sentimentali, compreso un singolare ménage familiare.
La complessa rete di relazioni dell’astrofisico è protagonista del libro “Stephen Hawking“, appena uscito nel Regno Unito per le edizioni Allen Lane: è l’amico e collega Leonard Mlodinow a rivelare nuovi particolari.
A proposito della relazione di Hawking con Jane Wilde, la prima moglie (hanno avuto 3 figli), l’autore scrive che negli ultimi anni del loro amore era diventata più una badante che una compagna innamorata: “Fare l’amore con lui era diventata un’esperienza spaventosa e vuota. Anche il pensiero di fare sesso con lui sembrava innaturale e il suo desiderio per lui svanì. Jane aveva finito per annichilirsi, una volta mi disse che non sapeva più chi fosse realmente. Era convinta che l’attività sessuale avrebbe potuto ucciderlo, diceva che ormai aveva il corpo di una vittima dell’olocausto.”
La storia con Jane durò 20 anni, e proseguì accogliendo in casa il nuovo amore di lei, Jonathan Helleyer Jones, e quello di Hawking, Elaine Mason, che diventò poi la seconda moglie dell’astrofisico.
“Elaine non si sentì come Jane respinta dalla condizione fisica di Stephen, al contrario, era attratta da lui,” scrive Mlodinow. “Si separò dal marito, amava la forza di Stephen“.
La relazione tra Hawking ed Elaine Mason fu burrascosa, tra liti e riappacificazioni.
La stessa Elaine ha raccontato all’autore del libro: “Stephen era come un attore. Doveva essere il centro dell’attenzione, il centro dell’universo. Lo adorava. Gli dava energia. Amava le persone, aveva una vita molto dura ma era un uomo incredibilmente coraggioso. Non si è mai, mai lamentato, mai, ma aveva bisogno di essere al centro dell’attenzione. E, sì, probabilmente me ne sono risentita. Non sempre, ma quando ero stanca o uno degli assistenti stava flirtando con lui, o qualunque cosa fosse. Ma era una cosa temporanea. Il risentimento sarebbe passato. In fondo, era il mio unico amore.”