Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, il giovane Paul Kern si unì a milioni di connazionali ungheresi nel rispondere alla chiamata per vendicare il loro arciduca caduto, Francesco Ferdinando. Entrò dunque a far parte dell’esercito ungherese e, poco dopo, al corpo d’élite delle truppe d’assalto che avrebbero aperto la strada allo sgombero delle trincee russe sul fronte orientale. Nel 1915, un proiettile russo gli attraversò la testa e lui perse conoscenza, per risvegliarsi miracolosamente in un ospedale da campo.
Dal momento in cui ha ripreso conoscenza fino alla sua morte avvenuta nel 1955, Kern non ha più chiuso occhio. E sopravvisse così per quarant’anni, sebbene il sonno sia considerato da tutti un elemento necessario per la stessa vita umana. Ci sono molte ragioni fisiche per questo: il sonno provoca il rilascio di proteine ??nel cervello, interrompe le sinapsi che non sono necessarie e ripristina le funzioni cognitive. Le persone che non dormono hanno allucinazioni e cambiamenti di personalità. L’insonnia, durante una serie di esperimenti, ha persino ucciso i topi di laboratorio.
Paul Kern, però, è stato un’eccezione: sveglio per 40 anni non ha manifestato nessuno di questi sintomi. Il suo problema più grande nell’essere sveglio 24 ore al giorno erano i costi associati proprio all’essere sveglio. Secondo quanto riferito all’epoca, i medici che avevano a che fare con le condizioni di Kern per la prima volta erano sempre scettici, ma lui viaggiò in lungo e in largo, consentendo a chiunque volesse esaminarlo di farlo. L’uomo è stato sottoposto a raggi X in diversi ospedali dall’Austria all’Australia: il proiettile che gli ha attraversato la tempia destra, è uscito e non è mai stato trovato.
Un medico ha teorizzato che Kern potesse essersi probabilmente addormentato per alcuni secondi durante il giorno, senza rendersi conto di essersi mai addormentato, ma nessuno di coloro che vivevano con lui aveva mai notato Kern addormentarsi. Altri medici hanno ipotizzato che il proiettile avesse strappato via tutta l’area fisica del cervello che doveva essere reintegrata dal sonno, ma erano convinti che sarebbe morto prematuramente a causa di tutto questo.
Kern morì in quella che oggi sarebbe considerata un’età relativamente giovane, ma all’epoca non lo era. La sua veglia causava mal di testa solo quando non riposava gli occhi per almeno un’ora al giorno per dare al suo nervo ottico una pausa necessaria. Ma dato che Paul Kern aveva un terzo in più dei suoi giorni a disposizione, trascorreva il tempo saggiamente, leggendo e trascorrendo del tempo con i suoi amici più cari. Sembra che abbia sfruttato al massimo gli anni che quel proiettile russo voleva togliergli.