Nel 2018, in Italia sono stati 3 milioni (+3,4% rispetto all’anno precedente e +0,5% rispetto alle altre figure professionali)[1] i posti di lavoro ricercati nell’ambito della sostenibilità. Numero che crescerà, visto che entro il 2023 le aziende italiane avranno bisogno di altri 481mila professionisti con competenze nel green[2]. E oggi, a quelle nuove professioni che si fanno largo nel mondo del lavoro si aggiungono delle competenze in sostenibilità sempre più richieste anche nei lavori “tradizionali”, come il nutrizionista, l’ingegnere energetico o anche l’avvocato. Empatia, transdisciplinarità, agency e system thinking saranno, secondo Fondazione Barilla, le competenze trasversali (o soft skills) più ricercate dai recruiter da qui a 10 anni. Professionisti che saranno chiamati a operare con un approccio al loro lavoro in linea coi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU, per garantire al Pianeta un futuro che sia sostenibile (non solo in termini ambientali, ma anche di coesistenza tra le persone, di lotta alla fame e alla povertà, ecc.). Insomma, a lavori del tutto nuovi come il promotore edile di materiali sostenibili; l’Ecobrand Manager o il Localizer, si affiancano competenze da applicare ai lavori tradizionali. E il ruolo dell’Università nel formare gli studenti su questi nuovi argomenti sarà centrale. A loro Fondazione Barilla mette a disposizione il Food Sustainability Index EDU, strumento educativo che risponde all’esigenza di trovare nuovi approcci per insegnare la sostenibilità alimentare e nato con l’obiettivo di dare agli studenti gli strumenti utili a capire le mille potenzialità di questo ambito, identificare le buone pratiche e le sfide che saremo chiamati ad affrontare in futuro.
Il FSI EDU sarà presentato ai docenti oggi 10 settembre a partire dalle ore 16.00 nel corso di un webinar dal titolo “Teaching the complexity of food sustainability in the Decade of Action” (è possibile registrarsi per seguire il webinar a questo link) che vedrà la presenza di esperti internazionali, alcuni provenienti dalla Finlandia, dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, quali: Francesca Allievi, Ricercatrice di Fondazione Barilla e Senior Lecturer presso la JAMK University of Applied Sciences, Martin Koehring, Direttore, Food Sustainability Index e Head, World Ocean Initiative, The Economist Group, Francesca Recanati, Ricercatrice di Fondazione Barilla, Lisa Sasson, Dean Associate of Global Affairs and Experiential Learning e professore di clinica presso il Dipartimento di nutrizione e studi alimentari della New York University, Minna Junttila, docente senior di gastronomia sostenibile presso la JAMK University of Applied Sciences, Patrizia Lombardi, Politecnico di Torino e Presidente del Comitato di Coordinamento della RUS – Rete Universitaria per lo Sviluppo Sostenibile e Danielle Nierenberg, Presidente e Fondatrice di Food Tank.
FSI EDU si basa sul Food Sustainability Index (FSI)[3], che studia le sfide nutrizionali, la sostenibilità dei sistemi agricoli e lo spreco di cibo in 67 Paesi, e raccoglie manuali, video e slide in grado di accompagnare i docenti in questo percorso di insegnamento, offrendo collegamenti multidisciplinari e con i 17 SDGs.
“Nel 2015 la Fondazione Barilla ha lanciato lo Youth Manifesto, documento che ipotizzava un mondo più sostenibile attraverso l’impegno delle generazioni più giovani. A distanza di 5 anni, abbiamo lanciato FSI EDU, strumento col quale vogliamo fare un passo avanti verso un contributo concreto al cambiamento degli attuali sistemi agroalimentari. Siamo fortemente convinti che la formazione di docenti e studenti sia la chiave per insegnare l’importanza di un approccio collaborativo e sistemico al raggiungimento dei 17 SDGs che hanno una profonda relazione con il cibo. FSI EDU si inserisce proprio all’interno di questo percorso. Se a questo aggiungiamo che l’attuale pandemia da COVID-19 ci ha spinto a ripensare la nostra quotidianità, diventa facile intuire come l’insegnamento di nuove skills sia cruciale per inserire i giovani in un settore competitivo come quello del lavoro, che è chiamato a essere più green, smart e social”, ha dichiarato Sonia Massari, ricercatrice nell’area educazione di Fondazione Barilla.
Consigliato per le classi di laurea triennale e la magistrale in tutti i corsi di laurea, il Food Sustainability Index Edu è disponibile sul sito della Fondazione Barilla (qui) ed è particolarmente indicato per le discipline di Economia Agraria, Studi Alimentari, Ingegneria Ambientale, Turismo e Gestione Alberghiera, Scienze della Nutrizione e Geografia. Finora, FSI Edu è stato sperimentato sia online che in presenza con circa 200 studenti che studiano discipline trasversali come per esempio: ingegneria, nutrizione, scienze del turismo, design ed economia.
Secondo Fondazione Barilla, al primo posto delle competenze trasversali indispensabili per accedere al mondo del lavoro c’è sicuramente l’empatia, perché per comprendere un tema complesso come quello della sostenibilità legata al cibo bisogna saper sviluppare forte sensibilità verso l’ambiente intorno a noi. Grazie a FSI EDU, gli studenti avranno inoltre la possibilità di accrescere:
- La transdisciplinarità, capacità di riuscire ad andare oltre il proprio ambito di studi integrando dinamiche trasversali e, al tempo stesso, complementari. È il caso del nutrizionista o del dietologo che, nel suggerire regimi alimentari secondo le necessità dei pazienti, studia la sostenibilità del cibo indicando prodotti che al tempo stesso facciano bene non solo alla salute delle persone, ma anche a quella del Pianeta;
- L’Agency, ovvero la capacità di essere “fautori” del cambiamento all’interno di un sistema già predefinito. Questo è il caso del promotore edile di materiali sostenibili, ovvero l’esperto che suggerisce e/o sceglie i materiali più indicati (e sostenibili) per la realizzazione di un impianto, applicando i più innovativi criteri di sostenibilità ambientale;
- Il System Thinking o la capacità di osservare un intero processo e mettere tutto a sistema come il Localizer che usa le innovazioni e la tecnologia per avere un impatto significativo all’interno delle città. Chi possiede questa abilità potrà trovare lavoro anche come Ecobrand Manager, ricercato per la sua capacità di monitorare il mercato di riferimento, di organizzare e di studiare le strategie di marketing più adatte ai prodotti sostenibili.
[1] “Rapporto annuale GreenItaly 2019”, Fondazione Symbola e Unioncamere
[2] “Focus Smart &Green, l’economia che genera futuro”, Censis e Confcooperative
[3] L’indice realizzato dalla Fondazio Barilla in collaborazione con The Economist Intelligence Unit