Coronavirus, Pierluigi Lopalco: “Natale è un’era geologica in tempi di pandemia, i tamponi aumentano perché aumentano i positivi non il contrario”

"Da oggi fino a Natale, per i tempi di una pandemia, c'è un'era geologica. Davvero non possiamo sapere cosa può accadere in così tante settimane. Monitoriamo la situazione attentamente"
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Il sistema dei trasporti di una regione o di una nazione “non si può rivoluzionare in poche settimane: si tratta di investimenti importantissimi da mettere in campo. Se decidiamo, come sistema Paese, di metterli in campo facciamolo. Ma non è qualcosa che può esser demandata agli enti locali: si tratta di aumentare il parco autobus, di potenziare le metropolitane. Sono investimenti enormi”. E’ il parere di Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e assessore in pectore alla Sanità della Puglia, ospite a ‘Timeline’ su Sky Tg24. Come misure per decongestionare i trasporti “si era pensato anche ad alternative che avrebbero potuto alleggerirli nell’ora di punta, come gli orari flessibili a scuola o il ritorno un po’ più massiccio allo smartworking. In attesa della possibilità di rafforzare l’infrastruttura, si potrebbe pensare anche a queste misure alternative”.

Ritornare alla didattica a distanza per limitare i contagi di Covid-19?Credo debba essere l’ultima ratio. Dovremmo anche dimostrare che la scuola si stia comportando da amplificatore del virus. E questa evidenza non l’abbiamo. In Puglia di cluster interscolastici – aggiunge – ne abbiamo avuti pochissimi. Nella provincia di Bari, con un milione mezzo di abitanti, su 25 scuole toccate dal virus solo in una si è creato un focolaio. Gli altri erano casi singoli. Quindi la scuola ha funzionato come cartina di tornasole del fatto che c’era qualche contagio intrafamiliare. Ragioniamo bene prima di prendere queste decisioni. Se il problema sono i trasporti concentriamoci a risolvere quel problema prima di mandare gli alunni a casa”, ha concluso.

“I numeri della pandemia che ci stanno facendo spaventare, come numeri assoluti, non hanno la stessa proporzione di ricoveri della prima fase. Mentre nella prima fase avevamo 30 o 40 ricoveri ogni 100 casi, oggi ne abbiamo un quarto di meno. Molti sono asintomatici e possono stare a casa. Gli ospedali non sono sotto stress. Noi abbiamo un piano – ha spiegato Lopalco parlando della Puglia – tale che ogni volta che si occupa il 50% dei letti, apriamo dei nuovi reparti”.

“Da oggi fino a Natale, per i tempi di una pandemia, c’è un’era geologica. Davvero non possiamo sapere cosa può accadere in così tante settimane. Monitoriamo la situazione attentamente“.

E’ ovvio che se la maggior parte dei contagi resta intrafamiliare o della cerchia amicale – continua Lopalco – quelle situazioni devono essere limitate il più possibile. Speriamo che fino a Natale riusciremo a tenere sotto controllo la curva, che non ci sia un impatto sugli ospedali e che quindi possiamo passare l’inverno, Natale, incluso, con un certo livello di normalità. Ma la normalità al 100% non possiamo sperarla nei prossimi mesi“, conclude Lopalco che ritiene opportuno, in funzione anticontagio, tornare ad un uso rafforzato dello smartworking. “Sarebbe il caso di portare avanti questa modalità. La maggior parte delle grandi aziende si è già adattata. Ricordiamo che non si tratta di un telelavoro raffazzonato, ma una modalità di lavoro che può essere molto produttiva per l’azienda”, ha concluso.

“Per quanto riguarda il rapporto tra contagi e tamponi, non credo che il numero dei casi positivi aumenti perché aumentano i tamponi. E’ esattamente il contrario: i tamponi aumentano perché aumentano i positivi. Ovvero: ogni volta che c’è un focolaio, questo genera centinaia di tamponi, per via del contact tracing“.

Perché aumentano i casi?Perché siamo in pandemia. E’ una dinamica naturale dell’infezione. Noi possiamo fare di tutto per cercare di rallentare l’aumento del contagio – ha spiegato – ma nel momento in cui ripartono le attività al chiuso, tipiche di autunno e inverno, naturalmente i contagi salgono. Lo abbiamo visto, con qualche settimana di anticipo, in altri Paesi europei, lo stiamo osservando ora in Itala. Ciò che va fatto è anticipare le mosse del virus, cercare di fermare più velocemente possibile i focolai, inclusi quelli familiari, per rallentare la curva di crescita”. La Puglia fa “circa 5mila tamponi al giorno. Noi abbiamo una capacità produttiva che sfiora i 15 mila al giorno. Non siamo neanche a un terzo. Quando ci sarà la necessità di farli li faremo”, ha concluso.

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