Coronavirus, scienziati su Nature: “Messa a nudo la debolezza dei sistemi europei di salute pubblica”

"È giunto il tempo per l'Unione di sfruttare le proprie capacità e di proteggere i propri cittadini senza piegarsi su se stessa"
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La visione di una Europa unita “ci ha permesso di godere di oltre settant’anni di pace e di crescita e benessere economico, il periodo più lungo nella storia moderna. Tuttavia, un evento senza precedenti come la pandemia di Covid-19 ha messo a nudo la debolezza dei sistemi europei di salute pubblica e delle istituzioni politiche ad essi preposte. È giunto il tempo per l’Unione di sfruttare le proprie capacità e di proteggere i propri cittadini senza piegarsi su se stessa, definendo nuovi e più ambiziosi standard in termini di protezione, salute, e sicurezza sociale per i suoi cittadini“: è l’appello alle Istituzioni europee pubblicato su ‘Nature‘ da Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, e sottoscritto da quindici scienziati di Istituzioni sanitarie, Agenzie governative, università e organizzazioni non governative di Italia, Francia, Stati Uniti, Germania, Portogallo, Regno Unito.
Tra i firmatari, Franco Locatelli dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, università Sapienza di Roma e presidente del Consiglio superiore di sanità; Nicola Magrini dell’Agenzia italiana del farmaco; Raffaella Sadun dell’Harvard University di Boston; Antoine Lafont, dell’Hôpital Européen Georges-Pompidou di Parigi; Markus Maeurer del Champalimaud Centre for the Unknown di Lisbona; Gino Strada di Emergency; Rainer Meillicke, del Public Health Department di Siegburg in Germania; Alimuddin Zumla, dell’University College di Londra, e Michel Pletschette, dell’università di Monaco.

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