Secondo Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia all’università di Padova, la chiusura anticipata dei locali per ridurre la circolazione del Coronavirus non assicura un risultato: “Nessuno sa se è una misura che funziona, in Inghilterra l’hanno adottata e i casi sono in aumento. Non c’è nessuna prova scientifica che funzioni,” ha spiegato l’esperto, ospite di ‘Buongiorno’ su SkyTg24 , commentando le nuove possibili misure per il contenimento della diffusione del coronavirus.
Per quanto riguarda un eventuale limite di partecipanti alle feste private, Crisanti ha aggiunto: “Chi le controlla? In Inghilterra hanno messo un limite di sei partecipanti alle feste private, ma cosa facciamo? Creiamo un gigantesco Grande Fratello che verifica quante persone abbiamo a casa? Il problema a mio avviso è diverso: dobbiamo incrementare tutte le misure di sorveglianza attiva, quelle che ci permettono di capire, se una persona è infetta, chi la ha infettata. Test, contact tracing e sensibilizzare le persone ad adottare misure di sicurezza“.
“Io personalmente quando esco la mascherina la metto sempre. Però faccio fatica a credere come si possa obbligare 8 milioni di ragazzi a mettere la mascherina e fargli la multa. Se si fa un provvedimento bisogna avere il coraggio di farle rispettare. Ma è socialmente accettabile una multa di 3 o 400 euro ai ragazzi che escono da scuola?“.
I casi di Covid-19 “stanno aumentando per l’effetto dell’apertura delle scuole e per l’inizio di tutte le attività produttive. Forse bisogna agire li“, non è questione di obbligo di mascherina: “Il problema è che il sistema messo a punto per proteggere gli studenti e la società dalla riapertura delle scuole scricchiola. C’è qualcosa che probabilmente non va“.
La situazione “non è sotto controllo. La scuola sicuramente incoraggia la socializzazione dei ragazzi. Questo avviene quando escono da scuola, dove le misure applicate sulla scuola non valgono. E faccio fatica a capire come si possano incrementare sanzioni o multe migliaia di ragazzi assembrati davanti alla scuola. E poi si fanno errori: non si può pensare che 50 milioni di italiani per 365 giorni e per 24 ore non facciano nessun errore“.
Secondo Crisanti, “alla luce di quanto sta accadendo, vale la pena capire se i provvedimenti adottati per proteggere gli studenti, per proteggere gli insegnanti e per proteggere tutti noi dalla riapertura delle scuole funzionano. Questo è il nocciolo della questione“. Per Crisanti “non bisogna fare entrare a scuola le persone potenzialmente positive, bisogna abbassare la soglia della temperatura e bisogna fare in modo che studenti e insegnanti residenti in zone dove ci sono contagi a scuola non ci mettano piede. Perché all’interno delle scuole noi creiamo un ambiente che sicuramente favorisce sia la trasmissione del virus sia la socializzazione“.