Da Zagabria a Smirne, i terremoti della pandemia

I terremoti di Smirne e Zagabria, un campanello d'allarme anche per l'Italia
MeteoWeb

Il bilancio ufficiale (e ancora parziale) del violento terremoto di magnitudo 7.0 che ieri ha colpito il mare Egeo con epicentro al largo dell’isola greca di Samo è di 37 morti e 900 feriti: tra le vittime, anche una donna annegata per la furia dello tsunami. Il maremoto provocato dalla forte scossa sismica ha raggiunto molte località anche a grande distanza, e se la scossa fosse stata più forte, avrebbe raggiunto anche l’Italia.

Ieri nelle isole della Grecia e sulla costa della Turchia, milioni di persone si sono precipitate in strada, con la mascherina, per rifugiarsi dal rishcio del crollo dei palazzi: sono le stesse scene che il 22 marzo avevamo visto a Zagabria, la capitale della Croazia colpita da un forte terremoto di magnitudo 5.5 che ha provocato 2 morti e 27 feriti. Anche in quell’occasione le persone si sono rifugiate in strada, anche se ancora c’erano poche mascherine in circolazione. Fortunatamente quell’episodio non ha aumentato il contagio in Croazia, e ci auguriamo che a maggior ragione – visto l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale – non ci sia una recrudescenza della pandemia nelle zone colpite dal sisma di Grecia e Turchia.

Queste forti scosse, però, ci ricordano quanto la Terra sia viva da un punto di vista geologico e tettonico, e che il terremoto non aspetta ne’ si fa condizionare dalla pandemia in corso: abbiamo già scritto nei giorni scorsi che nessun Dpcm prevede misure antisismiche, e che in questa bolla di schizofrenia in cui siamo entrati con il dilagare della pandemia, sembra che tutto il resto non esista più e che non ci siano altri rischi da fronteggiare. Smirne e Zagabria, invece, sono un messaggio d’avviso molto importante anche per l’Italia, che è uno dei Paesi a più alto rischio sismico del mondo. Non dimentichiamolo mai, neanche ai tempi del Coronavirus.

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