Negli USA ha fatto scalpore il rifiuto del presidente Donald Trump di condannare il gruppo di estrema destra QAnon che diffonde teorie del complotto spesso riprese dal tycoon. “Non li conosco, non so niente su QAnon“, ha affermato Trump.
La giornalista Savannah Guthrie ieri ha rimesso al suo posto il presidente Trump durante un’ora di intervista serratissima, in contemporanea con quella dello sfidante per la Casa Bianca Joe Biden con George Stephanopoulos sulla Abc. “Sei il presidente, non sei lo zio pazzo di qualcuno che ritwitta qualunque cosa“, ha incalzato Guthrie dal palco del confronto, a proposito dei tweet di Trump che rilanciano false teorie del complotto sulla morte di Osama bin Laden, il capo di Al Qaida ucciso dagli americani in Pakistan nel 2011. Secondo la teoria rilanciata da Trump l’ex presidente Barack Obama e Biden, allora vicepresidente, hanno fatto uccidere una controfigura di Bin Laden. I tweet del presidente hanno scatenato grande indignazione e la replica dell’uomo che nel 2011 premette il grilletto, l’ex Navy Seal Robert O’Neill: “Uomini molto coraggiosi hanno detto addio ai loro figli per andare a uccidere Osama bin Laden. Abbiamo ricevuto l’ordine dal presidente Obama. Non era una controfigura“. Trump si è difeso con Guthrie: “Era un retweet. Era l’opinione di qualcuno ed era un retweet. L’ho diffuso, la gente può decidere da sola, non prendo posizione“. “La notizia è falsa“, ha replicato la giornalista.
Guthrie ha inchiodato Trump anche sui suoi tweet che rilanciano la teoria del complotto QAnon, secondo cui la Casa Bianca starebbe in realtà combattendo una guerra sotterranea globale contro un’enorme rete di pedofili promossa dal partito democratico. “Puoi dichiarare una volta per tutte che questo è completamente falso e rinnegare completamente QAnon?“. “Non so nulla di QAnon” ha risposto il presidente.
Ma cos’è il fenomeno QAnon? E’ emerso su Internet, e si caratterizza per creazione e promozione di teorie del complotto: nato nel 2017, si è diffuso a macchia d’olio, e da fenomeno marginale ora ha anche fatto irruzione sulla scena politica americana, diventando tema di dibattito nella campagna elettorale.
Il movimento ha guadagnato popolarità grazie soprattutto i post virali su Facebook e Instagram.
“Q” sarebbe un alto funzionario di governo, forse un uomo con una storia di esperienza militare o di intelligence, impegnato a rivelare le verità nascoste dell’universo di QAnon. I seguaci di QAnon ritengono che “Q” invii spesso segnali in codice sulla sua esistenza, utilizzando il numero 17, che è la posizione della lettera Q nell’alfabeto. “Q”, per i seguaci, è una via di mezzo tra un patriota o un santo.
Il termine Anon si usa nello slang di Internet per riferirsi a un utente anonimo che posta su forum online: i sostenitori di QAnon si definiscono Anons e si pongono l’obiettivo di “fare ricerche” a partire dagli indizi (drop) rivelati da “Q”, per divulgare informazioni considerate segrete, per “risvegliare” altre persone.
Secondo i seguaci, vi sarebbe un’élite internazionale, una cabala di pedofili adoratori di Satana, che rapisce, abusa e mangia i bambini per estrarre dal loro sangue un elisir ringiovanente: un’élite legata ai Democratici, complici compiacenti personaggi come Hillary Clinton e il finanziere George Soros, che stanno cercando di conquistare il dominio del mondo.
E’ una sorta di governo sotterraneo – “Deep State” – che controlla la politica degli Stati Uniti e del mondo intero dietro le quinte.
Da quella principale discendono poi altre teorie. Qualche esempio? Gli incendi che hanno devastato la costa occidentale statunitense sono stati causati da attivisti di Black Lives Matter, e Barack Obama non è nato negli USA e quindi non aveva i requisiti per fare il presidente (tesi ora riproposta per Kamala Harris).
Queste teorie del complotto hanno ispirato fatti di violenza e criminalità tanto che l’FBI lo scorso anno ha definito il fenomeno una minaccia.