La Francia si prende il Monte Bianco e tornano in discussione i confini: l’Italia “protesta con fermezza” solo dopo un anno
All'improvviso, la vetta del Monte Bianco si è trasferita in Francia: la risposta italiana è arrivata più di un anno dopo ma di fatto non ha risolto nulla
I confini tra Italia e Francia nella zona del massiccio del Monte Bianco sono da tempo oggetto di una controversia internazionale, riguardante la stessa cima del Monte Bianco e la zona del Colle del Gigante – Punta Helbronner. Questa zona è molto importante per l’Italia come punto di arrivo della funivia proveniente da Courmayeur e come sito dello storico rifugio Torino.
Secondo un accordo del 1860, all’Italia veniva lasciata la sovranità di Punta Helbronner, nonostante storicamente essa appartenesse alla contea della Savoia, passata alla Francia nell’ambito dei trattati risalenti all’Unità d’Italia. Tuttavia, dopo 160 anni, all’improvviso, la vetta del Monte Bianco si è trasferita in Francia: i comuni transalpini di Chamonix e St. Gervais hanno unilateralmente modificato i propri confini, facendo ricadere il rifugio Torino all’interno del territorio francese. Chiusi i tornelli che conducono al versante sud della montagna, i francesi ora incassano i profitti derivanti dall’impianto di risalita e delle stazioni sciistiche della zona. La Francia, in poche parole, ha annesso un piccolo pezzo della Valle d’Aosta.
Questa situazione è emersa nel giugno del 2019, quando le autorità transalpine hanno vietato l’atterraggio in parapendio in tutta la zona. Il 5 agosto 2019, in un’interrogazione presentata dal deputato di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida, è stato chiesto al Presidente del Consiglio e al Ministro degli Esteri in che modo si stava affrontando la vicenda “per conoscere quali iniziative intendessero intraprendere per tutelare l’interesse nazionale e la sovranità dello Stato italiano nelle aree del Monte Bianco – si legge nell’interrogazione – per supportare le istituzioni territoriali coinvolte nella gestione dei problemi amministrativi ed economici relativi alle attività turistiche, sportive ed alpinistiche che si svolgono in quelle zone nevralgiche per l’accesso al massiccio e alla vetta del Monte Bianco; per giungere alla definitiva risoluzione di un contenzioso diplomatico che si trascina ormai da oltre 70 anni, durante i quali l’Italia ha sempre subito le iniziative unilaterali ed arbitrarie delle autorità francesi”.
Il governo ha risposto solo il 12 ottobre 2020, quindi ben 14 mesi dopo l’interrogazione di Lollobrigida. Il sottosegretario Ivan Scalfarotto ha comunicato che la Farnesina “tramite l’ambasciata a Parigi ha subito proceduto a rappresentare formalmente e con fermezza alle autorità francesi, la tradizionale posizione italiana riguardo ai confini”. La nota presentata al governo francese partiva proprio dalla base dell’accordo del 1860, confermando da parte l’italiana la posizione secondo cui il rifugio Torino è all’interno del nostro territorio. Da Parigi hanno però risposto che quell’intesa del 1860 non rappresenta ad oggi una base giuridica di rilievo e che i provvedimenti dei comuni francesi si inseriscono nel contesto di una disputa internazionale non ancora risolta.
La reazione dell’Italia, dunque, non sembra essere stata presa in considerazione e anche se “si assicura che pertanto il Governo continuerà a seguire la questione, al fine di addivenire quanto prima possibile ad una soluzione soddisfacente della questione”, non sono state intraprese azioni di rilievo in seguito. Al momento, la vetta del Monte Bianco rimane in mano alla Francia.