Che sia il mistero di una stanza vuota o la bellezza di un edificio sopraffatto dalla natura, c’è qualcosa di affascinante nel trovare un posto abbandonato. Aggiungere, poi, la storia che lo ha portato in quelle condizioni, rende il tutto ancora più interessante. Infatti, sebbene si presentino vuoti e tetri, questi posti sono pieni di ricordi reali, preservati in pareti decadenti, dipinti rovinati o stanze piene di polvere. Dagli aeroporti ai teatri, dagli ospedali agli hotel, sono tanti i posti del mondo che dallo splendore sono passati all’abbandono.
Uno di questi è l’Hellinikon Airport di Atene. Situato sulla costa meridionale di Atene in un sito circa 3 volte più grande di Monaco, questo aeroporto è stato per decenni l’unico aeroporto internazionale di Atene, prima di venire abbandonato.
L’ex struttura aeroportuale fu costruita alla fine degli anni ’30 in un momento in cui l’aviazione greca era ancora allo stadio iniziale. Durante l’occupazione della Grecia da parte delle potenze dell’Asse durante la II Guerra Mondiale, il sito fu utilizzato dalla Luftwaffe, l’aviazione militare tedesca, e divenne un obiettivo dei raid aerei degli Alleati. Dopo la fine della guerra, l’aeroporto divenne il principale hub di Atene per i viaggi aerei commerciali entro gli anni ’50. Seguirono notevoli lavori di ricostruzione, come piste estese, una nuova torre di controllo e nuovi terminal. Con l’industria del turismo del Paese che si espandeva rapidamente, l’Hellinikon divenne la porta di ingresso per milioni di persone che arrivavano da ogni angolo della Terra per esplorare le meraviglie archeologiche e storiche e le spiagge baciate dal sole della Grecia. Negli anni ’90, lo scalo gestiva oltre 10 milioni di passeggeri all’anno, ma non era in grado di soddisfare le necessità del crescente turismo del Paese.
Il 30 marzo 2001, dopo anni di dibattiti e pianificazioni, l’Hellinikon chiuse definitivamente le sue porte per fare spazio ad una struttura più grande e più moderna. Nel 2004, parti del complesso in disuso furono trasformate in sedi per le Olimpiadi di Atene. Ma poi seguirono anni di abbandono e il sito di quasi 620 ettari, prima immaginato come un parco metropolitano, fu lasciato al decadimento a causa di disaccordi sul suo sviluppo e della discesa della Grecia nel caos economico in seguito alla crisi finanziaria del 2008. Oltre 4 anni fa, durante la crisi migranti dell’Europa, il sito divenne un insediamento informale che accoglieva migliaia di rifugiati: i suoi terminal e le strutture olimpiche furono riempiti da un mare di tende.
Al momento, un senso di vuoto pervade le sue hall in rovina ed è difficile immaginare lo scalo in funzione, vedendolo ora completamente distrutto. Quella che prima era una frenetica lounge area, ora è disseminata di detriti delle pareti decadenti e del soffitto crollato, che espone fili e cavi intrecciati. Altrove, un groviglio di rifiuti, vetri in frantumi e registri abbandonati svela la portata del decadimento del sito, mentre manifesti turistici sbiaditi e mappe strappate aggiungono una nota di malinconia alla scena (vedi foto della gallery scorrevole in alto). All’esterno, una piccola flotta di Boeing dismessi. I jet appartenevano tutti alla Olympic Airways, la compagnia che per decenni ha dominato i cieli della Grecia, divenendo sinonimo dell’Hellinikon.
Un accordo di sviluppo tra un consorzio di investitori prevede che l’Hellinikon sia trasformato in uno dei resort costieri più grandi d’Europa, pieno di hotel e appartamenti di lusso, ma anche centri commerciali, un parco, un casinò e un complesso per l’intrattenimento. Ma gli sforzi per avviare il progetto sono stati ripetutamente in stallo tra vari ostacoli burocratici e opposizioni politiche. Circa un terzo dei 900 edifici del sito dovranno essere demoliti nei prossimi mesi per fare spazio al nuovo progetto.