“C’è un grande malcontento perché la gente non capisce questo provvedimento e non lo capisce perché non ha un senso. I provvedimenti dovevano essere mirati, forse sarebbe stato il caso di chiudere alcune aree dove il contagio corre più forte, ma lasciare aperti tanti piccoli centri, i paesi dell’entroterra dove tutto questo rischio di assembramento non esiste. Questo avrebbe dato anche la possibilità di ristorare maggiormente le attività chiuse, perché le risorse a disposizione sarebbero state maggiori“: lo ha dichiarato Salvatore Caiata, deputato Fratelli d’Italia durante la trasmissione Restart in onda su Cusano Italia Tv. “Non si capisce come quello che non fa male a pranzo può far male a cena. La verità – prosegue l’onorevole che da lunedì ha iniziato lo sciopero della fame in sostegno dei ristoratori colpiti dal Dpcm – è che vogliono limitare la mobilità, che è stata un fallimento. Non è un caso che il contagio corra sui mezzi pubblici e non è un caso che il maggior numero dei contagiati sia nelle grandi aree metropolitane. Questi provvedimenti non sono frutto di un’azione intelligente e mirata, ma casuale“.
Conclude Caiata: “I ristori devono essere certi e definiti, negli importi e nei tempi. Non si può pensare di indennizzare un’azienda che viene messa in ginocchio con i mille euro. Serve il ristoro per intero degli affitti e la cassa integrazione per i dipendenti“.
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Nuovo DPCM, Caiata: “La gente non capisce questo provvedimento perché non ha senso”
Salvatore Caiata: "Non si capisce come quello che non fa male a pranzo può far male a cena"
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