In Italia l’osteoporosi è un problema che colpisce milioni di persone: le donne sono i soggetti più a rischio, tanto che si stima che l’80% delle donne in post menopausa sia colpita dalla malattia, ma non solo, ne è affetto anche il 23% delle donne oltre i 40 anni e il 14% degli uomini con più di 60 anni.
Le percentuali sono destinate a crescere con l’aumento dell’aspettativa di vita.
Le possibilità di difendersi dalla patologia, che affligge le ossa rendendole particolarmente fragili, sono tutte connesse a uno stile di vita sano che vede la corretta alimentazione al centro della strategia di prevenzione.
Per tale motivo, la dottoressa Annamaria Acquaviva, Dietista Nutrizionista del California Prune Board in Italia, raccomanda a tutte le donne, a prescindere dall’età, di seguire uno stile di vita attivo, una dieta equilibrata e che includa il consumo quotidiano di 50-100g di Prugne della California come snack o come ingrediente di gustosi piatti.
La tesi è confermata anche da numerosi studi scientifici condotti su donne in post-menopausa che dimostrano che il consumo quotidiano di prugne disidratate sia in grado di rallentare significativamente la perdita di massa ossea, riducendo, di conseguenza, il rischio di fattura osteoporotica.
Quando il mal di schiena è sintomo di Osteoporosi? Quali sono gli altri campanelli d’allarme? Come riconoscerla?
Innanzitutto, prima rispondere a queste domande, ricordiamo che l’osteoporosi è una malattia sistemica dell’apparato scheletrico, caratterizzata da una bassa densità minerale e dal deterioramento della micro-architettura del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità ossea legato prevalentemente all’invecchiamento: questa situazione porta, conseguentemente, ad un aumentato rischio di frattura (in particolare di vertebre, femore, polso, omero, caviglia) per traumi anche minimi.
Con l’avanzare dell’età le ossa vanno incontro a un progressivo indebolimento e diventano più fragili: questa fragilità solo in parte è dovuta alla perdita di minerali.
“Si tratta di un fenomeno comune che si verifica in tutte le persone. Solo quando questo naturale processo fisiologico avviene in modo consistente e la riduzione dell’osso predispone la persona a un aumentato rischio di frattura si parla di osteoporosi. Quindi – spiegano in un approfondimento gli esperti di “Dottoremaeveroche“, il sito antibufale della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici – l’osteoporosi è sì una patologia dell’osso, ma lo scopo primario di prevenirla, diagnosticarla e trattarla sta nel prevenire delle fratture che sono più frequenti quando l’osso è più fragile e che possono verificarsi anche dopo traumi modesti. Etichettare l’osteoporosi come una malattia rischia di spostare l’attenzione da quello che è il problema principale negli anziani, cioè il rischio di frattura [1].”
Perché l’indebolimento dell’osso avviene con l’invecchiamento?
“Una vita attiva ritarda e diminuisce la perdita di massa ossea; un numero sempre maggiore di persone, però, non pratica attività fisica,” scrive Felice Strollo, direttore dell’Unità di Endocrinologia e Malattie metaboliche dell’Istituto Nazionale di Ricovero e Cura per anziani di Roma. “È stato calcolato che quanto più dense sono le ossa nel momento massimo della crescita (intorno ai 25 anni), tanto più sono forti anche in età anziana: conviene, quindi, praticare sport fin da giovani e continuare quando si cresce. Sarà anche importante spingere figli e nipoti a fare attività fisica per fortificare le ossa in tempo utile: questo è il migliore investimento per un futuro sano“ [3].
Anche una semplice camminata all’aria aperta, spiegano gli esperti di “Dottoremaeveroche” “è utile e serve anche per garantire la produzione di vitamina D, particolarmente importante in persone che per il resto della giornata vivono in ambienti chiusi. Bastano semplici e varie attività quotidiane: un’ora nell’orto o in giardino, mezz’ora di passeggiata o di bicicletta, magari anche ballare [1].”
Ci sono dei sintomi da tenere in considerazione come segnale di allarme per l’osteoporosi?
Mia madre è anziana e ha l’osteoporosi. Cosa devo fare?
Cosa fare per prevenire le fratture?
Per esempio, negli ambienti domestici le linee guida [8] consigliano:
- mettere maniglie e corrimani dove necessario, per avere dei punti di appoggio
- eliminare i tappeti, in cui si può inciampare
- evitare la cera sui pavimenti
- attenzione a scale e pavimenti sconnessi
- illuminare bene gli ambienti domestici
- usare tappetini anti-scivolo nella doccia e nella vasca da bagno.
Un altro suggerimento “è quello di fare regolarmente attività fisica moderata o lieve, che migliora tono muscolare ed equilibrio, e di fare controlli periodici alla vista soprattutto se si sospettano cataratte. Se si ha paura di cadere perché si ha la sensazione che manchi l’equilibrio potrebbe essere utile usare un bastone, un buon alleato per prevenire le cadute in casa e fuori casa. Andrebbe inoltre valutato se i problemi di equilibrio sono associabili ad alcuni farmaci che il paziente assume (gli ipnotici per dormire, i tranquillanti, gli antidepressivi, gli antipertensivi). Occorre parlarne con il proprio medico per valutare insieme a lui cosa è opportuno fare: che tipo di attività fisica, se serve un controllo della vista e se è davvero indispensabile utilizzare farmaci che riducono l’equilibrio e a quali dosi.”
Attenzione alle cadute
“La disponibilità di nuovi dati sulle cure già in uso nella profilassi e nella terapia dell’osteoporosi, e l’introduzione sul mercato italiano di nuovi farmaci, hanno fornito l’occasione per fare il punto sull’importante tema dell’osteoporosi e, soprattutto, sulle strategie finalizzate alla prevenzione della principale complicanza rappresentata delle fratture,” conclude Maestri con i colleghi su Informazione sui Farmaci. “È importante ricordare che, nella pratica quotidiana, spesso ‘pazienti’ asintomatici si sottopongono ad un esame densitometrico per screening oppure per sintomi che non sono dovuti alla demineralizzazione ossea come le artralgie. Appare quindi corretto attribuire al riscontro di un valore densitometrico patologico il carattere di fattore di rischio, più che di patologia vera e propria, con tutti i risvolti che ne conseguono sulle scelte da operare sul piano profilattico e/o terapeutico” [1].
Osteoporosi: come riconoscerla e quali esami fare per diagnosticarla in tempo
La diagnosi di osteoporosi, spiega l’esperta, “è spesso quella più ovvia dal punto di vista clinico, proprio quando ci si trova di fronte a fratture causate da incidenti di minima entità. La sua conferma, tuttavia, è ottenuta eseguendo un esame radiologico specifico chiamato densitometria ossea che valuta quanto sono robuste, “dense”, le ossa. La conferma della diagnosi è importante, anche per poter iniziare un trattamento corretto, soprattutto prima di eventuali fratture, con lo scopo principale proprio di ridurne il rischio.”
La densitometria ossea è dunque l’esame da fare per la diagnosi di osteoporosi: quindi tutte le donne in post-menopausa devono sottoporsi a quest’esame? “Per quanto l’argomento sia controverso, la risposta è no. O per lo meno, non subito. Infatti, per le donne avere un’età superiore ai sessantacinque anni costituisce un fattore di rischio e, quindi, dopo quest’età, soprattutto se si possiedono anche altri fattori come per esempio il fumo di sigaretta o un inadeguato apporto di calcio con la dieta, è indicato effettuare una densitometria ossea.”
Prima dei sessantacinque anni, però, “l’indicazione a effettuare quest’esame dev’essere frutto di un’attenta valutazione del proprio medico. Abbiamo detto, infatti, che il fine ultimo di un trattamento per l’osteoporosi è quello di prevenire le fratture; e nelle donne nei primi anni dopo la menopausa il rischio di andare incontro a frattura è molto basso rispetto alle donne dai sessantacinque anni in su. Inoltre, se il trattamento dell’osteoporosi viene iniziato molto presto potrebbe avere un effetto minore a distanza di tanti anni, quando invece il rischio di frattura aumenta considerevolmente.”
In conclusione, rileva la dott.ssa Gili, “fare una densitometria ossea a tutte le donne subito o poco dopo la menopausa non è indicato. Un’attenta valutazione medica è richiesta nel caso siano presenti particolari patologie o fattori di rischio (alcuni esempi sono la menopausa precoce, il fumo di sigaretta, l’abuso di alcol, un inadeguato apporto di calcio con la dieta, alcune terapie croniche con farmaci che aumentano il rischio di osteoporosi, come il cortisone, o una storia familiare, soprattutto materna, di fratture ossee dovute a traumi minimi), perché in alcuni di questi casi potrebbe invece essere utile sottoporsi a densitometria ossea prima dei sessantacinque anni, per valutare la necessità di iniziare un trattamento.
E non dimentichiamo che ci sono molte misure non farmacologiche che hanno un effetto positivo sull’osteoporosi e sulla sua prevenzione, come per esempio smettere di fumare o praticare esercizio fisico con regolarità. Come sempre, infatti, uno stile di vita sano è fondamentale. E non sono solo le ossa a trarne beneficio.”
Osteoporosi, i consigli del Ministero: 5 mosse per mantenere le ossa in salute
Le caratteristiche genetiche individuali sono importanti, ma lo sono altrettanto i fattori modificabili ambientali, coinvolti nello sviluppo e nel mantenimento della massa ossea.
Per proteggere la salute dell’osso è necessario mantenere un’alimentazione equilibrata e corretta e uno stile di vita sano.
Per “costruire l’osso” in età pediatrica è molto importante l’assunzione di calcio e vitamina D, ma quantità adeguate di calcio con la dieta sono necessarie anche successivamente, per minimizzare la perdita della massa ossea, in entrambi i sessi.
Il Ministero della Salute elenca dunque 5 mosse per mantenere le ossa in salute:
- Mantieni uno stile di vita attivo
- Segui una dieta varia ed equilibrata per prevenire sovrappeso e obesità
- Assumi adeguate quantità di calcio e vitamina D
- Diminuisci il consumo di sale (che aumenta l’eliminazione del calcio con l’urina)
- Non fumare ed evita o limita il consumo di alcol.
Bibliografia
- 1 . Maestri E, Ciardullo AV, Magrini N, “L’osteoporosi nella medicina di base oggi”. Informazione sui farmaci, anno 2000, numero 6
- 2 . Strollo F, Vernikos J, “Ritardare l’invecchiamento è possibile”. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 2012
- 3 . Al-Bashaireh AM, Haddad LG, Weaver M, et al. “The effect of tobacco smoking on bone mass: an overview of pathophysiologic mechanisms”. J Osteoporos. 2018; 2018: 1206235
- 4 . NIH Consensus Development Panel on Osteoporosis Prevention, Diagnosis, and Therapy. Osteoporosis prevention, diagnosis, and therapy. JAMA 2001; 285: 785-95
- 5 . Australian National Consensus Conference 1996. Consensus statement. The prevention and management of osteoporosis. MJA 1997; 167:S1-S15
- 6 . Mayo Clinic. Osteoporosis.
- 7 . Epicentro. Le cadute negli anziani.
- 8 . Piano nazionale linee guida. Linee guida per la prevenzione delle cadute da incidente domestico… strumenti, con significative e recenti esperienze italiane. Data di pubblicazione: maggio 2007 | Data di aggiornamento: maggio 2009
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