Che sia il mistero di una stanza vuota o la bellezza di un edificio sopraffatto dalla natura, c’è qualcosa di affascinante nel trovare un posto abbandonato. Aggiungere, poi, la storia che lo ha portato in quelle condizioni, rende il tutto ancora più interessante. Infatti, sebbene si presentino vuoti e tetri, questi posti sono pieni di ricordi reali, preservati in pareti decadenti, dipinti rovinati o stanze piene di polvere. Dagli aeroporti ai teatri, dagli ospedali agli hotel, sono tanti i posti del mondo che dallo splendore sono passati all’abbandono.
Uno di questi è la piscina Azure, a Pripyat, in Ucraina, tra le tante “vittime” del disastro di Chernobyl. La piscina è la più nota delle 3 piscine al coperto di Pripyat. La piscina a 5 corsie è inserita in un imponente edificio con un’enorme facciata in vetro che ha aperto nel 1970. Oltre a questa piscina e ad un’altra più piccola, l’edificio presenta anche un campo di pallacanestro e una sala sportiva. Prima del disastro nucleare, questa piscina aveva una fiorente squadra di nuoto.
Nel 1986, si è verificata l’esplosione di un reattore nucleare in una centrale di Chernobyl, di conseguenza l’intera area nei dintorni ha subito le conseguenze radioattive del disastro. Tutta l’area è stata evacuata e Pripyat è diventata una città fantasma, abbandonata. Negli anni successivi, la piscina Azure è stata utilizzata dalle squadre governative incaricate di ripulire le conseguenze dell’incidente nucleare. L’hanno mantenuta operativa fino al 1998, 12 anni dopo l’incidente.
Al giorno d’oggi, l’area di Chernobyl è ancora pesantemente influenzata dalle scorie radioattive, ma la piscina in realtà è uno dei posti più puliti di Pripyat, anche se rimane abbandonata. Oggi è una destinazione tra i turisti che visitano la zona. Le grandi lastre di vetro non ci sono più, la piscina è vuota e sta crescendo del muschio sulle pareti (vedi foto della gallery scorrevole in alto). Tuttavia, i blocchi di partenza, i trampolini e gli spogliatoi rimangono dove erano un tempo. All’esterno, è ancora evidente il design moderno degli anni ’70, con l’iconico orologio bianco sul punto più alto dell’edificio. La piscina vuota e i silenziosi campi da pallacanestro sono un triste e inquietante promemoria dell’impatto del disastro nucleare sulla comunità.