Prosegue senza troppe problematiche il Giro d’Italia 2020: dopo i primi controlli effettuati tra domenica e lunedì, due squadre hanno deciso di ritirarsi, oltre ai corridori Matthews, Yates e Kruijswijk, ma non manca un po’ di preoccupazione tra gli organizzatori in vista delle prossime tappe.
Intanto c’è chi ha deciso di scrivere all’Unione Ciclistica Internazionale: la squadra statunitense EF Pro Cycling ha chiesto all’Uci di fermare il Giro d’Italia il prossimo lunedì a causa della “chiara compromissione della bolla”.
Non si è fatta aspettare la risposta di Vegni: “la giornata è iniziata con notizie non corrette sulla positività di un gruppo di agenti di polizia, tant’è vero che è arrivata una smentita da parte del Ministero degli Interni (i motociclisti appartenevano alla scorta del Giro E, non avevano dunque avuto alcun contatto con la carovana del Giro dei professionisti, ndr). Se tutto questo è nato da informazioni non verificate, potete trarre da soli le conseguenze. Il virus c’è non solo al Giro d’Italia, ma bisogna avere il coraggio di andare avanti seguendo le regole ed operando con serietà. Rispetto le paure e i dubbi dei ragazzi, noi stiamo facendo tutto quanto è nelle nostre possibilità per garantire la sicurezza e la salute. Ma la “bolla di tranquillità” dovrebbero crearla prima di tutto le squadre e coloro che stanno attorno ai corridori“, ha dichiarato il direttore della corsa rosa.
L’Uci non ha accolto la richiesta della EF: “Sappiamo che finire la stagione rappresenta una sfida difficile e sappiamo che per vincerla serve spirito di collaborazione e unità da parte di tutti. Con le misure già previste crediamo nell’obiettivo comune di continuare la competizione nelle condizioni più sicure”, ha scritto Lappartient.