“Oggi chiudiamo il cerchio del danno reale del maltempo di una settimana fa: tanto hanno potuto fare i nostri sindaci, tanto a potuto fare la Regione, tantissimo i volontari ma adesso abbiamo bisogno delle risorse dello Stato. Ci siamo fatti trovare pronti, non abbiamo aspettato un giorno o un minuto e oggi consegniamo un saldo da 1 miliardo di euro che è fatto da 300 milioni di opere di somma urgenza, altrettante risorse per interventi strutturali e una parte rilevante per i privati, quei privati famiglie e aziende che dobbiamo aiutarli subito per poter ripartire“. Così il presidente della Regione, Alberto Cirio, al termine del sopralluogo del capo della Protezione civile sulle aree colpite dal maltempo. “Quando ho chiesto 1 miliardo di euro – ha aggiunto Cirio – qualcuno da Roma ha osato sorridere: non si sorride di fronte ai danni che reclama il Piemonte perché se il Piemonte scrive 1 miliardo di euro e perché forse ne avuti per 1,2 miliardi. Se scriviamo 1 miliardo e perché siamo certi che quello è il valore, perché qui facciamo le cose perbene e serie. Quando lo Stato ha chiamato il Piemonte ha sempre risposto ‘presente’ – ha concluso Cirio – e ora lo deve fare lo Stato, sono soldi dei piemontesi che devono tornare sul nostro territorio”
Lo stato di emergenza per il Piemonte colpito dall’alluvione di inizio ottobre potrebbe essere dichiarato gia’ nel Consiglio dei ministri di giovedì prossimo. Lo ha detto il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, che oggi pomeriggio ad Alba (Cuneo) ha concluso la sua visita nella regione, iniziata questa mattina a Omegna (Vco). “Saremo il piu’ tempestivi possibile, in accordo con la Regione. Se riusciremo lo stato di emergenza verra’ dichiarato nel Cdm della prossima, altrimenti all’inizio di quella successiva. Saranno in Piemonte tecnici e funzionari della Protezione Civile che, in collaborazione, con quelli di Regione, Province e Comuni comporranno il quadro delle esigenze finanziarie per coprire la prima fase, quella relativa alle spese sostenute per i soccorsi, l’assistenza alla popolazione, le prime urgenze. Poi scattera’ la fase 2, la ricognizione dei danni: in 90 giorni saranno stabiliti i fabbisogni. Siamo di fronte a danni notevoli, ma troveremo il modo di allocare le risorse necessarie”.