Sara’ l‘Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), in tempi brevi, ad effettuare gli studi di approfondimento su una decina di faglie che attraversano i centri abitati di alcuni comuni del cratere colpito dal sisma del 2016. L’accordo – riferisce una nota di Ingv – firmato oggi dal commissario straordinario per la ricostruzione, Giovanni Legnini, ed il presidente dell’Ingv Carlo Doglioni, prevede che il lavoro sia concluso in tre mesi per la prima fase e in altri tre per la seconda, con una forte accelerazione rispetto ai tempi previsti dalla procedura precedente, che e’ stata contestualmente revocata. Gli studi affidati all’Ingv serviranno per determinare la reale pericolosita’ delle faglie individuate, definite attive e capaci perche’ si sono attivate almeno una volta negli ultimi 40 mila anni e risultano evidenti sul terreno, e ridefinire dunque l’ampiezza delle aree urbane sicure per la ricostruzione.
Le faglie – spiega l’Ingv – erano state rilevate dagli studi di microzonazione sismica, da tempo effettuati, nei centri abitati di undici comuni del cratere. A Norcia (capoluogo e nella frazione di Campi), Capitignano (capoluogo e nella frazione di Sivigliano, Montereale (frazione di Paganica), Barete, Pizzoli, Ussita (frazione di Frontignano), Leonessa, Rieti, Cantalice (frazione di S. Liberato), Rivodutri (tre frazioni) e Macerata. Una prima fase del lavoro di analisi e ricerca dell’Ingv, seguendo le Linee guida predisposte dalla Protezione civile, puntera’ a individuare le faglie meritevoli di uno specifico approfondimento, da effettuare nella seconda fase dello studio, e quelle che non impediscono una ricostruzione sicura, che pertanto potra’ essere avviata.