E’ di oltre 20 morti il bilancio provvisorio del potente terremoto, con epicentro nel Mar Egeo, che nel pomeriggio di ieri ha colpito la Turchia e la Grecia.
Venti vittime provenivano dalle zone costiere della Turchia occidentale, mentre due ragazzi sono morti nell’isola greca di Samos.
Il terremoto, verificatosi alle 12:51 italiane del 30 ottobre 2020, ha avuto magnitudo Mwp 7.0, ed è stato localizzato ad una profondità di 16.5 km, con epicentro 19 km a nord dell’isola di Samos (Grecia) e 17.26 km a Sud della costa della Turchia, nella parte orientale del Mar Egeo.
Violento terremoto in Grecia e Turchia: l’analisi INGV
Il terremoto ha colpito l’isola greca di Samos e la provincia di Izmir, la terza città della Turchia con 2.5 milloni di abitanti, provocando gravi danni a Seferihisar e Kusadasi. Il terremoto è stato sentito anche nella provincia di Istanbul, ad Atene ed anche in altre regioni distanti piu di 300 km dall’epicentro. L’evento ha anche generato uno tsunami, localizzato principalmente in area epicentrale.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha precisato in una nota che “il CAT-INGV, dopo aver diramato una un’allerta tsunami di livello rosso (Watch) per alcune regioni costiere della Grecia e della Turchia (per altre regioni della Grecia e della Turchia il livello di allerta è stato arancione Advisory), ha misurato un’anomalia del livello del mare ai mareografi di Syros, Kasos, Harakleio (Grecia) e Mugla-Bodrum (Turchia) comprese tra 2 e 8 cm. Questi mareografi sono i più vicini all’area epicentrale, ma comunque sono lontani dalla zona in cui sono stati registrati i maggiori effetti dello tsunami.
Per le altre coste del Mediterraneo (Italia inclusa) il CAT-INGV non ha diramato nessuna allerta tsunami, ma solo un messaggio informativo (“information“).”
Il terremoto, prosegue l’INGV nell’analisi dell’evento, “è avvenuto entro una fascia di elevata attività sismica che attraversa tutta la regione Euro-Mediterranea, in corrispondenza dell’estremità occidentale della catena Alpino-Himalayana. La configurazione tettonica di quest’area è estremamente eterogenea, articolandosi in una serie di catene montuose arcuate (da ovest verso est: Rif-Betiche, Alpi, Appennini, Carpazi, Dinaridi, Ellenidi) e dei relativi bacini di retro-arco (Mare di Alboran, Bacino Liguro-Provenzale, Mar Tirreno, Bacino Pannonico, Mar Egeo). La complessità tettonica attuale è il risultato dell’evoluzione di questa regione nell’era Terziaria (ultimi 70 Milioni di anni), durante la quale la dinamica della litosfera è stata caratterizzata da vari episodi di subduzione e collisione di tre grandi placche, Africa, Eurasia ed Arabia, lentamente convergenti, che hanno coinvolto nell’interazione un mosaico di placche minori, sia di natura continentale che oceanica (come ad esempio le placche Adria, Anatolia ed Egea).
La parte occidentale della Turchia è soggetta ad un’estensione in direzione Nord-Sud con un tasso di velocità pari a 30–40 mm/anno. La sismicità regionale è associata al sistema di faglie normali, orientate approsimativamente in direzione East-Ovest, che bordano i graben dell’Anatolia occidentale. Negli ultimi 50 anni, diversi eventi di magnitudo significativa hanno causato danni e decessi nella regione.”
Durante le prime 3 ore dall’evento “sono stati registrati ulteriori 21 terremoti con una magnitudo tra M 3.3 e M 5.1. Il meccanismo focale calcolato indica che si tratta di un terremoto generato da una faglia con una con cinematica normale in accordo con le informazioni tettoniche in nostro possesso. Il catalogo strumentale dal anno 1900 ad oggi presenta piu di 695 terremoti con magnitudo maggiore di 4.0 nell’area con magnitudo massima 6.8 (Samos, 1904). Per ulteriori informazioni su eventi precedenti si può fare riferimento al catalogo SHARE European Earthquake Catalogue (SHEEC) 1000-1899.
Le informazioni preliminari del terremoto privilegiano un faglia orientata Est-Ovest e direzione di immersione verso Nord e scorrimento normale, corrispondente approssimativamente alla faglia denominata Kaystrios nel database European Database of Seismogenic Faults (EDSF), evidenziata in figura dal rettangolo rosso.”
Terremoto in Grecia e Turchia: lo tsunami
Il Centro Allerta Tsunami (CAT) dell’INGV si è attivato subito dopo il terremoto di Samos.
Il turnista CAT “ha inviato il messaggio iniziale di allerta alle 11:59, otto minuti dopo l’evento, seguendo la procedura di allertamento che si basa sui dati preliminari della soluzione ipocentrale (magnitudo, posizione, profondità dell’ipocentro).
Il messaggio prevedeva un livello massimo di allerta (ROSSO) per le aree di Grecia e Turchia più prossime all’ipocentro (triangoli rossi nella figura successiva) e un livello di allerta arancione per le coste più greche e turche più lontane (triangoli gialli). Per tutti gli altri Paesi del Mediterraneo, compresa l’Italia, è stato inviato un messaggio di Informazione, a indicare che non ci si aspetta che lo tsunami possa raggiungere quelle coste (triangoli verdi).
I messaggi vengono inviati dal CAT alla Protezione Civile nazionale e a molti Paesi dell’area euro-mediterranea. Per la conferma o la revoca dell’allerta il CAT si avvale della rete di mareografi presente nel Mediterraneo che vengono analizzati in tempo reale dai turnisti ed esperti del CAT per individuare eventuali anomalie. Nel caso del terremoto di oggi, dopo circa un’ora si sono iniziate a osservare delle anomalie, che hanno quindi determinato l’invio del messaggio di conferma (come si vede dalla figura del mareogramma per la stazione di Syros).
Successivamente, anche altri mareografi della regione egea hanno mostrato delle anomalie imputabili allo tsunami, sia pure di modeste dimensioni. Dalle immagini e video che nel frattempo venivano pubblicati in rete, si è notato che il livello delle onde di tsunami e l’inondazione a terra è stata in molti casi superiore alle misure strumentali, con picchi di run-up superiori a 1 metro e inondazioni maggiori di 200 metri. Da questi video si nota come le onde di tsunami, pur non altissime, posseggano una grande energia che si traduce in una forte velocità del flusso d’acqua e una lunghezza d’onda molto grande, tanto da somigliare a delle rapide di un fiume. L’allerta tsunami è stata chiusa alle 22:25 ore italiane.”
Il Centro Allerta Tsunami INGV “ha inoltre prodotto una simulazione della propagazione dello tsunami generato dal terremoto. La simulazione è stata eseguita utilizzando una batimetria con risoluzione spaziale di 15 secondi d’arco (~450 m) su un sistema di calcolo HPC su GPU utilizzando il software HySEA, un codice numerico per la modellazione della propagazione di onde di tsunami sviluppato dal gruppo EDANYA dell’Università di Malaga, Spagna (De la Asunciòn et al., 2013).
Nella seguente animazione viene ipotizzata la propagazione dello tsunami nel mar Egeo (pannello di sinistra) e nell’area epicentrale (pannello di destra), in particolare nell’intorno di Seferihisar, dove diversi video amatoriali testimoniano gli effetti dell’inondazione. I colori rappresentano variazione del livello del mare: rosso indica i movimenti verso l’alto, il blu quelli verso il basso.”
ARISTOTLE
Questo terremoto “ha anche attivato il servizio di “expert assessment” multi-hazard offerto dal consorzio ARISTOTLE composto da 18 partners europei e di cui INGV e’ il “group leader”. Il servizio (7/24h) viene attivato dal Emergency Response Coordination Center (ERCC) della European Commission qualora si verifichino eventi naturali che possano provocare impatti significativi su persone e manufatti tali da richiedere l’attivazione del sistema unionale di protezione civile
Nello specifico di questo terremoto, l’attivazione e’ stata effettuata pochi minuti dopo l’evento e la “multi-hazard operational board” – una sorta di sala di emergenza virtuale in cui partecipano esperti di tutti gli hazard inclusi in ARISTOTLE – si e’ riunita immediatamente ed ha fatto partire le procedure per la raccolta delle informazioni scientifiche per la predisposizione del report di “expert assessment” sopra menzionato. Le informazioni inserite nella valutazione provenivano da enti nazionali ed internazionali e da analisi scientifiche realizzate internamente dal consorzio come ad esempio la simulazione dell’onda di tsunami generata dal terremoto. Il report include principalmente informazioni scientifiche di utilizzo dai disaster risk managers con enfasi su quelle che consentono di svolgere una prima valutazione dell’impatto dell’evento. Nel caso del terremoto era importante valutare l’entità dello tsunami e dello scuotimento forte nella città di Izmir che conta più di due milioni e mezzo di abitanti e dove si sono verificati dei crolli di edifici. Il report è stato consegnato entro le tre ore previste ed ERCC lo sta utilizzando per valutare quali eventuali interventi di assistenza predisporre.”