Non bastano le affermazioni generiche delle Linee Guida, il WWF fa un appello pubblico al Governo perché chiarisca quali linee di intervento, quali e quanti dei 100 progetti del Piano nazionale di rilancio e resilienza siano specificamente destinati ad azioni per il contrasto ai cambiamenti climatici e alla tutela della biodiversità e del territorio Il WWF ricorda al Governo non solo che la Commissione Europea, chiede che venga assegnato alle azioni per il clima almeno il 37% dei fondi per il Piano italiano (191,4 miliardi di euro – fonte NADEF), ma la Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha inoltre chiesto che 10% venga destinato alla biodiversità, alla tutela e valorizzazione delle risorse naturali dei Paesi degli Stati Membri della UE.
Il WWF esprime apprezzamento rispetto ai generici obiettivi per la rivoluzione verde e la transizione ecologica, e ai richiami all’European Green Deal, contenute nelle Linee Guida del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, proposte dal Governo e approvate dal Parlamento, che oggi verranno trasmesse all’Europa, ma chiede al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro dell’economia Giovanni Gualtieri e al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, al Ministro per gli Affari Europei Amendola precisi impegni.
L’Italia. Come richiesto dall’Europa, chiarisca quali siano i progetti in campo per:
- conseguire un obiettivo ambizioso intermedio di abbattimento delle emissioni di gas serra al 2030, l’Europarlamento ha chiesto un taglio del 60%, il WWF chiede del 65% – per raggiungere la neutralità climatica al 2050;
- quali siano le azioni e le misure a favore delle energie rinnovabili, come indicato dalla stessa Commissione Europea nelle osservazioni al Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC)), per dare un prezzo con misure fiscali alle emissioni di carbonio, definire un prezzo minimo del carbonio per i settori inclusi nel sistema di scambio delle emissioni (ETS), eliminare i sussidi ai combustibili fossili;
- quali siano le scelte anche infrastrutturali per facilitare una mobilità intelligente a zero emissioni con la definizione misure entro il 2021 che portino a trasferire su ferro il 75% del traffico merci che oggi viaggia su strada (ad oggi l’81% delle merci viaggiano su strada all’interno dei nostri confini), puntino sui veicoli elettrici in tutti i settori, a partire dal trasporto pubblico, dotando il Paesi di una capillare infrastruttura per la ricarica dei veicoli elettrici, al fine di conseguire l’obiettivo della riduzione del 90% delle emissioni di gas serra nel settore dei trasporti al 2050;
- prima di qualsivoglia investimento, definire un percorso per l’idrogeno davvero verde, fondato su un surplus di produzione di energia rinnovabile, non investendo in progetti che vedano l’uso del vettore idrogeno ancora legato all’uso dei combustibili fossili;
- come si pensi di intervenire nella realizzazione di un Piano nazionale di Restoration, di ripristino e di rinaturalizzazione del Paese (che ha una delle biodiversità più ricche d’Europa) realizzando azioni e cantieri per frenare e superare la perdita di biodiversità, il dissesto idrogeologico, il consumo del suolo e favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici.