Quali alimenti evitare in caso di influenza e tutte le “armi” per prevenirla

Come prevenire l'influenza e combatterla con l'alimentazione: i cibi da preferire e limitare, tante info e consigli utili
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Dolori e febbre sono alcuni dei sintomi più comuni dell’influenza, un’infezione delle vie respiratorie che in Italia colpisce soprattutto durante i mesi invernali. La parola “influenza” riprende il termine latino “influentia“, perché nel passato si riteneva che la malattia fosse causata da congiunzioni astrali negative: non è così, come ben sappiamo, e ci sono molti comportamenti che possiamo adottare (igienici, alimentari, ecc.) per prevenire l’influenza ed, eventualmente, combatterne i sintomi e guarire nel minor tempo possibile, preparando e rafforzando il nostro organismo.
Prevenire l’influenza permette di evitare una malattia che i cui sintomi sono tutt’altro che trascurabili: colpiscono improvvisamente, e di solito il primo a comparire è la febbre, che può superare i 39°C.
La febbre può salire poco anche negli anziani, che però corrono un maggior rischio di complicanze (polmoniti, meningiti ed encefaliti possono anche rendere necessario il ricovero in ospedale). Altre fasce della popolazione a rischio sono i bambini sotto i 2 anni, le donne nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza, chi vive in strutture di lungodegenza e chiunque soffra di malattie croniche (ai polmoni o ai reni, oppure di diabete) o abbia un sistema immunitario debole. La popolazione over 65 resta comunque quella più a rischio.
Anche in assenza di complicazioni, l’influenza può essere debilitante quando compaiono sintomi come: dolori muscolari e articolari, brividi, cefalea, capogiri, spossatezza, nausea, vomito, tosse secca, respiro affannoso, naso che cola, starnuti, mal di gola. Inoltre l’influenza può aggravare l’asma e altri sintomi respiratori preesistenti.
Insomma, i buoni motivi per prevenire l’influenza non mancano.

Come prevenire l’influenza?

carenza vitaminePer prevenire l’influenza e altri malanni di stagione, come il raffreddore, è importante mantenere in salute il proprio sistema immunitario: un prezioso aiuto può arrivare dall’alimentazione.
Ricordiamo che un regime alimentare come la Dieta Mediterranea è caratterizzato da proprietà antinfiammatorie e consente di fornire al corpo tutto ciò di cui ha bisogno, nelle giuste proporzioni, per mantenersi in salute. E’ fondamentale non vi sia carenza di vitamine e sali minerali, alleati del buon funzionamento del sistema immunitario.
Qualche esempio? La vitamina C, aiuta a difendere l’organismo con le sue proprietà antiossidanti e l’effetto immunostimolante, ed è stata associata alla risposta alle infezioni delle vie respiratorie. Altre vitamine che possono aiutare a garantire buone difese immunitarie sono la vitamina A e i carotenoidi, la vitamina E, le vitamine del gruppo B, in particolare la B1, la vitamina D.
Anche il benessere della flora intestinale contribuisce alla salute del sistema immunitario: è importante “nutrirla” con fibre dall’azione prebiotica.
Se, nonostante un’alimentazione corretta e le dovute precauzioni igieniche, ci si ammala, è importante tenere presente alcune regole: l’influenza non si cura con gli antibiotici, perché sono efficaci sui batteri e non sui virus influenzali; tra i rimedi più efficaci c’è il riposo; bevande e alimenti preparati con acqua calda possono aiutare ad alleviare i sintomi della congestione nasale; i farmaci antipiretici e antinfiammatori aiutano ad affrontare la febbre, i dolori muscolari e il mal di testa.

Quali alimenti evitare in caso di influenza?

Ci sono alimenti che andrebbero preferiti ed altri evitati, per scongiurare l’arrivo dell’influenza stagionale: si può infatti associare il consumo errato di taluni alimenti ad una minore capacità di protezione.
A fare il punto è il prof. Alberto Ritieni, ordinario di Chimica degli Alimenti all’Università Federico II di Napoli e consulente scientifico del Salvagente, che, sull’edizione online del mensile, in particolare si sofferma su tre tipologie di alimenti.

La carne – “Se è vero che se ho l’influenza la logica vuole che debba introdurre nutrienti sostanziosi e pregiati come le proteine e se la FDA americana parla di circa 50 grammi al giorno anche in Europa ci attestiamo per i sedentari a un consumo di circa 56 grammi giornalieri, pesando circa 70 kg. Per combattere l’influenza scegliamo carni magre, meglio bianche come il pollame oppure del pesce. Il pesce ci aiuta fornendoci anche acidi grassi essenziali, che sono dei naturali antidolorifici, e dandoci anche proteine di alto valore biologico. Infine, il pesce ci rifornisce dei mattoni utili a produrre ormoni adatti a combattere lo stress dovuto all’esposizione al freddo,” spiega il prof Ritieni. “Questi alimenti, rispetto alla carne rossa, sono comunque ricchi di proteine, aminoacidi liberi e ferro ma hanno meno grassi e la loro digeribilità ci ruba meno energia senza affaticare l’apparato digerente che usiamo per le difese immunitarie. Per alcuni ricercatori, un eccesso di grassi animali per giunta con una elevata quota di grassi saturi, rallenta il recupero dagli stati influenzali o di raffreddamento perché impegna molto l’organismo debilitato. Occorre poi consumare come contorno più verdure ed ortaggi per avere un supporto di antiossidanti e vitamine potenziato e completare il tutto con frutta fresca ricca di sostanze salutistiche. Una buona combinazione può essere del pesce, condito con olio extravergine di oliva, succo di limone e qualche spezia; in questo modo siamo più pronti a difenderci dall’influenza. Fateci caso e scoprirete che sembra simile a quanto le nonne ci dicevano se eravamo appena accaldati o raffreddati“.

Gli snack – “Chi non adora o gradisce i cibi molto trasformati come gli snack ad esempio oppure i tanti snack fritti che troviamo dappertutto! Eppure dobbiamo disilludere tutti questi consumatori. Il continuo e eccessivo consumo di prodotti spesso salati, spesso innaffiati con bibite gasate di annata, comporta dei rischi di tipo anche cardio-circolatorio, ma il troppo salato sbocconcellato a letto in attesa di farsi passare l’influenza comporta problemi di digestione e soprattutto può contribuire ad una deleteria disidratazione generale del corpo. L’acqua – afferma il prof. Alberto Ritieni – è parte di noi per il 65% circa e perderla crea problemi perché si cambia l’ambiente in cui funzionano meglio ad esempio le reazioni di sintesi degli anticorpi o degli enzimi in generale che ci aiutano a prevenire l’influenza o a combatterla quando si è palesata. Il senso di stanchezza che si prova è una logica conseguenza di questo squilibrio. Se aggiungiamo troppi fritti alla dieta anche l’intestino deve super lavorare distraendo il nostro metabolismo da una ripresa veloce e più efficace. Non occorre salare troppo i piatti e anche gli abusi di alcolici indeboliscono l’organismo aprendo ai virus o ai batteri delle porte in cui infilarsi. Questi comportamenti non garantiscono certo un recupero rapido della forma fisica quando l’influenza è alla sua naturale fine. Il corpo ha bisogno del giusto riposo in qualità e quantità, tutto ciò è fondamentale per ammalarsi di meno o per tornare in forma più rapidamente“.

I dolci  -“La chiusura di un pasto col dolce è concesso, magari il pranzo e non la cena per non caricarci di zuccheri in eccesso e pagare poi dazio con una notte in cui glicemia, insulina, cortisolo etc. impazziscono a rincorrersi a nostre spese. Il cortisolo è un ormone pressoché costante nelle 24 ore, con un picco massimo nelle prime ore del mattino, verso le 3, e un picco minimo che si ha con le prime ore di riposo notturno, verso le 24. Un eccesso di zuccheri – precisa il prof. Alberto Ritieni – rende la produzione di cortisolo confusa e questo rende il riposo notturno in parte sprecato dal fatto che il nostro organismo è costretto a produrre molecole che ancora non occorrono ma che intanto distraggono la linea di produzione da fare qualcosa di necessario a biosintetizzare qualcosa di superfluo. Una dieta ricca di zuccheri, sotto forma di dolci e ma anche di bibite gasate, porta a impegnare il nostro corpo a dedicarsi all’attività che più vorremmo evitare: l’ingrassamento. Questa distrazione metabolica dovuta a un eccesso di dolciumi come indiretta conseguenza che la fase rinforzo delle difese immunitarie risulta meno efficiente. È come se gli assediati in un castello usassero tutte le loro riserve di tempo e soldati per stipare nelle dispense il cibo senza preoccuparsi di presidiare le mura e quindi, tenersi pronti alla pugna con gli avversari“.

Quali alimenti aiutano a prevenire l’influenza?

Alcuni cibi vanno consumati con parsimonia, ma quali sono gli alimenti che possono aiutare il nostro organismo a difendersi dai malanni di stagione?

I nutrienti– “Le tanto amate vitamine, i tanto ricercati antiossidanti e le numerose molecole che partecipano a mantenere e a migliorare il nostro stato di salute sono presenti in ortaggi, frutta, verdure ma, non in modo identico in tutti questi alimenti per cui variare molto i nostri piatti significa portare in tavola gran parte di queste sostanze utili e con i migliori livelli possibili,” ricorda il prof. Ritieni sull’edizione online de Il Salvagente. “Affidarsi a una dieta equilibrata è come mettere in campo una squadra ben costruita e nessun allenatore di calcio sceglierebbe uno schema dove giocano sei attaccanti, magari dimenticando il portiere. Per raggiungere risultati di eccellenza occorrono squadre dove difesa, attacco e centrocampo siano equilibrati per qualità e quantità e questo avviene anche con la dieta che non deve essere mai sbilanciata verso uno dei nutrienti o l’altro. La stagionalità dei prodotti della nostra tavola è un aspetto tanto importante quanto ancora oggi molto sottovalutato. Infatti, con la globalizzazione e pur essendo possibile con gli attuali mezzi di trasporto avere le primizie sempre sulla tavola, i vegetali coltivati seguendo il ciclo naturale delle stagioni e che ci sono vicini climaticamente contengono livelli di vitamine o di antiossidanti ottimali. Frutta e verdura che percorrono lunghi viaggi nello spazio o nella dimensione del tempo, per capirci parliamo di frigoconservati etc., sono talvolta meno competitivi con i prodotti freschi di raccolto per questi aspetti salutistici”.

La vitamina C – “Ormai tutti hanno compreso che andrebbero consumate almeno 3 porzioni di frutta al giorno e certamente la vitamina C che è contenuta in questi alimenti è forse la molecola che meglio ci aiuta a prevenire l’influenza. Gli agrumi e l’arancia in particolare, donano tanta vitamina C e bastano circa 60 mg al giorno per creare una barriera naturale antiossidante, che difende la pelle, velocizza la cicatrizzazione delle ferite e innalza le difese immunitarie,” afferma il prof. Ritieni. “La colazione è il primo pasto e la prima fonte di vitamine specie la C e la A. Una premuta fresca di arancia ci concede 60 mg di Vitamina C per 100 grammi, un paio di mandarini a tavola 42 mg per 100 grammi. Ancora meglio, gustarsi al cucchiaio un kiwi permette di ottenere 85 mg di Vit. C per 100 grammi. Sono tutti alimenti di grande supporto nel rinforzare anche le nostre difese immunitarie. Nel nord Europa, dove gli agrumi sono certamente più rari, si fa il pieno di vitamine con mele cotte al limone o rinforzate con della cannella, ma frequentemente si aggiungono i ribes (200 mg di Vit. C per 100 grammi) a uno yogurt. A pranzo si possono scegliere delle verdure come la lattuga (59 mg di Vit. C per 100 grammi) condita con del succo di limone che permettono di mantenere alto il livello di Vitamina C nel nostro organismo perché non siamo capaci né di produrla da soli né di conservarla. Queste buone abitudini a tavola sono equivalenti a mantenere la batteria del telefonino al 100% così da evitare di arrivare a cena con poca autonomia e perderci la telefonata importante che aspettavamo. Ricaricarsi durante la giornata, con fantasia magari gustando una premuta fresca, un frutto sbucciato con amore o aggiungere un contorno di spinaci (35 mg di Vit. C per 100 grammi) per accompagnare una pietanza risolve per i più piccoli commensali la necessità di ricaricarsi di vitamine prima fra tutte la Vitamina C“.

Le spezie – “Fra le tante spezie che abbiamo imparato a conoscere durante i viaggi veri e, oggi con quelli virtuali, di certo curry, paprica e peperoncino sono divenuti amici dei nostri piatti e nel contempo sono delle naturali fonti di sostanze utili e addirittura antinfiammatorie. A queste spezie – prosegue il prof. Ritieni – possiamo aggiungere qualcosa di più vicino culturalmente come rosmarino, salvia, timo, maggiorana, alloro, zenzero e cannella che agiscono da digestivi e tonificanti e aiutano a superare la stanchezza che con la stagione autunnale arriva prima di quanto ci si aspetti per motivi metabolici. La ben nota curcuma e i suoi curcuminoidi rafforzano al meglio le nostre difese immunitarie perché aiutano a produrre il cAMP che è una delle molecole più importanti del nostro corpo in grado di combattere efficacemente l’azione di alcuni virus e batteri. Il ruolo del cAMP nelle cellule è simile a quello del citofono che avvisa chi è all’esterno della cellula e preallarma i sistemi difensivi nel caso alle porte ci fossero invitati indesiderati come i virus. In altre parole, aggiungendo gusto e sapore ai piatti, sommiamo difese per la salute del nostro corpo. Alcune di queste spezie, fra cui la curcuma, sono delle inaspettate fonti di acido salicilico ovvero una sostanza naturale antiinfiammatoria, ma parente stretta e meno potente della ben più famosa aspirina“.

Il e le tisane – “Il tè nero e il più noto tè verde sono bevande perfette per contrastare i primi freddi e sono considerati rimedi naturali per combattere i malanni di stagione fra cui l’influenza. Il tè nero migliora le difese immunitarie grazie al suo contenuto di teanina, un amminoacido naturale che non ha niente a che vedere con la caffeina, ma che al contrario riduce la pressione sanguigna e quindi è considerato un potenziatore dei farmaci antipertensivi. Il tè verde è invece ricco di catechine che aiutano a prevenire le infezioni virali. Nel campo delle tisane esiste una possibilità di scelta amplissima. Ad esempio, la rosa canina contiene 10 volte la vitamina C degli agrumi oltre ad altri e vari antiossidanti. L’echinacea è una fonte ideale per una tisana antiinfluenzale così come sono il tiglio o lo zenzero. In effetti, il rito della tisana è un modo di autococcolarsi con le fasi della preparazione, della degustazione e con il calore che dall’interno ci pervade dopo una giornata stressante e, in più, con i principi naturali che vanno a rinforzare le difese immunitarie,” conclude il prof. Ritieni.

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