Un corso d’acqua tombato un tempo attraversava Bitti (Nuoro), travolta dall’ondata di fango e acqua che sabato mattina si e’ abbattuta sul centro abitato, provocando purtroppo tre vittime. “Il corso d’acqua ha seguito la sua linea di deflusso naturale: quando e’ stata creata la strada non si e’ avuta consapevolezza che l’acqua segue questo flusso“, spiega all’AGI il presidente dell’Ordine dei geologi della Sardegna Giancarlo Carboni, arrivato a Bitti per un sopralluogo nei siti dell’alluvione, assieme ai colleghi Mario Nonne (del consiglio nazionale dei geologi) e Davide Boneddu, geologo che, gia’ in passato, si e’ occupato di questi fenomeni.
“In passato c’era un torrente che attraversava il paese, che e’ nato in prossimita’ del corso d’acqua e poi si e’ espanso anche dall’altro lato”, aggiunge Carboni. “Il corso d’acqua poi e’ stato tombato, come accaduto in tanti paesi attraversati da torrenti, e si e’ creata una strada“. Ma l’acqua ha seguito quello che era la sua ‘via naturale’. Tanti centri, ha ricordato Carboni, sono sorti in prossimita’ dei corsi d’acqua, perche’ questo rendeva piu’ semplice l’approvvigionamento. Il problema e’ che “si e’ persa la memoria storica del fatto che certi eventi potessero avvenire, e i tessuti urbani sono nati senza pensare a questi fenomeni di rischio”, spiega il presidente dell’Ordine dei geologi sardi. “E’ necessaria una visione geologica: se si valuta che un territorio e’ soggetto a un rischio, il modello deve essere tarato su quello“.
La valutazione della quantita’ di acqua che puo’ arrivare sul territorio non basta: si deve tener conto anche del carico dei detriti che vengono trasportati a valle. “L’impatto dell’acqua che trasporta roccia e fango aumenta la carica distruttiva“, aggiunge il presidente dell’Ordine dei geologi della Sardegna. “Ecco perche’ servono modelli aggiornati. Serve una ricerca scientifica adeguata alle esigenze che stiamo vivendo, per la pianificazione urbanistica e politica e’ necessario che negli uffici ci sia personale qualificato per affrontare queste tematiche“, ha rimarcato Carboni, rilevando che “la burocrazia e’ lenta perche’ gli uffici sono sguarniti”.