Le magnifiche luci del nord sono un fenomeno naturale tra i più suggestivi che la natura offre agli spettatori. L’iridescenza dell’aurora boreale si ammira durante la lunga notte polare e da sempre solletica la curiosità degli uomini che non hanno mai smesso di stupirsi in presenza dello spettacolo che essa offre, anche quando le tradizioni più fantasiose hanno trovato una risoluzione scientifica.
Cosa genera le aurore boreali
Le aurore boreali sono un fenomeno naturale che interessa i cieli più a nord e più a sud del pianeta, dove si chiamano aurore australi. Sono prodotte dal cosiddetto vento solare, particelle elettriche (protoni ed elettroni) che arrivano dal Sole e colpiscono l’atmosfera terrestre, in particolare la ionosfera che si trova tra i 100 e i 500 chilometri di altitudine. L’intensa energia prodotta dagli elettroni, quando si esaurisce, si trasforma in fenomeni di luce visibile.
Se nei tempi antichi si attribuivano queste luci all’opera di spiriti o alle magie di personaggi leggendari; fino al XIX secolo, gli scienziati pensavano che si trattasse di semplici fenomeni di riflessione della luce solare sugli immensi iceberg che galleggiavano negli oceani polari.
Oggi, sappiamo da cosa deriva questo fenomeno e la scienza ci spiega anche perché appaiano solo in alcune specifiche regioni. Sembra, infatti, che in queste zone della terra vi sia una minore protezione magnetica e che quindi le particelle cariche riescano ad interferire con il campo magnetico della terra.
Come si presentano le aurore boreali
Le scie luminose si presentano con una varietà di colori che va dal verde al rosso, dal giallo al rosa al viola e persino al bianco; ma non molti sanno che possono anche essere accompagnate da una specie di sibilo. Se le luci blu sono le più rare a presentarsi, non molti sanno che le aurore rosso sangue si svelano all’incirca una volta ogni dieci anni.
Le forme che assumono le luci del nord sono tra le più varie, alcune hanno l’aspetto di archi brillanti altre volte quello raggi di luce. Passata la mezzanotte l’aurora può prendere la forma di macchie lampeggianti. Possono apparire molto sottili e quasi immobili oppure ondeggiare e danzare vorticosamente.
Quando osservarle nel 2020/2021
Per apprezzare le aurore boreali in tutta la loro magnificenza è sapere che la loro presenza dipende dal ciclo dell’attività solare che ha una durata di 11 anni. Durante quest’arco temporale si verificano picchi di massima e di minima attività solare a cui si associa quindi una maggiore o minore frequenza delle aurore boreali e australi.
L’ultimo periodo di massima attività si è avuto tra il 2014 e il 2015 e si avvia a raggiungere il periodo minimo, nei prossimi dieci anni, infatti, le luci del nord offriranno minori occasioni per essere osservate. Ma non c’è da preoccuparsi ritorneranno a sfolgorare nei cieli intorno al 2025, nel frattempo però non spariranno mai del tutto e il 2020 e il 2021 concederanno ancora occasioni per ammirarle.
Scegliere con cura il periodo del proprio viaggio in esplorazione delle aurore è perciò quantomai fondamentale. Le “northern lights” sono più visibili durante la stagione invernale e in particolare in concomitanza con gli equinozi d’autunno e di primavera che avvengono tra settembre e ottobre e tra febbraio e marzo e l’orario più indicato per andare a caccia di aurore boreali è quello tra le 18 e l’1 di notte.