“I posti di terapia intensiva oggi disponibili ed attivi in Italia sono valutabili intorno a 7.500. La dotazione organica attuale di rianimatori e infermieri specializzati garantisce con questi numeri sicurezza e qualità delle cure“. Lo ha detto il segretario nazionale del sindacato Anaao Assomed, Carlo Palermo che ha precisato: “Va ribadito che circa il 60% di questi letti è occupato da pazienti con malattie gravissime come ictus, infarti, politraumi, stati di shock, sepsi e insufficienze multiorgano, che ovviamente non possono essere collocati in altri setting assistenziali”. “La soglia del 30%, indicata come livello di allarme, di posti letto di terapia intensiva dedicati al Covid-19 è quindi posta intorno a 2.300 ricoveri. I dati di ieri sui ricoveri totali di malati Covid-19 in terapia intensiva, 3.422, indicano che oramai siamo ben oltre il 40% dei posti presenti – ha fatto notare Palermo – in molte realtà i pazienti aspettano ore, se non giorni, anche intubati, nei pronto soccorso prima di essere avviati nei reparti intensivi”.
“Quando si indicano in oltre 11mila i posti totali di terapia intensiva si deve specificare che circa 3.500 sono solo sulla carta, attivabili in condizioni critiche e non immediatamente, comprendendo letti in via di approntamento, le cui gare sono partite solo ad ottobre, nonché letti sub-intensivi e chirurgici già utilizzati nelle ordinarie attività ospedaliere. Senza contare che, in ogni caso, non sarebbe disponibile il personale medico e infermieristico necessario per la cura e l’assistenza dei pazienti, a causa di un decennio di totale fallimento nella programmazione dei fabbisogni specialistici“, conclude Palermo.