Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è in Parlamento per delle comunicazioni sulla situazione epidemiologica e sulle eventuali ulteriori misure per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 in Italia.
“La lettura del report settimanale di monitoraggio ha costretto a prefigurare un nuovo corpus di misure restrittive da adottare anche prima del 4 novembre. Il governo rimarrà consapevole della responsabilità delle misure prese per proteggere la nazione”, ha detto Conte. “Il quadro europeo appare critico: la pandemia corre impetuosamente nel continente costringendo ciascun paese ad assumere misure più restrittive. L’Europa all’interno di un quadro complesso è l’area più colpita dalla seconda ondata. In Paesi come Spagna, Francia e Regno Unito, il numero di casi dall’inizio dell’epidemia ha superato il milione. Anche nel nostro Paese, la situazione è in peggioramento. Dal monitoraggio dal 19 al 25 ottobre, il numero di nuovi casi registrati è quasi raddoppiato rispetto alla settimana precedente. A ieri, il 94% dei contagiati risulta in isolamento domiciliare. Solo lo 0,5% risulta ricoverato in terapia intensiva rispetto al 6,7%” della scorsa primavera. “Oltre il 65% delle persone è asintomatica o paucisintomatica, e oltre il 95% accusa sintomi lievi. A ieri risultano ricoverate in terapia intensiva 1939 persone. I pazienti in terapia intensiva sono al momento poco piu’ della meta’ dei posti letto attivati grazie alle forniture del governo con il commissario straordinario”.
“L’aumento dei contagi è il risultato dell’accresciuta capacità di screening, facciamo una media di 200.000 tamponi al giorno quando a marzo ne venivano processati circa 25.000. Sono stati testati poco meno di 10 milioni di cittadini. Questi dati ci fanno capire che c’è una rilevante differenza rispetto alla prima ondata: abbiamo un’accresciuta capacità di risposta. Non stiamo subendo un’insostenibile pressione nei reparti di terapia intensiva, ma registriamo un crescente affollamento nei restanti reparti, con particolare riguardo alle terapie subintensive”, afferma Conte.
“Il quadro epidemiologico e’ in via di transizione verso lo scenario 4 con particolare riferimento ad alcune regioni. Alla luce dell’ultimo report, siamo costretti a intervenire per seguire una strategia più stringente e mitigativa per contenere il contagio. Va modulata in base alle criticità rilevate nei territori e del più elevato rischio di tenuta dei sistemi sanitari. Sulla base di criteri scientifici oggettivi, sarà necessario introdurre un regime differenziato. Dobbiamo cambiare strategia rispetto alla prima fase: a marzo davanti ad un evento travolgente, sprovvisti di un sistema di monitoraggio sofisticato, abbiamo emanato provvedimenti generali e uniformi che ci hanno condotto a un lockdown generalizzato. Abbiamo operato secondo criteri di adeguatezza e proporzionalità ma senza poter disporre di un monitoraggio adeguato di cui oggi disponiamo”.
Adesso “l’effetto sarà quello di intervenire a più riprese, utilizzando restrizioni e allentamenti” a seconda dell’evoluzione della situazione. “Se riproponessimo un regime di confinamento indistinto, otterremmo un duplice risultato negativo: rischieremmo di non applicare misure efficaci e di imporre misure restrittive nelle aree del Paese dove ora non risulta necessario intervenire con severità. Il prossimo Dpcm individuerà 3 aree in base agli scenari di rischio che tengono conto delle valutazioni di Iss e Consiglio superiore di sanità, basate su 21 parametri (tra i quali il numero dei casi sintomatici, i ricoveri, i casi nelle Rsa, la percentuale di tamponi positivi, il tempo medio tra sintomi e diagnosi, il numero di nuovi focolai, l’occupazione dei posti letto sulla base dell’effettiva disponibilità). Si tratta di un sistema, quindi, molto articolato‘‘.
“L’inserimento di una regione in una delle aree, avverrà con ordinanza del ministro della salute e dipenderà dal coefficiente di rischio della regione. Sarà possibile uscire da un’area a rischio ed entrare in un’altra. Per l’intero territorio nazionale intendiamo intervenire con specifiche misure: pensiamo di disporre la chiusura nei giorni festivi e prefestivi dei centri commerciali, ad eccezione di farmacie, parafarmacie, negozi di alimentari e tabacchi che si trovano all’interno, chiusura di corner adibiti ad attività di scommesse, chiuderanno musei e mostre, prevediamo riduzione fino al 50% dei mezzi pubblici locali. Prevediamo di introdurre limiti agli spostamenti dalle e per le regioni che presentano elevati rischio se non per motivi di lavoro, salute, studio, necessità. Prevediamo limiti alla circolazione delle persone nella parte serale più tarda. Possibilità che le scuole secondarie di secondo grado possano passare alla dad integrale. Prevediamo di introdurre ulteriori misure restrittive in proporzione al coefficiente di rischio” delle regioni.
“La priorità oggi come in primavera è preservare la salute. Siamo consapevoli della frustrazione, del senso di smarrimento, della stanchezza e anche della rabbia dei cittadini, che si trovano a convivere con nuove limitazioni. Siamo coscienti anche degli effetti che le misure avranno” sull’economia. “Ma non vi può essere alcun dilemma tra la protezione della salute collettiva e la difesa dell’economia: piu’ piegheremo i contagi piu’ allenteremo le restrizioni. I numeri macro economici non di dicono nulla del disagio sociale ma il risultato e’ straordinario. Ai cittadini va la nostra gratitudine. Massima protezione a lavoratori e imprese, non arretreremo. Faremo tutti gli sforzi finanziari che servono per costituire elementi di stabilita’ e certezza per il mondo del lavoro”, per questo il governo ha varato il dl ristori e ha esteso il blocco dei licenziamenti fino a fine marzo. “Ora serve nuova strategia per la presenza pubblica nell’economia. A tutte le forze politiche dico: restiamo uniti in questo drammatico momento”, ha concluso Conte.