La disonestà nella vita universitaria italiana di cui scrivevano Gaetano Salvemini nel 1908 e Benedetto Croce nel 1909: non è cambiato molto

Nelle nostre Università, con poche eccezioni virtuose, si continua ad operare secondo logiche delle guerre per bande, come già scrivevano Gaetano Salvemini e Benedetto Croce
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Nel 2019, dopo 1 anno dal mio pensionamento dall’Università di Napoli Federico II, ho pubblicato il libro “Università, Territorio, Ambiente” (www.aracneeditrice.it). Il libro, come tanti altri miei scritti in 31 anni di servizio nell’Università pubblica, muoveva dalla necessità, avvertita dalla società civile, ma non certo dai tanti professori Universitari, che ci sia necessità di una profonda ed innovativa riforma dell’Università nell’interesse del concreto sviluppo del Paese. Con un altro mio intervento su questo giornale tratterò la tematica della irrinunciabile riforma dell’Università dalle fondamenta.

Benchè in pensione da 3 anni sono ancora molto attivo con collaborazioni scientifiche internazionali in diversi Paesi. Nel 2019 mi è stata conferita la più alta onorificenza mondiale nel mio settore di ricerca (Exploraton and Environmental Geochemistry): il 2019 Gold Medal Award dell’Association of Applied Geochemists. Per spiegare il livello di sotto-cultura della Federico II, l’attuale Ministro di Università e Ricerca Manfredi, che ancora era Rettore della Federico II, non sentì nemmeno il bisogno di complimentarsi per l’onorificenza ricevuta da un Professore della “sua” Università; congratulazioni ricevute, viceversa dalle Università Americane e Cinesi, dove mi è stata conferita la posizione onorifica, per meriti scientifici, di Adjunct Professor. Nelle nostre Università, con poche eccezioni virtuose, si continua ad operare secondo logiche delle guerre per bande, come già scrivevano Gaetano Salvemini e Benedetto Croce, nel 1908 e 1909, che definivano le logiche accademiche “sistemiche” come espressione malavitosa della “teppa universitaria”. La caduta di stile sopra accennata è solo la cartina al tornasole di logiche ancora perduranti (fatto salvo le realtà virtuose che pur ci sono in Università Italiane) nell’Accademia dopo oltre un secolo.

Ma, a prescindere dalle questioni di stile, chi dovrebbe, in primis, nelle Università garantire la legalità e il rispetto dei principi informatori che i Legislatori, nonostante le resistenze iper-corporative dei professori, si sono prodigati di rendere disponibili, negli anni, agli Universitari per cercare di ammodernare le nostre Università? Penso, i Rettori. Ebbene, il Governo in carica, dopo le dimissioni purtroppo del Ministro Fioramonti, in quota 5 Stelle, lo ha sostituito con il Prof. Gaetano Manfredi, Presidente della CRUI (Conferenza dei Rettori Italiani) e Rettore della Università di Napoli Federico II, in possesso anche di un buon CV scientifico. La nomina, come spiegato in una trasmissione di Report, ad inizio dell’estate 2020, è avvenuta su indicazione del Partito del LeU del Ministro Speranza. Sarebbe quindi un Ministro progressista, in quota addirittura al piccolo Partito a sinistra del PD… vale a dire che la punta di diamante della conservazione più corporativa del Paese, diventa l’espressione dei presunti “rivoluzionari” al Governo!

Per chiarimento, in merito alle performances dell’ex Rettore Manfredi, preciso che alla soglia della pensione, nel 2017, lo avevo denunciato per abuso di potere ed omissione di atti pubblici, in merito ad una vicenda di un concorso presso un Dipartimento (DiSTAR) della Federico II, da me preventivamente denunciata sul sito di ateneo.docenti.unina (Rubrica Bacheca), segnalata all’ANAC e resa pubblica attraverso interventi su La Repubblica-Napoli, per gli Atti illegittimi avallati dal Rettore della Federico II con un suo Decreto. Avevo sperato che potesse esistere il famoso “Giudice a Berlino”, invocato dal contadino che si permetteva di denunciare le prepotenze private che subiva da parte del Kaiser. Ma ahimè, detto Giudice, pare proprio che non esista. Il GIP archiviò la mia denuncia, scrivendo che “l’escussione a sommaria informazione dei Professori, sarebbe stata inammissibile perché non pertinente con la notizia di reato”. Forse l’escussione avrebbe dovuto coinvolgere gli uscieri dell’Università?

Ma oltre alla vicenda da me denunciata, cerchiamo di chiarire meglio anche la figura dell’attuale Ministro dell’Università e della Ricerca Scientifica. Per la cronaca, intanto l’ex Rettore al momento della sua nomina a Ministro dell’Università era sotto processo a L’Aquila in relazione alle sue funzioni di Collaudatore delle abitazioni del Progetto CASE, processo provvidamente, conclusosi con una salvifica Prescrizione (è il caso di precisare che la prescrizione non è una assoluzione). Penso che un Ministro “progressista”, in quota LeU, avrebbe dovuto/potuto rinunciare ai benefici della Prescrizione, chiedendo che la sua eventuale “innocenza” fosse sancita da un Giudizio del Tribunale; ma evidentemente chiedo troppo! Sul fatto che il Governo in carica nominasse un Ministro, sotto processo, chiusosi con una prescrizione, gli integerrimi 5 Stelle, nulla hanno obiettato… a quanto pare i loro principi contro la casta, riguardano solo Berlusconi! Nonostante io sia sempre stato un anti-Berlusconiano, a fronte di tanta ipocrisia, ora, mi fa quasi simpatia…

Il Ministro è tornato agli onori della cronaca nella trasmissione Report della settimana scorsa, in merito alla vicenda del vaccino anti-Covid della Casa farmaceutica di Pomezia in collaborazione con Università di Oxford. Il giornalista di Report evidenziava che i tre professori dietro la casa farmaceutica Italiana (di cui uno della Federico II) avessero ottenuto fondi pubblici per le ricerche sul vaccino (nulla di illegale, ovviamente; anzi più che giusto finanziarli) dal Ministro dell’Università Manfredi, ma nello stesso tempo che avessero costituito una società privata in Svizzera, che dovrebbe poi incassare i profitti dei risultati delle ricerche sul vaccino. I giornalisti di Report chiedevano alle autorità pubbliche (quindi a Ministri e a Zingaretti), se si fossero informati del fatto che a fronte di un finanziamento pubblico ci fossero profitti privati. Pare che tutti cadessero dalle nuvole. Nessuno ne sapeva nulla. Ci sono profili di illegalità? Non tocca a me stabilirlo. Ma restano le considerazioni “politiche” di Report. E’ sostenibile che dei Ministri concedano un finanziamento pubblico e si “distraggano” sul fatto che i potenziali profitti diventino privati?

Ma tornando all’ex Rettore, Prof. Manfredi, preciso quanto segue (ripetutamente scritto in tanti miei interventi su stampa, su Repubblica-Napoli e su altri): come Rettore della Federico II per giustificare le annuali non eccellenti performances (in varie classifiche) dell’Università di Federico II, lamentava i problemi strutturali e di fondi che l’avrebbero penalizzata rispetto ad altre Università. Considerato che lamentava, con una qualche ragione, la carenza di risorse, dovrebbe spiegare per esempio come sono state spese le “scarse” risorse della Federico II elargite a Centri di Competenza (che poi si trasformano in Scarl-Società Consortile a Responsabilità Limitata), da me sempre definiti, in generale, salvando qualche eccezione virtuosa, Centri di attività professionale con il cappello pubblico. In svariati miei documenti, ne ho chiesto sempre l’eliminazione: i professori Universitari che vogliono svolgere legittimamente attività professionale, dovrebbero scegliere il regime del tempo definito, rinunciando ad una parte del loro stipendio a tempo pieno.

Fra i tanti Centri di Competenza, parliamo di quello diretto dal Prof. Manfredi (prima di sua nomina a Rettore): l’AMRA (acronimo che sta per Analisi e Monitoraggio Rischio Ambientale). L’AMRA pare sia stato chiuso con degli ammanchi di bilancio. Se la cosa corrispondesse a verità, come sono stati coperti questi ammanchi? Ma soprattutto, a prescindere dai problemi economici, cosa ha mai prodotto l’AMRA, a fronte dei diversi milioni di fondi pubblici ricevuti da Università e altri, a beneficio della Federico II e dei cittadini a rischio ambientale? Ricordo che fra i “meriti” dell’AMRA, ci sono: 1) la sponsorizzazione del progetto sul sondaggio profondo nei Campi Flegrei, che secondo l’allora direttore di AMRA, avrebbe risolto tutti i problemi energetici dell’Italia e oltre! Detto sondaggio, incredibilmente, veniva ubicato nell’area urbana di Napoli (Bagnoli), nel sito ex-industriale dismesso e in corso di bonifica (sequestrato dal Tribunale di Napoli, ora con Sentenza di I grado di condanna degli imputati per truffa e disastro ambientale; processo del quale sono stato il CT della PM incaricata dell’indagine). Per essermi opposto, con motivazioni scientifiche, a questo progetto, sono stato etichettato da stampa di supporto a certa accademia, addirittura come “nemico” dello sviluppo di Napoli; 2) la consulenza tecnica per il progetto (noto come Scarfoglio) di una società privata, sempre per energia geotermica, nella zona di Pisciarelli-Agnano nei Campi Flegrei, progetto che furono costretti ad abbandonare al verificarsi di uno sciame sismico, a conferma della estrema pericolosità dell’area interessata (come avevano indicato gli allarmi preventivi lanciati dal ricercatore di OV-INGV Giovanni Chiodini ma ignorati all’interno dell’OV-INGV). Il consulente di detto progetto, all’interno di AMRA, era addirittura il Direttore dell’Osservatorio Vesuviano (in palese conflitto di interesse) (la Federico II, poi ha continuato a partecipare ad altro progetto geotermico-GeoGrid, per un nuovo sondaggio geotermico ad Agnano-Pisciarelli nel 2019; progetto di nuovo fermato per un nuovo eclatante incidente durante le attività di perforazione); 3) contributo al disastro ambientale della bonifica di Bagnoli, avendo partecipato (con quote azionarie) alla realizzazione di un Laboratorio (CCTA) interno a BagnoliFutura SpA (con conflitto di interessi eclatante); 4) omessa presa di posizione sulla costruzione dell’Ospedale del Mare nella zona a massimo rischio vulcanologico del Vesuvio. Di detto ospedale il collaudatore è stato un eccellente Professore di Ingegneria Sismica dell’Università di Napoli Federico II, stretto collaboratore e grande supporter del Prof. Manfredi. Intra alia, in un documento ufficiale della Protezione Civile (in risposta ad interpellanze parlamentari degli On.li Giorgio La Malfa – Repubblicani, e Donatella Poretti – Radicali), veniva scritto che la Protezione Civile si era avvalsa del parere di quattro vulcanologi, di fama internazionale (almeno due di questi Professori facevano parte di AMRA). Ma nessuno ha mai specificato (tranne il sottoscritto, unitamente al Prof. G. Rolandi, con diversi interventi su stampa e su riviste internazionali) che l’Ospedale del Mare è stato costruito per sostenere il rischio sismico, dimenticando che nello specifico, per la presenza del Vesuvio, il rischio dominante è vulcanico, non sismico (ovviamente, non sono mai entrato nel merito della bontà delle misure antisismiche collaudate).

Nella sostanza l’AMRA ha partecipato in attività di presunta ricerca che sostanzialmente incrementava il rischio vulcanico, dando zero contributo nella direzione del monitoraggio e della mitigazione del rischio. Il degrado nelle Università è soprattutto morale, e chi le dirige dovrebbe sentire il dovere di fare almeno un cenno di autocritica. Ma mi sa che forse chiedo veramente troppo.

In ogni caso, la mia azione nell’Università ha sempre mirato solo alla premialità del merito e quindi al bene dell’Università stessa (in primis della Federico II) e dei giovani (questa azione ha fatto sì che ben 20 dei miei 26 ex Dottorandi abbiano posizioni di ruolo in varie università del mondo –  USA, UK, Ungheria, Australia, Cile, Nuova Zelanda, Cina). Premialità che avrebbe dovuto essere garantita soprattutto da parte di chi, ricoprendo cariche istituzionali, dovrebbe svolgere il ruolo di Garante della Legge e delle sue procedure. Questo semplice principio dovrebbe valere per tutti: dal Presidente della Repubblica all’ultimo funzionario dello Stato.

Il Rettore della Federico II e Presidente della CRUI, nella vicenda da me denunciata (e archiviata dal Magistrato), avrebbe dovuto svolgere un ruolo di garante super partes, vigilando a che fosse garantita la premialità in assoluto dei meritevoli, con procedure concorsuali serie, evitando di fare finta che le Ope Legis mascherate attraverso i bandi con Art. 18 (per posizioni di Ricercatore, Prof. Associato e Prof. Ordinario), siano una cosa seria. La ricerca, come fuga in avanti, delle eccellenze è un falso problema, perché le eccellenze sono il risultato spontaneo di un processo virtuoso di base mirato all’innalzamento del livello medio di preparazione. Come può un sistema “produrre” eccellenze, se si procede nelle stesse Università alla premialità, nei ruoli di Ricercatori e Professori, di mediocri e men che mediocri, che con la promozione vengono eletti al rango di giudici di altri, attraverso i concorsi farsa di cui sopra? I Rettori in tutte le Università serie e di alto livello del mondo, non seguono certo questa falsariga.

Il primato delle Università anglosassoni non è un problema solo dei maggiori fondi di cui dispongono (come si vorrebbe fare intendere), ma è prima di tutto una logica conseguenza di scelte premianti del merito (che producono poi anche fondi). Poi va da sé che il mondo ideale dove viene premiato il 100% dei meritevoli non esiste da nessuna parte al mondo. Ma in quelle realtà certamente la premialità investe la maggioranza dei selezionati. Diciamo che su 100, sia fisiologico che almeno un 10-15% di meno meritevoli passi il vaglio. Il problema è che in Italia la proporzione, fra meritevoli e non meritevoli è, più o meno, esattamente invertita.

Nelle nostre Università, si confonde la premialità dei meritevoli, con la logica di garantire una posizione agli appartenenti alle cordate dei Settori Scientifici Disciplinari e/o Settori Concorsuali, sulla base di “maggioranze”, spesso composte da mediocri e men che mediocri molto docili rispetto a scelte dettate da interessi che di scientifico hanno ben poco. C’è il concreto rischio, che promuovendo in maggioranza eccellenti, questi poi ragionino in autonomia…. Queste logiche hanno portato, per esempio, alla bocciatura, nella Università Federico II con Rettore il Prof. Manfredi, di reali eccellenze mondiali e alla premialità di esponenti della “fake science” (molto cari agli interessi della lobby di Ingegneria sismica e Compagnie di Assicurazioni).

Nelle primarie università anglosassoni (Harvard, Stanford, Cambridge, MIT, e altre) non c’è alcuna legge scritta che vieti, per esempio, comportamenti e pratiche secondo quello che viene definito sinteticamente come l’in-breeding system (sistema incestuoso). C’è però una prassi consolidata che lo evita (salvo rare eccezioni). Questa prassi è regolata da un valore che in assoluto non esiste in Italia: una etica personale e pubblica, da tutti condivisa e praticata. I Rettori di quelle Università di questi valori non codificati ne sono i custodi e li fanno rispettare. Non bisogna rivolgersi alla Magistratura per sperare che vengano rispettati. Nelle nostre università questi valori sono semplicemente ignoti, e conseguentemente la legalità viene interpretata con somma superficialità (per essere buoni), avente come trave portante del tutto proprio l’in-breeding system, evitato come la peste nelle primarie Università straniere. E allora nel contesto generale, forse l’ex Rettore della Federico II, ora diventato Ministro dell’Università e della Ricerca, dovrebbe spiegare quali siano i valori, in mancanza di quelli etici, che per magia dovrebbero presiedere al funzionamento dell’Università in Italia?

Quale è l’esempio fattuale che lui ha dato in questa direzione nella veste di Rettore e di Presidente della CRUI? Il meglio di sé quale pessimo interprete di figura super partes il Ministro Manfredi lo ha dato poi nella recente elezione al Rettorato della Federico II di Napoli. Ebbene in campo c’erano due candidati, il Prof. Luigi Califano di Medicina e il Prof. Matteo Lorito di Agraria. Che il Ministro in carica dell’Università, ex Rettore della Federico II, avesse delle “simpatie” per il candidato Lorito, era ben noto, e non c’è nulla di disdicevole in questo; ma che facesse apertamente e senza alcuna ritegno, campagna elettorale pro-Lorito, ha passato il limite della decenza e di ogni forma di rispetto istituzionale. E’ stato un comportamento semplicemente vergognoso, nel modo e nello stile di interpretare il proprio ruolo istituzionale, tipico dell’arroganza del potere (l’hybris di memoria greca) che fa ritenere tanti di essere degli intoccabili. Diciamo che i “presunti progressisti” che avevano il controllo del loro “Palazzo d’Inverno”, non avevano nessuna intenzione di abbandonarlo al controllo di qualche altra supposta “banda”. Mi chiedo, diciamo, da ingenuo 74enne, ma perché tanto strenuo “attaccamento” dietro questa voglia spasmodica di controllo di una struttura, che dovrebbe avere carattere puramente culturale? Quali sono i veri interessi in gioco?

Questi comportamenti, apparentemente innocui, sono realmente fonte di frustrazione per i cittadini, in quanto fanno prendere atto dell’impossibilità di ottenere un qualche cambiamento nel Paese. Penso che questa situazione sia una delle basi sulla quale si poggia il rampante populismo, e, a quanto pare, purtroppo la ricerca dell’uomo forte quale rimedio al malessere dominante.

 

Salvemini G., 1908. Cocò all’Università di Napoli o la scuola della malavita, La Voce (31.12.1908)

Croce B., 1909. Il caso Gentile e la disonestà nella vita universitaria italiana. La Terza e Figli, Bari

 

A cura di

Benedetto De Vivo, Professore Straordinario presso l’Università Telematica Pegaso, Napoli; Adjunct Prof presso: Virginia Tech, Blacksburg 24061, VA, USA; Nanjing University, Nanjing, Cina; Hubei Polytechnic University, Huangshi, Cina. Già Prof. Ordinario di Geochimica Ambientale presso l’Università di Napoli Federico II. 2019 Gold Medal Award dell’Association of Applied Geochemistry; 2020 International Research Award as Innovative Researcher in Applied Geochemistry (by RULA AWARDS & IJRULA); In Lista di University Manchester, UK, tra i Top Italian Scientists (nella Disciplina Natural & Environmental Sciences), 2019.

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