Per capire quanto sia profondo il punto più basso del pianeta basta fare un piccolo esercizio di visualizzazione e immaginare che tutto il monte Everest venga sommerso dalle acque di questo luogo impervio e misterioso. La Fossa delle Marianne, si trova nell’Oceano Pacifico a est delle isole Marianne, tra Giappone, Filippine e Papua Nuova Guinea e raggiunge i 10.994 metri sotto il livello del mare. Qui nessuna luce può penetrare poiché i raggi solari raggiungono la massima profondità di circa mille metri sotto la superficie dell’acqua.
Nonostante il buio assoluto sia difficile da concepire per noi come compatibile con la vita, la Fossa delle Marianne è ricca di forme di vita che si sono adattate alla mancanza di luce, a una pressione che il corpo umano non potrebbe sopportare (ogni centimetro quadro pesa una tonnellata) e alle gelide temperature dell’abisso.
La fossa si estende per circa 2.500 chilometri e il suo punto più profondo è chiamato Challerger Deep. Lungo questa fenditura a mezzaluna vi sono montagne, vulcani sottomarini, barriere coralline di cui non si conosce quasi nulla.
I 4 uomini che si sono avventurati sul fondo della Fossa delle Marianne
Gli uomini che si sono avventurati sul fondo sono solo quattro e a buon diritto si può affermare che hanno visitato più uomini il suolo lunare che la Fossa delle Marianne.
Il primato spetta proprio al batiscafo Trieste, di produzione italiana, con il quale si immersero nel 1960 i tenenti di vascello della U.S. Navy, Don Walsh Jacques Picard. I due furono sorpresi di trovare forme di vita come sogliole, gamberetti e platesse.
Nel 2012 il sommergibile Deepsea Challenger ospitò il regista James Cameron che raggiunse i 10.916 metri di profondità con lo scopo di raccogliere campioni e filmare l’ambiente submarino. L’ultimo a spingersi sul fondo della fossa è stato nel 2019 il miliardario texano Victor Vescovo. La sua passione per l’esplorazione ha fatto si che “toccasse un fondo” di ben 10.924 metri.
Le esplorazioni della Fossa delle Marianne con i robot high-tech
Oggi le esplorazioni dei biologi marini, si servono di sofisticati robot come i ROV (remotely operated vehicle), che possono essere inviati nei recessi più reconditi della fossa e guidati da remoto per trasmettere immagini in tempo reale e senza alcun rischio per la vita umana. Sebbene il mare rappresenti ancora oggi il territorio più inesplorato della terra (rimane ignoto il 95% degli ambienti oceanici), oggi le missioni esplorative iniziano a darci qualche informazione in più rispetto al passato.
A 3000 metri di profondità, ad esempio, nei pressi di una bocca idrotermale, che emette acqua caldissima, sopravvivono ancora granchi, aragoste, cozze, lumache, vongole e molto altri esseri animali e vegetali. Scendendo più in profondità sono state censite almeno una sessantina di specie, alcune delle quali con caratteristiche del tutto inaspettate come creature con l’aspetto di piccole pallette lanuginose, o il pesce dall’aspetto gelatinoso e completamente trasparente persino nei bulbi oculari, tanto da essere stato chiamato “pesce fantasma” e classificato nella famiglia dei pesci abissali.
Una “crociera” in fondo al mare
La Eyos Expeditions ha tra i suoi progetti in corso quello di organizzare un team di esplorazione composto da scienziati che accompagneranno tre viaggiatori nella destinazione più esclusiva del mondo.
L’immersione avverrà con il sommergibile Limiting Factor, realizzato con uno strato di titanio di 9 centimetri e fornito dalla Caladan Oceanic, è già stato testato in precedenza in diverse occasioni per garantire la sicurezza dei passeggeri. Il viaggio avrà una durata di circa 14 ore, poiché 4 sono necessarie per raggiungere il fondo oceanico e altre 4 per risalire per la cifra, certamente non economica, di circa 700 mila euro a testa.
Una “crociera” per viaggiatori d’élite, che promette di fare la storia, battendo forse almeno per originalità persino il turismo spaziale!