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Gerry Scotti ha comunicato pochi giorni fa di essere tornato a casa dopo 13 lunghi giorni di ricovero a causa della sua positività al coronavirus. Il famoso conduttore televisivo fortunatamente nn è mai stato in gravi condizioni, ma ha visto con i suoi occhi cosa si vive in ospedale in questo momento così difficile per il mondo intero.
Scotti, che ancora non è risultato negativo al Covid, spera di poter tornare in tv per la finale di Tu Sì Que Vales: “Con Caduta Libera, quello che dovevo fare è fatto. Tornerò, se mi negativizzo, alla finale di Tu sì que vales e poi mi godrò le vacanze di Natale e la nipotina. Sappiate che i medici non vogliono essere chiamati eroi. Sono persone che cercano di far bene il loro lavoro e li ho visti far bene il loro lavoro“, ha raccontato.
“Non è stata una passeggiata. Ho visto la storia vera. Tutti sperano di non prenderlo, quando lo prendi speri che sia una di quelle forme per cui te la cavi con la tachipirina. Quando ti accorgi che il sistema casalingo non basta, devi andare da quelli che hanno la pratica”, racconta Gerry, tornato a casa dopo un il lungo ricovero necessario dopo la positività al coronavirus, “La pratica se la sono fatta sul campo questi ragazzi in questi mesi. Ti devi fidare, non ti devi spaventare. Sono rimasto in ospedale 13 giorni ma gli ultimi 3 li hanno chiamati di svezzamento perché uno deve tornare a camminare, muoversi e respirare la vita normale. Sono stato fisicamente nell’anticamera della terapia intensiva. C’era una stanza e per non farmi spaventare troppo l’hanno data a me. Non ero né nella stanza normale, né nella terapia intensiva. C’era una porta di vetro e vedevo tutto quello che accadeva. Ci sono stato 36 ore e grazie a Dio mi sono bastate. In quelle ore ho visto tutto ciò che è stato, tutto ciò che è e tutto ciò che sarà. Ho fatto l’ossigeno, quello è la cura basilare. Quando l’ossigeno non arriva agli organi, la saturazione comincia a scendere e la batteria del tuo telefono comincia a spegnersi. Avverti spossatezza, è come se avessi fatto una maratona senza averla corsa. Avevo la cannula nel naso e il casco che non solo ti dà la dose di ossigeno ma ti aiuta a fare ginnastica con il polmone. Ho avuto la fortuna di essere nel centro Covid dell’Humanitas che è un centro modernissimo. Quelli che girano sono tutti uguali perché non li riconosci. Ho avuto la fortuna di stare in una stanzetta da solo. Ho perso una decina di chili”, ha concluso Scotti.