E’ trascorso un anno dalla tragedia di Quargnento, a seguito della quale morirono i vigili del fuoco Matteo Gastaldo, Marco Triches e Antonino Candido. Oggi per i parenti e gli amici delle vittime è stato però un giorno di rabbia, durante il quale le ferite sono state riaperte in maniera prepotente e ad affondare il coltello nella piaga sono stati i giudici. Nella prima sentenza per reati minori, che ha condannato per lesioni, crollo e truffa all’assicurazione i proprietari della cascina, il giudice scrive che i pompieri agirono “in modo imprudente”. E’ stato “uno sfregio inutile”, è la reazione di Elisa Gastaldo, la moglie di Matteo. I colleghi delle vittime hanno ora organizzato un sit-in di protesta davanti al tribunale di Alessandria. E come dar loro torto? La sentenza è vergognosa e sicuramente non degna di un paese civile quale dovrebbe essere l’Italia, che invece di elogiare gli eroi ne sminuisce l’operato.
L’ennesima pessima stoccata nei confronti di chi indossa una divisa. Le forze dell’ordine, già costrette alle minime azioni indispensabili visto che anche solo per un richiamo fatto con i toni sbagliati rischiano di finire querelate e sotto processo, sono sempre più messe a dura prova. Si salvavano da questo ‘odio sociale’ solo i Vigili dal Fuoco, ma adesso anche loro se muoiono sul lavoro è perché sono stati attenti e sono stati imprudenti. Insomma, lavorano per salvare gli altri con uno stipendio ridotto al minimo sindacale e ora dobbiamo leggere che se muoiono è colpa loro. ‘Bene, ma non benissimo’ dice una massima in voga sui social. Il mancato rispetto per chi indossa una divisa è lo specchio più becero di questa società ormai allo sbando e con una giustizia ingiusta.