Le elezioni presidenziali in America hanno portato una novità di portata storica: alla vicepresidenza per la prima volta negli USA c’è una donna non bianca. Kamala Harris incarna il volto multietnico dell’America contemporanea, infatti, il padre è un economista originario della Giamaica, la madre un’endocrinologa indiana e il marito è un avvocato ebreo.
Con lei il presidente eletto Joe Biden ha scelto di condurre una campagna elettorale a due, poiché, secondo le dichiarazioni rilasciate alla stampa, come presidente è necessario prendere molte decisioni importanti “ma la prima è chi scegli come tuo vicepresidente. Ho deciso che Kamala Harris è la persona migliore con cui guidare questa nazione a partire da gennaio 2021.”
Le lotte politiche di Kamala Harris
Harris nasce ad Oakland, in California, studia legge e diviene presto procuratore generale di San Francisco nel 2003 dove si distingue per la lotta senza quartiere contro la violenza sulle donne e la criminalità organizzata. In seguito diventa Attorney general della California nel 2007, lo Stato che la vedrà senatrice nell’ultima legislatura a capo dei democratici, ruoli in cui ha portato avanti un chiaro progetto politico incentrato sul contrasto alle ingiustizie sociali e una sensibilità particolare sulla questione ambientale.
Le sue posizioni politiche sono sempre state decise e orientate sulle posizioni dell’ala più progressista del Partito Democratico. Harris, infatti, sostiene l’esigenza di un’assistenza sanitaria gratuita per tutti gli americani ed è paladina dei diritti della comunità LGBT+, oltre a propugnare la necessità di mettere al bando la vendita di armi, tanto che Biden la definisce: “una combattente senza paura per i più deboli e uno dei migliori servitori pubblici del paese”.
Le parole di Biden, inoltre, prospettano un futuro per Harris alla più alta carica statunitense, come si evince dalle chiare parole dello stesso presidente eletto che sostiene come la sua vice sia “intelligente, tosta e pronta per essere leader”.
Il primo discorso di Kamala Harris come vicepresidente
Alla storia si richiama e nella storia entrerà anche il suo primo discorso da vicepresidente. Indossa il bianco Harris, il colore delle suffragette americane che lottarono per un diritto al voto che divenne effettivo solo nel 1965 quando fu concesso anche alle donne afroamericane di accedere realmente alle urne, e spiega questa scelta con parole vibranti, riferendosi a “tutte le donne che hanno lavorato per garantire e proteggere il diritto di voto per oltre un secolo: cent’anni fa con il 19esimo emendamento, 55 anni fa con il Rights Act e ora, nel 2020, con una nuova generazione di donne nel nostro Paese che hanno votato e continuato la lotta per il loro diritto fondamentale di votare e di essere ascoltate. Stasera, rifletto sulla loro lotta, la loro determinazione e la forza della loro visione”
Parla al cuore della nazione, la vicepresidente, e alle future generazioni che prenderanno le redini della guida degli USA si rivolge con affermazioni potenti e cristalline: “Anche se sono la prima donna a ricoprire questo incarico, non sarò l’ultima. Qualunque bambina ci sta guardando stasera vede che questo è il Paese delle possibilità”. Il messaggio è forte, la determinazione indubbia, le prospettive fulgidamente radiose. Non ci resta che osservare il nuovo scenario internazionale che certamente contribuirà a creare con il nuovo presidente Biden.