Tra i diversi fattori che possono scatenare un attacco di mal di testa, oltre allo stress o alle variazioni meteo, c’è anche l’alimentazione.
In questo caso si tratta di emicrania, tra le forme più ricorrenti di mal di testa: è una cefalea primaria caratterizzata da dolore pulsante e localizzato, che si manifesta di solito insieme ad altri sintomi (nausea, vomito, fotofobia e fonofobia) dura da qualche ora fino a massimo tre giorni.
Quali sono dunque i cibi da cui stare alla larga per evitare attacchi di emicrania?
Humanitas Salute lo ha chiesto al dottor Vincenzo Tullo, specialista neurologo e responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee di Humanitas LAB.
Ecco l’elenco degli alimenti che possono scatenare il mal di testa secondo l’esperto:
- cioccolato
- caffè
- alcolici e superalcolici
- carni rosse e insaccati, ricchi di nitriti e nitrati
- patatine fritte e cibi fritti in generale
- dadi da brodo
- cibo orientale, che contiene glutammato
- frutta secca
- formaggi stagionati
L’esperto però precisa: “Le quantità sono importanti e non solo per questi alimenti, ma anche per la dieta in generale. Il mal di testa, infatti, può sorgere perché, ad esempio, la digestione è faticosa e lenta e quindi un pranzo o una cena abbondante, indipendentemente dai cibi che scatenano il dolore, può causare un attacco in soggetti emicranici“.
Mal di testa: malattia a sé o “sintomo di qualcos’altro”? Come escludere altre patologie?
Il mal di testa, o cefalea colpisce soprattutto persone in età adulta (soprattutto le donne), può essere un disturbo occasionale, ma può anche essere frequente e grave, tale da incidere sulla qualità della vita.
La cefalea – spiega Humanitas Salute, edito dall’Humanitas Research Hospital, ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario – può essere sintomo e malattia insieme: non è sempre facile capirne la causa e, in caso di mal di testa frequente o particolarmente intenso, si possono fare alcuni esami che potrebbero aiutare nella diagnosi ed escludere certe patologie in favore di altre.
Di seguito l’approfondimento di Humanitas Salute, che ha consultato il dottor Vincenzo Tullo, neurologo e Responsabile dell’Ambulatorio sulle Cefalee di Humanitas.
Nella maggioranza dei casi “il mal di testa può essere diagnosticato e trattato in seguito a una normale visita medica: attraverso l’anamnesi, infatti, si può riconoscere il tipo di cefalea (se primaria o secondaria) e inquadrare la patologia.
In caso di cefalea primaria siamo di fronte a una patologia a sé; in caso di cefalea secondaria, il mal di testa è sintomo della presenza di qualcos’altro, che va quindi indagato e affrontato.
Il neurologo potrà individuare i fattori che scatenano gli attacchi, consigliare precauzioni e identificare la terapia idonea, e richiedere altri esami, come la Risonanza Magnetica encefalica, la TAC al cranio, l’elettrocardiogramma, l’elettroencefalogramma, la radiografia al cranio, gli esami di laboratorio, la polisonnografia e altro.”
Attraverso la radiografia, “è possibile visualizzare le componenti dure della scatola cranica. Il paziente, in piedi, viene fatto appoggiare a una parete dietro la quale è posizionata una lastra, sulla quale si impressionano i raggi X.
L’esame non è pericoloso e può essere utile per determinare un sospetto danno all’osso, così come la presenza di alcuni tumori, o una più semplice sinusite: il mal di testa potrebbe derivare da una di queste patologie.”
L’elettroencefalogramma (EEG) “è un esame diagnostico che, attraverso l’utilizzo di alcuni elettrodi posizionati sul cuoio capelluto, misura l’attività elettrica cerebrale e la riproduce su uno schermo, sotto forma di una serie di onde. L’esame non è invasivo, né doloroso: il paziente viene fatto accomodare su una poltrona o lettino per favorire il rilassamento, e vengono applicati circa una ventina di elettrodi, ognuno dei quali adibito alla registrazione di informazioni di una determinata area del cervello: grazie a questa caratteristica, l’EEG è in grado di fornire informazioni non solo su attività elettriche anomale, ma anche sulla loro localizzazione. È indicato nelle crisi di cefalea particolarmente brevi, in caso di alterazioni della coscienza, di crisi epilettiche, di deficit neurologici focali e di emicrania basilare.”
La Tomografia Assiale Computerizzata “è un esame radiologico che sfrutta i raggi X per “vedere” all’interno dell’organismo.
Il paziente viene fatto sdraiare su un lettino che si muove orizzontalmente all’interno di un tubo aperto; deve restare immobile per cinque minuti, che è circa la durata media dell’esame.
L’esame produce delle immagini (scansioni) del cervello, creando una mappa geografica che evidenzia le strutture presenti. È preferibile alla Risonanza in pochi casi, in particolare nell’urgenza: emorragia cerebrale e trauma cranico. Si ricorre alla TAC in caso di controindicazioni alla risonanza: clips ferromagnetiche sui vasi, pace-maker cardiaco, claustrofobia.”
La risonanza magnetica nucleare (RMN) “si basa sull’applicazione di un campo magnetico di elevata intensità e onde di radiofrequenza (simili alle onde radio) alla parte del corpo da esaminare (in questo caso, la scatola cranica). A differenza della TAC non impiega radiazioni ionizzanti. Consente di creare immagini a tre dimensioni.
Il paziente viene fatto sdraiare su un lettino ed entrare nel tubo del macchinario; può richiedere la somministrazione in vena di un mezzo di contrasto e necessita dell’immobilità del paziente per tutta la durata dell’esame: più sarà immobile, migliori saranno le immagini e inferiore sarà la durata dell’esame stesso.
La RMN all’encefalo può essere utile in caso di cefalee con elementi atipici, deficit neurologici a insorgenza improvvisa, demenze, tumori primitivi o metastasi, patologie demielinizzanti come la sclerosi multipla o patologie infettive tipo encefalite o meningite.
A causa del campo magnetico, i portatori di pacemaker o di altri dispositivi ad attivazione magnetica non possono sottoporsi all’esame; in caso di dubbi sulla presenza nel corpo di parti metalliche (come punti di sutura, clip, protesi) il paziente dovrà informare il personale medico.”
La Polisonnografia “è un esame diagnostico strumentale a cui vengono sottoposti gli individui con disturbi del sonno e spesso con cefalea notturna o del risveglio. Rileva numerosi parametri durante il sonno del paziente come il russare, l’ossigenazione del sangue, la frequenza cardiaca, i movimenti del corpo, i microrisvegli, la qualità del sonno, ecc.”
L’Eco Color Doppler dei vasi del collo (tronchi sovraortici) “è un’indagine diagnostica non invasiva che permette il monitoraggio della circolazione arteriosa diretta verso il cervello attraverso le carotidi e le arterie vertebrali. Si tratta di un’ecografia arricchita da valori visivi (Color) e acustici (Doppler) per valutare i vasi e il flusso del sangue al loro interno. L’esecuzione dell’ecocolordoppler dei tronchi-sovraortici non presenta alcuna controindicazione. È l’indagine di prima scelta per la diagnosi delle malattie cerebrovascolari (tra cui alcune cefalee) e per il loro screening.”
Emicrania, esperta: “La paura dell’attacco porta a fare attenzione ai 5 fattori che potrebbero scatenarlo”
I 6 milioni di italiani che soffrono di emicrania vivono spesso una vita sospesa tra un attacco e la costante paura del successivo: è quanto emerso da una ricerca promossa dall’azienda farmaceutica Teva Italia e condotta da Elma Research, presentata nel seminario web “Emicrania: bisogni da soddisfare e sfide da vincere. Fremanezumab, una nuova opportunità per i pazienti“.
L’indagine ‘A deep dive into migraine’ ha seguito per tre mesi le giornate di pazienti emicranici, raccogliendo i dati con strumenti differenti, dalla community web ai focus group, allo smartphone diary, con testimonianze video prodotte dai pazienti stessi. Gli effetti dell’emicrania sono stati indagati in 4 ambiti: nella sfera privata, in quella pubblica, nella percezione del giudizio degli altri e nel tipo di reazione nei confronti della malattia. Sono 4 anche i principali tipi di impatto messi in evidenza: limitazione, isolamento, senso di colpa, difficoltà nella progettualità.
“L’emicrania – ha spiegato Cristina Anfossi, direttore di ricerca di Elma Research – pervade tutte le dimensioni della vita di una persona. La paura dell’attacco porta a fare attenzione a ogni elemento che potrebbe scatenarlo: l’alimentazione, il sonno, la temperatura, la luce, il rumore. Le persone, in particolare le donne, finiscono per percepirsi come ‘difettosi’, si sentono in colpa perché la malattia sottrae tempo da dedicare ai figli, al partner, agli amici“. E nel mondo del lavoro i problemi peggiorano. “L’ambiente lavorativo – continua Anfossi – spesso non aiuta: open space in cui c’è rumore, luce inadeguata, ore al pc, odori. Oltre questo ci sono i pregiudizi da affrontare. Spesso quindi si finisce a non raccontare a colleghi e superiori la propria malattia con le difficoltà di conciliare gli attacchi invalidanti con il lavoro“.
“Il senso di colpa e l’impossibilità di fare progetti sono temi centrali della vita delle persone emicraniche, come mette bene in evidenza questa indagine“, osserva Simona Sacco dell’università de L’Aquila, direttore di Neurologia all’ospedale di Avezzano.
“Un aspetto da non sottovalutare, infatti, è l’angoscia di chi vive costantemente nel timore della prossima crisi, spesso avendo già tentato diversi farmaci con effetti collaterali che rendono la quotidianità non sempre semplice“.
Mal di testa, sintomo di altra malattia? Tutte le patologie associate e quando è necessario rivolgersi al medico
Ci sono sintomi, come forti mal di testa, che costituiscono un campanello d’allarme su cui indagare, perché, nel caso più temuto, potrebbero essere spia di altre patologie, più o meno gravi.
Con “mal di testa” in genere si indica qualsiasi dolore localizzato alla testa, di varia intensità e natura. Il termine meno popolare per indicare il mal di testa è “cefalea” o “cefalgia” (dal greco kefal, che significa testa).
Il mal di testa è una condizione medica che può essere uno dei sintomi di malattie cerebrali o di altra natura (febbre, stress, otite, sinusite, tumori cerebrali, meningite, nevralgia), come accade nelle cosiddette “cefalee secondarie” o “cefalee sintomatiche“, ma può anche essere sintomo e malattia allo stesso tempo, come accade nelle cosiddette “cefalee primarie” o “cefalee essenziali” (che devono essere considerate come malattie vere e proprie).
Il dolore può essere più o meno intenso, continuo o intermittente, manifestarsi in modo cronico o episodico e può essere accompagnato da ipersensibilità a luci e suoni, nausea, vomito, lacrimazione più o meno diffusa. Può interessare tutto il capo o risultare circoscritto a una specifica area della testa.
Quali malattie si possono associare al mal di testa?
Le patologie che possono risultare associate al mal di testa – secondo l’Humanitas Research Hospital, ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario – sono le seguenti (l’elenco non è esaustivo ed è sempre bene chiedere consulto al proprio medico):
- Acetonemia
- Acidosi metabolica
- Acromegalia
- AIDS
- Allergie respiratorie
- Ambliopia
- Anafilassi
- Anomalie vascolari
- Apnee notturne
- Artrosi cervicale
- Astigmatismo
- Aterosclerosi
- Bruxismo
- Cefalea
- Cheratocono
- Colite
- Dengue
- Ebola
- Emicrania
- Fuoco di Sant’Antonio
- Gastroenterite
- Glaucoma
- Herpes zoster oftalmico
- Ictus
- Indigestione
- Influenza
- Insufficienza renale
- Intolleranze alimentari
- Intossicazione da monossido di carbonio
- Ipermetropia
- Ipertensione
- Leucemia
- Lupus eritematoso sistemico
- Malaria
- Malattia da graffio di gatto
- Malattia di Chagas
- Malattia di Wilson
- Meningite
- Miopia
- Mollusco contagioso
- Mononucleosi
- Morbo di Paget
- Otite
- Parotite
- Pitiriasi rosea
- Policitemia vera
- Poliomielite
- Poliposi nasale
- Polmonite
- Pre-eclampsia
- Presbiopia
- Rabbia
- Raffreddore
- Retinoblastoma
- Rinite
- Rosolia
- Scarlattina
- Scialoadenite
- Sepsi
- Sifilide
- Sinusite
- Strabismo
- Tetano
- Tifo
- Toxoplasmosi
- Trauma
- Tripanosomiasi africana
- Tumori cerebrali (approfondimento di seguito)
- Vaiolo
- Varicella
- Vene varicose
Per approfondire:
- Mal di testa, irritabilità e fiato corto: potrebbe essere anemia da carenza di vitamine, sintomi e cause
- Mal di testa: ecco la bevanda che allevia il dolore dell’attacco acuto di emicrania
- Emicrania: c’è un rimedio efficace per combattere il mal di testa, fondamentale per tenere a bada diabete e pressione alta
- Tumore al cervello: sintomi e approcci terapeutici
- I segnali del tumore: dalla stanchezza alla febbre, dalla tosse al prurito. I sintomi del cancro che non dobbiamo trascurare
Quali sono i rimedi contro il mal di testa?
Quando il mal di testa è sintomo della presenza di altre patologie (come otiti, nevralgie, sinusiti, tumori cerebrali, ecc) per mettere a punto un trattamento idoneo è necessario scovare la patologia che ne è alla base e lavorare su questa (si parla in questo caso di cefalee secondarie o sintomatiche). Quando, invece, il mal di testa è esso stesso una malattia (cosa che accade nelle cefalee primarie o essenziali) i rimedi atti a lenire la condizione dipenderanno da diversi fattori – tipo e frequenza del mal di testa, sintomi accusati, patologie coesistenti, fattori scatenanti. In diversi casi il riposo può favorire il recupero. In ogni caso è sempre bene chiedere un consulto del medico, soprattutto in caso di forte trauma o se si è in presenza (o a rischio) di malattie diagnosticate in precedenza.
Si tenga presente che le informazioni presenti in questa pagina sono di natura generale e a scopo divulgativo e non sostituiscono in nessun caso il parere del medico, il primo punto di riferimento a cui ricorrere per avere informazioni, chiarimenti, e a cui affidarsi per consigli o esami.