Previsioni Meteo e Coronavirus: fase critica che potrebbe protrarsi fino a oltre metà mese

Previsioni Meteo: alta pressione insistente soprattutto al Nord. Peggioramento della qualità dell'aria e rischio complicazione dell'emergenza sanitaria. Ecco dove di più
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Il dato, oramai assodato, che l’epidemia possa avere esasperazione in presenza di condizioni climatiche-ambientali favorevoli, trova sempre più riscontro nei fatti. Circa 10 giorni fa avevamo posto l’attenzione a questa fase, prima decade di novembre e forse con protrazione anche fino a metà mese, come fase in cui la malattia avrebbe potuto mostrare dei numeri un po’ più preoccupanti e questi numeri stanno arrivando. Da quel periodo di fine ottobre, le morti da 80/100/150 al giorno sono passate a 445 rilevate ieri;  naturalmente anche le terapie intensive sono in progressivo e costante aumento. I positivi stanno aumentando in maniera esponenziale un po’ su tutta l’Italia, come d’altronde è fisiologico in autunno per tutti i virus stagionali, ma non deve preoccupare tanto questa curva dei positivi in crescita, quanto piuttosto il deterioramento della qualità dell’aria che, ove accade, può comportare complicazioni, ove accade meno, le complicazioni potrebbero essere contenute o, se con clima più favorevole, addirittura potrebbero alleviarsi, benchè in presenza di tanti positivi. In conseguenza di una fase anticiclonica annunciata tra fine ottobre e questa prima settimana di novembre, le condizioni sono puntualmente peggiorate. L’aggressività virale ancora una volta si sta manifestando di più sulle regioni settentrionali, dove vi è una incidenza maggiore di terapie intensive e di morti; via via verso Sud, le percentuali, sebbene comunque in aumento, rimangono ridotte rispetto a quelle del Nord Italia. Avevamo anche evidenziato che, nonostante l’aggravarsi della situazione, i numeri percentuali non sarebbero stati come quelli di marzo e aprile (600 morti al giorno)  per condizioni anticicloniche favorevoli sì, ma, secondo il riscontro modellistico di 10 giorni fa,  non ancora durature  come le fasi anticicloniche che avevano preceduto quei mesi primaverili.

Alla luce di nuovi aggiornamenti, però, l’ipotizzato cedimento della fase anticiclonica prevista tra il 7 e l’ 8 del mese sarà in parte disatteso, nel senso che un certo movimento maggiore di aria ci sarà, in particolare sui settori centro-meridionali, ma non ovunque e soprattutto non al Nord, l’area più sensibile in presenza di bassi strati stagnanti. Di conseguenza, alla luce dei nuovi  aggiornamenti sulle condizioni bariche per i prossimi giorni, ci sentiamo di suggerire che un’attenzione particolare vada ancora posta alle regioni settentrionali dove  l’alta pressione potrebbe continuare a dominare in maniera continua e dove i bassi strati potrebbero deteriorarsi ulteriormente per una più massiccia e protratta concentrazione di particolato fine. In particolare sono previsti esasperarsi i particolati PM10, PM2,5, NO2, nonchè l’umidità nei bassi strati e nuovamente le nebbie, sempre più fitte dal weekend prossimo, tutti elementi particolarmente incentivanti carica virale e patologie a carico delle vie respiratorie. Le condizioni più favorevoli per nebbie più fitte, per accumulo di particolati e di più umidità nei bassi strati potrebbero correre soprattutto da domenica 8 e per tutta la prima parte della prossima settimana. Insomma, prossimi 10 giorni con ulteriore possibile aggravamento dell’emergenza sanitaria un po’ su tutta la Pianura Padana, ma segnatamente tra Lombardia centro-meridionale, Milano, Brescia, Mantova, Nord Emilia Romagna e verso la pianura veneta, dove terapie intensive e decessi potrebbero ulteriormente aumentare. Sul resto del paese, una certa circolazione più fresca orientale, potrebbe tenere la pressione meno elevata, con aria comunque più movimentata , magari anche con qualche pioggia tra  basso Adriatico ed estremo  Sud e, nel complesso, rischio esasperazioni cliniche più contenuto, benchè anche qui in aumento. Sulle aree centro meridionali, magari da attenzionare di più la Toscana, le Marche, il Lazio, specie aree metropolitane, l’area metropolitana napoletana-casertana e il Barese. Continuiamo a essere del parere che, se restrizioni devono essere effettuate, le si pongano in considerazione soprattutto di fattori contingenti di tipo meteo-climatico, che possono essere previsti, e non in funzione dell’aumento generalizzato dei casi di  positività; in via subordinata, naturalmente, considerare certamente anche i criteri di efficienza sanitaria, densità abitativa, indice RT ect.  Ai fini di evitare grosse problematiche di tipo socio-economico, si potrebbe chiudere e anche tutto lì dove effettivamente potrebbero esserci disagi per via di co-fattori ambientali e lasciare aperto o semi-aperto nelle aree dove le indicazioni di tipo meteo-climatico sono indicative per minori disagi,  ciò naturalmente dando per scontato, su queste aree, l’osservazione di tutti i criteri di distanziamento sociale e le altre forme di protezione standard.

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