Questa mattina si era diffusa la notizia che, grazie ad una sentenza del Tar, in Calabria potevano essere riaperte le scuole. La notizia, battuta da tutte le agenzie di stampa e riportata da testate giornalistiche di tutta Italia, era rimbalzata da un angolo all’altro della Calabria, e diversi dirigenti si stavano già muovendo per capire il da farsi. Ora, la doccia fredda: la sentenza in questione vale solo per le 13 famiglie di Paola, nel cosentino, che avevano presentato il ricorso.
Il provvedimento Tar della Calabria che ha sospeso l’ordinanza con la quale il 14 novembre scorso il Presidente f.f. della Regione Calabria Nino Spirlì disponeva la sospensione delle scuole primarie, infatti, ha effetto solo nelle scuole frequentate dagli alunni delle 13 famiglie che hanno promosso il ricorso. Dunque, in parole povere, le scuole elementari e le prime classi della scuola media restano chiuse in tutta la Calabria, tranne negli istituti da cui è partito il ricorso. Il Tar precisa che il provvedimento ha effetto “nei limiti degli interessi dei ricorrenti”.
Un vergognoso groviglio burocratico senza senso che non fa altro che danneggiare ulteriormente famiglie e bambini.