Piazza di San Marco e il nartece della Basilica (lo spazio posto fra le navate e la facciata principale della chiesa), sono stati completamente allagati dall’acqua alta arrivata oggi pomeriggio a Venezia contro ogni previsione. Il picco di marea ha raggiunto alle ore 16.25 i 138 centimetri a Punta della Salute. L’acqua ha completamente invaso la città perchè il Mose non è stato attivato alle luce delle previsioni meteo che inizialmente davano un picco di 120 centimetri, 18cm in meno di quanto poi accaduto. Le previsioni meteo si sono rivelate inesatte e dopo che il Mose nelle scorse settimane aveva salvato Venezia da un disastro, oggi la situazione è precipitata. Situazione critica in modo particolare a Chioggia, come possiamo osservare nelle immagini della fotogallery scorrevole in alto, a corredo dell’articolo.
E’ infatti impossibile azionare il Mose se non con largo anticipo: non solo perchè alzare completamente le 78 paratoie richiede almeno un’ora di tempo ma anche perchè l’opera va azionata con largo anticipo visto che innalzare le barriere quando il livello dell’acqua in laguna è già alto risulterebbe inutile se non addirittura controproducente impedendo il defluire della marea una volta passato il picco. Il risultato è che poco più di due mesi dopo dopo quell’ormai lontano 3 ottobre, quando il Mose entrò in funzione per la prima volta in condizioni reali (non di test), la città è finita completamente sotto acqua. Campi, calli, case, negozi e anche il nartece (l’ingresso) della Basilica di San Marco sono stati invasi dall’acqua. Il Mose funzionera’ in ‘fase provvisoria’ almeno fino al 31 dicembre 2021 quando saranno completati tutti gli impianti. Solo a quel punto, se sarà confermato quanto deciso per ora solo verbalmente ed entrerà in regime ordinario, potrà essere azionato anche per maree superiori ai 110 centimetri.
Effettivamente oggi non era prevista una marea così alta, e rispetto alle polemiche sul Mose bisogna ricordare che se non ci fosse, in ogni caso Venezia si sarebbe inondata allo stesso modo. In realtà anche queste esperienze potranno migliorarne l’utilizzo in futuro.