Disastro acqua alta a Venezia, esperto Cnr: “Le previsioni c’erano, hanno sottovalutato le indicazioni. Il Mose era da alzare”
E' caos sul mancato utilizzo del Mose per fermare l'acqua alta a Venezia: "Sapevano che la previsione di acqua alta era in una forchetta tra 125 e 135cm"
Da ottobre, il sistema di paratoie del Mose ha protetto Venezia dall’acqua alta. Ma oggi la città lagunare si è trovata nuovamente allagata proprio perché il Mose non era in funzione. L’acqua è arrivata Piazza San Marco, ha invaso il nartece della Basilica (lo spazio posto fra le navate e la facciata principale della chiesa), allagando la città. La motivazione ufficiale del mancato utilizzo del sistema sta nelle previsioni meteo sbagliate. Ma ora il professor Georg Umgiesser, a capo del gruppo di ricerche marine Ismar del Cnr di Venezia, dà un’altra versione dell’accaduto.
Il via alle operazioni di innalzamento del Mose scatta quando il livello sul medio mare supera i 130cm. Il rinforzo dei venti di bora al largo della Croazia e i livelli di piena dei fiumi Tagliamento e Piave che si sono riversati in laguna hanno accelerato il tutto, finendo con il dare ragione al tavolo previsionale composto da Comune di Venezia, Ispra e Cnr che aveva parlato nella riunione di ieri di una forchetta tra i 125 e i 135cm. Al Consorzio chiamato alla realizzazione degli interventi per la salvaguardia di Venezia e della laguna veneta, e quindi alla gestione del Mose, “sapevano tutto, sapevano che la previsione di acqua alta era in una forchetta tra 125 e 135 centimetri. Loro hanno pensato che fosse piu’ alta, ed hanno valutato male, hanno sottovalutato le indicazioni e deciso di non chiudere. Ma il Mose oggi andava alzato“, ha detto all’AGI Umgiesser.
Il Consorzio, invece, aveva previsto altro. A quel punto e’ stato impossibile l’innalzamento della paratoie capaci di isolare le tre bocche di porto di Venezia (Lido, Malamocco e Chioggia) separando le acque del mare da quella laguna. Anche perche’ per alzare completamente le 78 paratoie serve almeno un’ora di tempo (quindi non si tratta di un’operazione veloce) e, inoltre, l’opera va azionata con largo anticipo visto che innalzare le barriere quando il livello dell’acqua in laguna e’ gia’ alto potrebbe risultare inutile, se non addirittura controproducente nel momento in cui impedisse il defluire della marea una volta passato il picco.
Il professor Umgiesser – da 30 anni alle prese con un argomento come le previsioni di maree e acque alte – sottolinea che tavolo di regia e Consorzio “non sono allineati con i previsori, il Consorzio ha il suo modello previsionale, noi ne abbiamo altri”. Rappresentanti di Comune, Ispra e Cnr si riuniscono “per essere in grado di prevedere con maggiore dettaglio l’acqua alta. La situazione era in continua evoluzione e ieri abbiamo dato le indicazioni, il Comune 125, Ispra 130. C’erano tutte le condizioni per cui il Mose dovesse essere chiuso. C’erano le basi per farlo, ma loro hanno valutato una marea diversa, e secondo me hanno sbagliato. Oggi potevano chiudere e non l’hanno fatto”. Umgiesser parla quindi di “errore” e sottolinea anche il fatto che “non riusciamo ad allinearci, ci vorrebbe un’unica autorita’. Cerchiamo di farlo con Comune ed Ispra ma ci vuole la volonta’ politica dell’altra parte…”.
Un errore per esempio, riconosce Umgiesser, e’ stato commesso per la previsione del 12 novembre scorso, quando venne indicata acqua alta 145cm e invece si arrivo’ a 189. Nelle previsioni di ieri del tavolo di regia Comune-Ispra-Cnr e’ scritto che l’attenuazione del vento di scirocco nella giornata di ieri ha portato all’innesco del fenomeno della sessa, che continuera’ a manifestarsi anche nelle giornate successive. E nella giornata di oggi era previsto il passaggio di una nuova depressione locale, dovuta alla situazione di blocco, che avrebbe portato a una nuova intensificazione dei venti di scirocco in tutto l’Adriatico e ad onde di altezza intorno a 5m nella porzione settentrionale. L’analisi dei dati meteorologici e delle previsioni meteo a disposizione, assieme ai risultati dei modelli operativi presso i tre istituti, hanno portato alla indicazione dei possibili livelli di marea: per oggi 120-130cm alle ore 15:10; per domani 115-130cm alle ore 07:30; per giovedi’ 120-130cm alle ore 07:15. Ma “in considerazione della citata elevata incertezza, non si possono escludere valori di marea anche superiori ai 130cm nella giornata di martedi’ 8 dicembre“, come in effetti si e’ verificato, con Venezia nuovamente allagata dall’acqua alta.
Mose in funzione nella notte
Il Centro maree del Comune di Venezia ha confermato che nella notte verrà attivato il Mose. Ridimensionata la previsione di marea di domani mattina a 125cm, alle 7. Permangono condizioni favorevoli al fenomeno dell’acqua alta per tutta la settimana.
Zincone: “Sottovalutazione del Consorzio. Rivalità tra enti”
“Un tavolo di coordinamento esiste e devo dire che sono anni che funziona per poter mettere a punto le previsioni, poi pero’ probabilmente un minimo di rivalita‘ esiste. In questo caso le previsioni del Centro maree davano 125/135cm, quelle nostre davano 114cm. Sono apparentemente diverse ma compatibili perche’ si trattava una di una previsione di massima marea, l’altro del livello piu’ probabile“, ha detto all’AGI Cinzia Zincone, Provveditore per le Opere pubbliche del Triveneto, sulla probabile origine del mancato azionamento del Mose di oggi. In particolar modo, il Provveditore punta il dito contro diversi centri di previsioni, talora in concorrenza tra di loro: da un lato quello frutto della collaborazione tra Centro maree del Comune di Venezia, Cnr e Ispra, dall’altro quello del Consorzio Venezia Nuova. “Io e la commissaria Spitz decidiamo su base di avvisi che arrivano dal Centro previsioni del Consorzio ma non e’ arrivato nulla – osserva – C’e’ stato un errore di valutazione che parte dal Consorzio Venezia Nuova“.