Il mondo della fisica piange lo scienziato statunitense di origine tedesca Jack Steinberger, morto a Ginevra all’età di 99 anni. La notizia della scomparsa, avvenuta lo scorso 12 dicembre, è stata riportata dalla stampa tedesca della Baviera. Steinberger è stato Premio Nobel per la Fisica nel 1988, insieme a Leon Max Lederman e Melvin Schwartz, con i quali dimostrò sperimentalmente nel 1961 l’esistenza del neutrino associato al muone.
Nato a Bad Kissingen, in Baviera (Germania), il 25 maggio 1921 come Hans Jakob Steinberger da una famiglia ebraica, a causa delle leggi naziste contro l’accesso degli ebrei all’educazione superiore nelle scuole pubbliche, nel 1934 fu mandato dal padre a studiare a New York. Si laureò in fisica all’Università di Chicago dove tra i suoi professori ebbe Enrico Fermi ed Edward Teller, e come colleghi Chen Ning Yang e Tsung-Daoo Lee. Durante il dottorato Steinberger studiò i muoni, particelle subatomiche presenti nei raggi cosmici, riuscendo tra l’altro a dimostrare che il muone decade in un elettrone e due neutrini. Steinberger è stato ricercatore e docente all’Università di Berkeley (1949-50) e alla Columbia University di New York (fino al 1971); dal 1968 al 1986 ha svolto attività di ricerca presso il Cern di Ginevra. Nel 1986 divenne professore della Scuola Normale superiore di Pisa. Dal 1997 era socio straniero dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
Interrotti gli esperimenti con le camere a bolle Steinberger si dedicò, assieme a Lederman e Schwartz, alla realizzazione di un esperimento nuovo e particolarmente complesso, con cui fu evidenziata l’esistenza di una nuova particella subatomica, il neutrino muone. Numerosi e notevoli furono i problemi, sia teorici sia sperimentali, che i tre ricercatori dovettero risolvere per la riuscita dell’esperimento; il più rilevante fu la necessità di generare un fascio ad alta energia di neutrini, circostanza mai prima realizzata. La scoperta del neutrino muone, in precedenza previsto solo teoricamente, ha consentito di stabilire la parità dei leptoni e l’esistenza di due distinte famiglie di leptoni che non si mischiano mai fra di loro. L’importanza della scoperta è cresciuta negli anni, consentendo di formulare e risolvere nuovi problemi riguardanti la struttura intima della materia.