Riprendendo un discorso sulla grande intelligenza dei corvidi (a me sono capitate molte situazioni legate a questa famiglia di uccelli dell’ordine dei Passeriformi, tipo le taccole che usavano i ramoscelli per ripulire le cavità dei nidi situati nella vecchia abbazia del mio paese, le cornacchie che facevano cadere le noci sulla strada per poi cibarsene comodamente dopo il passaggio degli automezzi e altro ancora, in molti casi tutto debitamente documentato) volevo segnalare l’ultimo episodio/contatto con questi spettacolari uccelli.
Qualche giorno fa mi trovavo in Sila per le mie consuete scarpinate ornitologiche, avevo portato dietro un po’ di pane e qualche altra cosa da poter mangiare nella piccola pausa che mi sarei concesso verso le tredici. A dire il vero, avevo già notato delle cornacchie grigie nella zona ma nulla faceva presagire al misfatto che da lì a poco si sarebbe consumato!
Lasciata la bisaccia sul cofano della mia Jeep mi sono allontanato a piedi per un centinaio di metri con l’intento di scrutare meglio dei piccoli uccelli (volevo capire semplicemente se si trattava di pispole o di spioncelli, poi rivelatesi i secondi).
Ritornato indietro dopo pochi minuti, con stupore ho trovato tutto sottosopra…chiedendomi cosa fosse successo.
Sono bastati pochi attimi per svelare l’arcano. Ecco la Cornacchia grigia (erano in due, visto che una non si era mossa da un cimale di un pino poco distante, chissà se a far da palo) con nel becco la mia bella fetta di pane!!!
Alla faccia della cattiva fama (si fa per dire) delle gazze (definite “ladre”, come qualcuno un po’ frettolosamente le ama chiamare), qui si era consumato un vero e proprio furto con destrezza!
Naturalmente il mio più grande interesse in quel momento è stato godermi la scena e fare qualche foto ricordo di quello che era uno dei tanti incontri curiosi che mi sono capitati con questi fantastici pennuti. Dopo poco le cornacchie sono svanite con la mia fetta di pane e arrivederci, giusto il tempo di farmi prendere in giro da entrambe che gracchiavano lì vicino esibendo vistosamente il trofeo.
Ho deciso di lasciare sul terreno l’altra parte del pane, anche perché la fame è una brutta bestia e comunque l’intelligenza e l’opportunismo di questi animali mi affascinano sin da ragazzino.
Mi viene sempre da dire: altro che “nocivi”, chissà quanto nocivi siamo noi umani e sfortunatamente non ce ne rendiamo conto.
Gianluca Congi – osservatore ornitologo