Astronomia, occhi al cielo: arrivano le Geminidi, le stelle cadenti del mese di dicembre. L’esperto: “sciame inusuale e particolare”

Naso all'insù per le Geminidi, le stelle cadenti di dicembre: ecco come e quando vedere la pioggia di meteore
MeteoWeb

Meteo permettendo – temperature comprese – queste notti di dicembre sono propizie per ammirare uno sciame meteorico che non ha nulla da invidiare alle celeberrime e attesissime Perseidi, le stelle cadenti di agosto: si tratta delle Geminidi.
Quest’anno varrà davvero la pena cimentarsi nell’osservazione, anche perché il chiarore della Luna, in fase di novilunio nel periodo di massima frequenza, non interferirà con la visione delle brillanti scie. “Si tratta di uno sciame inusuale e abbastanza attivo,” spiega ai microfoni di MeteoWeb Sandro Bardelli, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. “E’ uno sciame simile a quello delle Perseidi, ma più attivo: la differenza sta nel fatto che quest’ultimo è osservabile più agevolmente per il fatto che si verifica in estate“.

Cosa sono le Geminidi e da cosa sono originate?

Il nome Geminidi deriva dalla costellazione dei Gemelli: come tutte le stelle cadenti, le scie sembrano provenire da una particolare direzione, che in questo caso è identificabile con la Costellazione dei Gemelli,” ricorda l’esperto. Lo sciame meteorico di dicembre prende il suo nome dalla costellazione dei Gemelli (Gemini in latino), ed il radiante, ossia il punto del cielo da cui sembrano scaturire le scie luminose, si trova in prossimità della costellazione dei Gemelli, e in particolare appena a nordovest del sistema stellare Castore. I Gemelli si trovano lungo l’eclittica, ossia l’arco apparente percorso dal Sole, con il Toro a ovest e il Cancro a est.

Le Geminidi sono uno sciame meteorico sui generis: “Si tratta di uno sciame molto particolare perché è stato riconosciuto nel 1862, quindi è recente“, e poi anche perché, a differenza degli altri, “non viene da una cometa: l’oggetto che le origina, Fetonte, che ha un diametro tra 5 e 6 km, potrebbe essere un asteroide o una cometa estinta, che ha consumato tutta la sua acqua. Quando passa vicino al Sole, lascia ‘pezzi’ nello Spazio: è quando la Terra interseca queste zone che possiamo osservare le meteore,” afferma Bardelli.
Fetonte (3200 Phaethon) è stato scoperto di recente, nel 1983, da Simon F. Green e John K. Davies: la comunità scientifica si sta ancora interrogando su origine e natura dell’oggetto, anche se l’ipotesi più accreditata è che si tratti di un nucleo di una cometa estinta.

Nel mese di dicembre dunque la Terra attraversa la regione di Spazio dove si trovano polveri e detriti lasciati da Fetonte, che entrano in atmosfera e si incendiano, consentendoci di osservare le caratteristiche scie luminose.
I detriti che Fetonte si lascia dietro, “hanno dimensioni che vanno dal granello di sabbia a un piccolo ciottolo, di qualche grammo“. Considerandone le dimensioni, a contatto con l’atmosfera, “quasi tutte le meteore vengono vaporizzate: è molto raro – ma non impossibile – che raggiungano il suolo,” spiega l’astrofisico.

Fetonte è un asteroide “Apollo”, che “si trova a passare nelle vicinanze di Venere, Terra e Marte, ed è definito come potenzialmente pericoloso” in quanto classificato come NEO (Near-Earth Object), ma, sottolinea l’esperto, “non sono previste collisioni con il nostro pianeta“.

Come osservare le Geminidi: quando e dove vedere le stelle cadenti

La Terra attraversa l’area dove sono presenti i detriti lasciati da Fetonte nel mese di dicembre, con un picco in genere nei giorni vicini a quello in cui si ricorda Santa Lucia: quest’anno l’osservazione dovrebbe essere ottimale.
Lo sciame meteorico delle Geminidi “è visibile tra il 4 e il 17 dicembre, con maggiore intensità nella notte tra 13 e 14, tra le 2 e le 3, con una frequenza di circa una al minuto o poco meno“. “L’osservazione sarà favorevole, anche perché la Luna sarà nuova” il 14 dicembre.
Per l’osservazione, infine, Bardelli spiega che “binocolo e telescopio servono a poco perché il campo di osservazione che offrono è ridotto” e quindi consiglia di “allontanarsi da fonti luminose, magari posizionarsi su una sdraio e guardare il cielo, stare lì e aspettare“.

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