Meteo permettendo – temperature comprese – queste notti di dicembre sono propizie per ammirare uno sciame meteorico che non ha nulla da invidiare alle celeberrime e attesissime Perseidi, le stelle cadenti di agosto: si tratta delle Geminidi.
Quest’anno varrà davvero la pena cimentarsi nell’osservazione, anche perché il chiarore della Luna, in fase di novilunio nel periodo di massima frequenza, non interferirà con la visione delle brillanti scie. “Si tratta di uno sciame inusuale e abbastanza attivo,” spiega ai microfoni di MeteoWeb Sandro Bardelli, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. “E’ uno sciame simile a quello delle Perseidi, ma più attivo: la differenza sta nel fatto che quest’ultimo è osservabile più agevolmente per il fatto che si verifica in estate“.
Cosa sono le Geminidi e da cosa sono originate?
Fetonte (3200 Phaethon) è stato scoperto di recente, nel 1983, da Simon F. Green e John K. Davies: la comunità scientifica si sta ancora interrogando su origine e natura dell’oggetto, anche se l’ipotesi più accreditata è che si tratti di un nucleo di una cometa estinta.
I detriti che Fetonte si lascia dietro, “hanno dimensioni che vanno dal granello di sabbia a un piccolo ciottolo, di qualche grammo“. Considerandone le dimensioni, a contatto con l’atmosfera, “quasi tutte le meteore vengono vaporizzate: è molto raro – ma non impossibile – che raggiungano il suolo,” spiega l’astrofisico.
Fetonte è un asteroide “Apollo”, che “si trova a passare nelle vicinanze di Venere, Terra e Marte, ed è definito come potenzialmente pericoloso” in quanto classificato come NEO (Near-Earth Object), ma, sottolinea l’esperto, “non sono previste collisioni con il nostro pianeta“.
Come osservare le Geminidi: quando e dove vedere le stelle cadenti
Lo sciame meteorico delle Geminidi “è visibile tra il 4 e il 17 dicembre, con maggiore intensità nella notte tra 13 e 14, tra le 2 e le 3, con una frequenza di circa una al minuto o poco meno“. “L’osservazione sarà favorevole, anche perché la Luna sarà nuova” il 14 dicembre.
Per l’osservazione, infine, Bardelli spiega che “binocolo e telescopio servono a poco perché il campo di osservazione che offrono è ridotto” e quindi consiglia di “allontanarsi da fonti luminose, magari posizionarsi su una sdraio e guardare il cielo, stare lì e aspettare“.