Astronomia, spettacolo nel cielo di dicembre: Prisma scruta le Geminidi e “cattura” numerosi bolidi [DATI]

Geminidi, pioggia di stelle cadenti nel cielo di dicembre: le camere di Prisma hanno registrato un’attività estremamente intensa
MeteoWeb

Le lunghe notti di metà dicembre sono caratterizzate da una pioggia di meteore, le Geminidi che, come suggerisce il nome dello sciame, hanno il radiante nella costellazione dei Gemelli. Prolungando all’indietro le loro scie, sembrano provenire da una zona vicina a Castore a Polluce, le due stelle principali della costellazione. Le Geminidi – a differenza della gran parte degli altri sciami che derivano da comete – hanno un’origine asteroidale: il corpo progenitore è infatti 3200 Phaeton, un asteroide attivo di tipo near Earth di circa 5 km di diametro che presenta delle caratteristiche inusuali. Le Geminidi sono uno degli sciami di meteore annuali più attivi e costanti, con intensità superiore al centinaio di meteore orarie. A metà dicembre il radiante sorge al tramonto del Sole e risulta visibile per l’intera notte: il picco teorico di attività dovrebbe verificarsi nelle prime ore del giorno 14, ma l’attività è generalmente elevata per molte ore prima e dopo il massimo. Puntualmente, proprio nella notte fra domenica e lunedì, le camere di Prisma hanno registrato un’attività estremamente intensa. Le prime avvisaglie si sono avute con le prime luci del tramonto: alle 18.10 di domenica 13 dicembre ben sei camere della rete Prisma dislocate nel Centro Italia (Roma, Montelupo Fiorentino, Chianti, Piombino, Perugia ed Amelia) hanno catturato un bolide di magnitudine – 4.5 (quota iniziale di 100 km, quota finale di 70 km, durata circa 4 secondi), osservato anche da alcuni osservatori occasionali.

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Il grafico della magnitudine del bolide delle 02:18 del 14.12.2020

La “pioggia” è poi andata avanti per tutta la notte con una novantina di detection registrate fra le camere italiane di Prisma e quelle della “cugina” rete francese Fripon. In particolare, sembrano interessanti gli eventi delle ore 02:17, 02:18 e 04:29 i cui dati sono in corso di analisi astrometrica e fotometrica da parte degli esperti di Prisma. In particolare, l’evento delle 02:18 è stato “visto” da 9 camere Prisma (Amelia, Arcetri, Camerino, Chianti, Civitanova Marche, Loiano, Montelupo Fiorentino, Perugia e Trieste) e da un primo esame preliminare si è trattato di una Geminide durata 1,6 secondi, visibile da una quota di 95 km che si è spenta a una quota di 43 km quando ancora aveva una velocità di 27 km/s, sul mare Adriatico a una ventina di km al largo di Cattolica raggiungendo una magnitudine assoluta di -10 circa.

Il numero elevato di segnalazioni non deve sorprendere sia perché le Geminidi sono uno degli sciamo più ricchi sia perché quest’anno le osservazioni hanno goduto della totale assenza di Luna che, complice anche le buone condizioni meteo un po’ su tutta l’Italia, hanno permesso tante detection.

La velocità all’infinito dei bolidi osservati è in media di poco superiore ai 35 km/s, un valore perfettamente in linea con lo sciame delle Geminidi, che è infatti caratterizzato da meteore la cui velocità di impatto con l’atmosfera è relativamente “veloce”.

LA RETE PRISMA

Il progetto PRISMA (Prima Rete Italiana per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera), promosso e coordinato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), si articola attraverso una rete di videocamere all-sky, installate in diverse località del territorio italiano, da dedicare all’osservazione di meteore brillanti – i cosiddetti “bolidi” – con il fine di determinare le orbite degli oggetti che le provocano e delimitare con un buon grado di approssimazione le aree dell’eventuale caduta di meteoriti, che può essere associata a questi eventi. La cosiddetta “prima luce”, cioè il debutto operativo del progetto, è avvenuto all’inizio del mese di marzo 2017 e attualmente sono installate e in funzione oltre quaranta videocamere su tutto il territorio nazionale, acquistate da diversi enti pubblici e privati, tutte con le stesse caratteristiche, in modo da rendere scientificamente confrontabili i dati da esse acquisiti.

L’obiettivo finale del progetto è quello di creare una rete di stazioni osservative, con maglie che non superino i 100 km di ampiezza, che si estenda su tutta l’Italia e che coinvolga soggetti pubblici e privati impegnati nella ricerca scientifica, nella divulgazione della scienza, nell’insegnamento.

La rete, seppure ancora in fase di ulteriore sviluppo, già si interconnette con un analogo programma internazionale in funzione in Francia (rete FRIPON), Spagna e centro Europa.

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