Gravitano leggende sull’origine dell’Italia e monumenti ricchi di storia tangibile attorno al borgo di San Giorgio Morgeto, che fa da avamposto al Parco Nazionale dell’Aspromonte e ricorda la sua perfetta integrazione nella natura dei luoghi grazie alle acque sorgive che alimentano le fontane del paese.
Rinnova costantemente la sua antica origine non solo con le leggende ma anche con la festa medievale che si ripropone ogni anno in agosto e con la tradizione mai estinta dei cesti realizzati dai maestri intrecciatori.
Il borgo di San Giorgio Morgeto
Situato ai margini sud-orientali della Piana di Gioia Tauro in Calabria, San Giorgio Morgeto è uno dei 37 comuni che fanno parte del Parco Nazionale dell’Aspromonte.
Il nucleo del paese è un borgo tipicamente medievale che sorge su uno sperone di roccia alle cui spalle svetta il Castello, costruito con tutta probabilità in età bizantina e rifondato dai Caracciolo nel XIV secolo.
La difficoltà di accesso alla parte superiore della Torre Mastio, sconsigliabile ai non esperti, non impedisce la visita degli spazi più bassi come le cisterne, o di godere della magnifica illuminazione notturna che valorizza i ruderi e rende incantevole costeggiare le mura leggendarie.
All’entrata del paese, il visitatore viene accolto dall’antico convento dei domenicani, dove studiò e pronunciò i suoi voti Tommaso Campanella, e dalla chiesa ad esso annessa fondata nel 1393 e arricchita da un interessante portale tardorinascimentale. La chiesa parrocchiale di San Giorgio, invece, offre la visione di un notevole coro ligneo settecentesco opera degli artigiani locali.
Percorrendo le vie del borgo ci si perde in un dedalo armonico di gradinate, fontane, sorgenti, portali e stretti vicoli, uno dei quali, il Passetto del Re, è talmente stretto che con i suoi 40 centimetri è considerato il più piccolo d’Italia.
La curiosità è che coloro che si avventurano nel vicolo non parlano di un luogo angusto o di una claustrofobica esperienza, al contrario, pare che attraversandolo un piacevole rivolo di fresca aria accompagni il visitatore e che una sensazione di benessere converga sui passanti avvolgendoli con un senso di rinnovata protezione.
Tra i vicoli è possibile, ancora oggi, incontrare i maestri cestai, artigiani dediti alla lavorazione delle ceste intrecciate con doghe di castagno filato a caldo. Ma San Giorgio Morgeto è anche il luogo dove l’antico profumo Calabrisella è tornato a diffondere la sua fragranza di zagara, gelsomino e bergamotto nei giorni di festa.
Le origini di San Giorgio Morgeto
La storia della cittadina porta nel suo nome le due figure leggendarie alle quali è legata. Il villaggio assunse il nome di San Giorgio quando gli abitanti videro salva la vita e scampato il pericolo delle razzie all’indomani dell’invasione saracena del 986 d.C..
Il santo venerato in un vicino monastero italo-greco estese la sua protezione alla cittadina, risparmiandola dalla furia degli oppressori e dalla peste che imperversava sul territorio trasportata dalle navi degli invasori.
Ma è al nome di Morgete che si devono le origini più nobili di questo straordinario borgo. Secondo la tradizione esso venne fondato dal re Morgete a cui successe il mitico Italo da cui prende il nome il nostro stivale.
Secondo una tradizione Morgete, anche dopo la sua morte, continuò ad avere a cuore la sorte del suo popolo. Quando la città viveva un particolare momento di difficoltà o aveva necessità di un consiglio, dal luogo della sua sepoltura si levava un’ombra a cui gli abitanti potevano rivolgersi per ottenere le risposte a cui aspiravano i loro cuori.